joe strummer

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martedì 26 gennaio 2010

Clamoroso al Cibali, tutto esaurito (o quasi)

Incredibile dictu! Venerdì scorso (lo so, le notizie qui arrivano più in ritardo del diretto Pontremoli Poggibonsi), si è tenuta presso la Sala Consiliare del Comune una serata pubblica sull’orto biologico, organizzata dal GAS in collaborazione con il Comune di Agrate – delega all’economia solidale (se becco chi è sto delegato, gli rompo le corna … ). Mai ci saremmo aspettati la sala senza un posto vuoto neppure sulle sedie volanti, riempita da un pubblico variegatissimo, composto da agratesi e da esterni, da giovincelli (tra cui due minorenni!) e da superpensionati, da addetti ai lavori e da semplici curiosi, da tanti amici ma anche da tanti sconosciuti.
La tecnica del passaparola ha funzionato a meraviglia e, senza spendere un solo centesimo in promozione, abbiamo messo insieme un centinaio di persone dalle più svariate provenienze. L’argomento era banale solo a prima vista e la cosa più carina sembra che questo sia stato ben capito da tutti quelli che erano presenti. Dietro la coltivazione dei pomodori le persone ci hanno giustamente visto il senso più compiuto di questa iniziativa, cioè la difesa dell’ambiente e territorio, ma anche degli antichi saperi, il rifiuto della logica dell’avere qualsiasi cosa a qualsiasi prezzo, ma la piacevole fatica di ritornare padroni di una piccola parte di ciò che ogni giorno ci coinvolge, il cibo.
Insomma, il mito del cittadino scemo che vota, paga e si fa gli affari suoi inizia a scalfirsi un pochino (diciamo, ovviamente, non certo per la nostra serata). Come spesso mi ha sentito dire chi ha avuto la sventura di chiacchierare con me, ribadisco nuovamente che secondo me per fare in modo che la gente di riappropri della consapevolezza del proprio ruolo non servono tanto i discorsi e ancora meno i simboli, ma serve fare una delle tante, tantissime cose dentro le quali possono ritrovarsi persone delle più svariate origini, storie e percorsi, serve dare uno stimolo per riempire di senso la vita delle persone. Certo, per questo occorre far uscire la gente di casa e quindi serve anche andare a fare a botte con la tv di logica berlusconiana, impresa non propriamente semplice, ma intanto ci siamo portati a casa questo risultato, e ce lo coccoliamo.

Nella primavera sono previste grandi iniziative sull’economia solidale, quindi… stay tuned!

sabato 16 gennaio 2010

Canta e non passa (da Milano)



La cultura, a Milano, si sa, è sempre stata un fiore all'occhiello. Dai tempi della Milano da bere (o da pere, a piacere) abbiamo avuto il piacere di essere ignorati dai principali circuiti internazionali e in cambio abbiamo avuto eventi imperdibili, a livello di Mostra di Teomondo Scrofalo. i grandi eventi, per i quali la moratti ha nominato un apposito assessore, pullulano, è solo questione di scoprire dove sono (già...). C'è davvero da rimpiangere l'assessore Sgarbi, e non dico altro. Del resto, quando sei occupato a tempo pieno nel poltronismo e nella cementificazione di ogni atomo di terra è un po' difficile trovare risorse per il resto, soprattutto mentali. In questo modo, per l'ennesima volta, avanza la conservazione e impazzano gli alfieri del mondo più becero e ottuso, quello che identifica la politica con il nano pelato, la cultura col Bagaglino, il cinema con Vanzina, la musica con Amici ecc ecc. e che, soprattutto, si occupa della difesa ad ogni costo del proprio centimetro quadrato a ogni costo. E quindi, per far un bel servizio ai giovani, Milano viene abbandonata da tutti gli eventi musivali più importanti a causa degli assurdi divieti posti intorno all'uso di S. Siro per i concerti. I famosi 22 minuti di sforamento di Springsteen a S. Siro sono ormai entrati nella leggenda delle iniziative più demenziali e autolesionistiche del mondo. Oltre alla multa, ora pare che Trotta, promoter dell'iniziativa, rischi pure 3 mesi di galera per l'inosservanza dell'ordinanza sindacale, che 30 solerti cittadini milanesi (forse, ma dico forse, elettori della signora e, altrettanto forse, dotati di propaggini sporgenti in cima al cranio di ragguardevoli dimensioni) hanno denunciato. Chi c'era (come me...) ricorda allora un concerto veramente memorabile, sicuramente un evento da iscrivere nella storia del decennio musicale milanese. Ma il rispetto della quiete oltre le 23.30 per 30 trogloditi è ovviamente molto più importante. Morale, Milano ora viene rifiutata da tutti i tour più importanti. Ha detto picche il Boss (e vorrei pure vedere...), ma in questi giorni hanno rifiutato, a causa di limiti acustici, Madonna, gli AC/DC (li voglio vedere a suonare col volume a 1...) e anche Paul McCartney, noto metallaro dedito a riti satanici sul palco. In compenso, l'assessore ai grandi eventi ha assicurato (lo giuro, non è una battuta) la presenza del musical Renzo e Lucia di Michele Guardi. Ma ci rendiamo conto?? Probabilmente in 6 mesi qualche tv compiacente cercherà di pompare questo evento, ma paragonare un ex Beatles a uno spettacolo di un illustre sconosciuto (mi piacerebbe vedere una foto delle tribune, quel giorno...) non è come essere totalmente incompetenti, fanfaroni all'ennesima potenza o totalmente ciechi, muti e sordi. E', semplicemente, buttare il millesimo sacco di letame in faccia alla gente che, effettivamente, se ne prende già abbastanza ogni giorno e probabilmente neppure ci baderà più di tanto. Così, l'icona lumbard Renzo Tramaglino in difesa della sua bella e delle sue tradizioni verrà spacciata come l'evento dell'estate per le future giovani camicie verdi legaiole. Però, e qui ci posso scommettere quanto di più sacro ho, se la moratti può sfottere i milanesi, facendogli credere, accendendo quattro lampadine ogni tanto, di vivere in un paradiso terrestre e non in una città senza servizi, invivibile, strapiena di traffico e dedita solo ad accumulare i soldi, non riuscirà a far bere anche questa ai milanesi, che, sempre di più, si accorgeranno di quale povertà viene loro offerta, se non in materia culturale, sicuramente in termini di concerti, che sono materia che, almeno per ora, sopporta con difficoltà spot e passaggi televisivi fino all'indigestione. Chi frequenta i grandi concerti li vive come la fase terminale di un mito coltivato quasi ogni giorno, non un pacchettino propinato tra un detersivo e uno snackForse tutto ciò non le toglierà molti voti, ma certamente le farà guadagnare il disgusto di quelle persone che sono ancora in grado di indignarsi per questo modo di governare costruito a esclusivo uso e consumo dei ricchi e della conservazione di ogni loro privilegio, a qualsiasi costo.

sabato 9 gennaio 2010

Dove abiti, fratello?

L'anno si è aperto con un'ennesima chicca che il nostro spirito prostrato dalle faccende familiari non può far passare sotto silenzio. Donna Letizia, la donna che ha il merito di aver avviato il primo ufficiale smantellamento della scuola pubblica italiana, non avendo molta materia per far parlare di sè i giornali ha ben pensato di estrarre un coniglio dal cilindro e ha ben pensato di intitolare una via a Craxi.
Craxi. Solo il nome, penso faccia venire i brividi a molti di noi. L'uomo che è stato uno dei padroni d'Italia per molti anni, o almeno quello che ufficialmente prendeva la maggior parte delle decisioni più importanti (perchè chissà mai chi gli suggeriva certe cose...), l'uomo che, da un partito di comprimari, ha portato il suo Psi ad essere un colosso che muoveva non solo milioni di voti, ma posti di potere, consensi, e quindi forniture, servizi... insomma, una carovana di denari in libertà. E così, mazzetta dopo mazzetta, forse gli stessi personaggi che qualche mese prima avrebbero dato un braccio per lui, che si spacciava per il più grande statista del dopoguerra, lo hanno simpaticamente ricevuto a monetine in faccia davanti all'Hotel Rafael. Insomma, un uomo che ha fatto della corruzione la propria più rigorosa legge, che ha messo i propri esattori nei posti più importanti del paese, e tutti insieme hanno sottratto al paese una somma credo incalcolabile, ma soprattutto ha sottratto al paese la dignità, ha mercificato e dato un prezzo a qualsiasi cosa, a qualsiasi principio.
E allora, mi spiace dirlo, ma evviva Di Pietro che vuole, come è giusto, che sia scritto corruttore e latitante sulla targa. Naturalmente, i bolscevichi del Pd hanno ben altro da fare che sprecarsi sull'argomento, e quindi a fare opposizione su questa materia rimarranno solo le solite macchiette. Ci sono cose molto più importanti di cui occuparsi, come la immonda, veramente immonda telenovela della Puglia e tutti i giochietti di potere che si stanno consumando per determinare le candidature ad elezioni che solo loro non si sono accorti che hanno già perso ancora prima di aver cominciato la campagna elettorale, incapaci di guardare per l'ennesima volta oltre lo steccato delle spartizioni e la moltiplicazone di sgambetti e raccomandazioni.
Morale, probabilmente, tra un paio d'anni due commesse, un sistemista e un impiegato del catasto potranno orgogliosamente dire a tutti di abitare in Via Craxi 21. Come gli anni di galera che il nostro avrebbe dovuto scontare e che oggi il giudice Moratti, con il plaudente beneplacito del nostro presidente, vuole graziare.
Per la miliardesima volta, continuiamo a vedere come la distanza che c'è tra la politica e la gente è paragonabile solo a quella che c'è tra il cervello di Rubbia e quello di Gasparri. In che tempi siamo...

lunedì 4 gennaio 2010

2010 Augurken

Come tutti gli anni, non so se l’anno che finisce sia stato così disastrosamente peggiore rispetto agli altri. Per me personalmente, potrei anche essere soddisfatto: ho dato sfogo alle più segrete aspirazioni del mio ego costringendo diversi malcapitati a scrivere il mio nome su una scheda elettorale, ho conosciuto persone in gamba, finalmente ho realizzato il sogno della mia vita vacanziera, insomma non mi è mancato nulla. Tralasciando gli aspetti troppo personali, ci sarebbe di che essere soddisfatti.
Se guardo però alla vita fuori dalla porta di casa mia, come ogni volta che si cerca di tirare una riga lo scoramento è sempre più forte. Il nostro mondo ha conservato almeno su questo una indubbia coerenza: l’imperativo categorico è sempre imporsi, con qualsiasi mezzo. Per prima cosa, con i propri soldi o quelli che si cerca di avere anche a costo di fare carte false o di indebitarsi dalla pubertà fino alla pensione, almeno per chi ce l'avrà. Imporsi con l’arte di gestire il potere: se sei bravo, subdolamente, ballonzolando tra gli intrecci di palazzo e le dicerie dell’untore, seguendo uno stile alla D’Alema, mentre se sei un burino, il tuo stile non può che essere quello del nano pelato, che, con gesto del seminatore, getta dovunque germi del suo potere con sorriso benevolente ma le intenzioni di chi non ne può più di perdere tempo con gli straccioni. Ma anche con il sesso più da commedia scollacciata, con l’esibizione dei racconti e delle fotografie di quelle gentili signore che da quest’anno abbiamo imparato a chiamare escort, con buona pace dei fan delle auto vintage, ai quali ormai rimane, presumo, poco più dell’Alfasud. Se negli anni scorsi abbiamo imparato che molti dei parlamentari italiani non sanno cosa sia il Darfur, ora abbiamo imparato che il parlamento non serve più a nessuno, dal momento che il nostro governo legifera al suo posto a colpi di decreti legge e di voti di fiducia, pur disponendo di una maggioranza che raramente si ricorda in epoca repubblicana. Una volta di più i nostri politici sembrano non aver altra occupazione che mostrare quale siderale distanza si può mettere con un sistema di potere che ormai sembra arrivato al collasso. Il (meraviglioso) racconto di Saramago in Cecità (se non l’avete letto, mettetevelo quanto prima sul comodino), che molti chiamerebbero fantapolitica sembra che sia ogni giorno più vicino. Abbiamo imparato, anche quest’anno, quanti regali Tremonti può fare agli evasori fiscali con l’ennesimo condono, che quest’anno si chiama scudo fiscale e, a differenza dell’evasione fiscale semplice, stavolta ha aiutato pesantemente anche mafia e camorra, che ha potuto far rientrare al proprio servizio quantità enormi di denaro nella perfetta legalità, senza nessun controllo e nessun problema ma, anzi, con tanti ringraziamenti da parte del governo, che così potrà quadrare i propri conti. Ora, mi aspetto la depenalizzazione del reato di mafia e il raddoppio della pena per l’accattonaggio e il furto dei torsoli di mela. Abbiamo anche imparato che i beni confiscati alla mafia, finalmente, potranno ritornare alla mafia stessa che se li potrà ricomprare, sputando in faccia così alle tantissime iniziative di associazioni e cooperative che hanno cercato di riprendersi un po’ del territorio che la mafia ha divorato. Ora la mafia ha imparato quella lezione che anche noi abbiamo capito ormai da tempo. Basta pagare. Quindi, se mai qualche affare dovesse andare male, avrà solo bisogno di un po’ più di soldi per recuperare quello che qualche impudico magistrato potrà sottrargli. Se poi penso che dell’Utri, nume tutelare e inventore di forza Italia nonchè riverito parlamentare da n legislature, ha preso 9 anni e mezzo di galera in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, forse mi si chiarisce qualcosa.
Insomma, su queste materie ho imparato troppo. Ora vorrei un po’ dimenticare, o, meglio ancora, imparare altre materie. L’onestà, la legalità, lo spirito di servizio, l’attenzione ai poveri, la giustizia sociale, la pace, il rispetto reciproco, la presa di coscienza del proprio ruolo da parte di ogni cittadino. Auguriamoci per il 2010 questo per il nostro povero paese, auguriamocelo anche per Agrate, che ne ha comunque bisogno. Mammamia che fesso, eh….