joe strummer

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mercoledì 31 marzo 2010

Electioneering

E poteva mai mancare l'ultimo commento, ovvamente da Bar Sport, sulla materia?
Dappertutto portemmo leggerne di simpatiche e di geniali. Io, che non sono un analista ma uno scalciatore di pensieri casuali, mi limito a pescare quella che mi fa più inviperire, che è quella di Bersani. Ai giornalisti ha dichiarato "Al Nord, e soprattutto in Piemonte i candidati di Beppe Grillo hanno tolto voti un po' a noi, un po' a Di Pietro. Non a caso in Toscana, dove Grillo non c'era, Di Pietro è andato molto bene». E ai giornalisti che gli chiedono se abbia senso favorire il centrodestra per impedire la costruzione della Tav, rischiando nel contempo anche la costruzione di una centrale nucleare, Bersani ha risposto: «Che devo dire? È un cupio dissolvi».
A parte che io ci avrei messo un bel femminile di fianco a cupio, ma è sempre bello vedere che, nonostante passi il tempo, la faccia a culo di cambiare le carte in tavola è una costante intramontabile. Sarà su questo che il PD vuole basare la difesa della tradizione? mah...
Premettendo che non ho votato per i grillini e che Grillo mi è a pelle antipatico quasi come Capezzone, mi pare che sarebbe stato molto più onesto (e quindi impossibile) riconoscere che se se quel movimento ha avuto questo grande exploit forse bisognava parlarci prima, ascoltandoli e discutendo, se non proprio accogliendo, le loro proposte, piuttosto che dargli del guastafeste dopo, quando la gente li ha scelti. Che la TAV fosse una scelta scellerata, ad esempio, di cui la Bresso si è macchiata, lo sapevano pure prima e mi sembra davvero comico che ora si gridi allo scandalo, quando da tempo in Val di Susa la polizia manganella casalinghe e impiegati che manifestano. Presidente, pensava forse ad un biglietto di ringraziamento dentro la scheda elettorale con scritto sopra "Amo porgere l'altra guancia"?
Ma qui tornano in campo tutti i discorsi che abbiamo già sentito da molti in questi giorni: una classe dirigente paleozoica, un sistema di conservazione del potere da far rabbrividire il vaticano (opps, non dovevo? ma questo ha la v minuscola, rigorosamente...), una tensione all'affarismo che ha come modello il partito azienda che ci governerà ancora per un bel pezzo, un'incapacità ormai storica di dire alla gente cose che interessano, una capacità propositiva degna di Gasparri al convegno Mensa 2010 e la solita, ormai atavica politica cerchiobottista che ormai ci ha rotto tasche, orecchie e maroni.
E poi ci diranno che ci vuol tempo, che bisogna costruire con calma, che occorrono progetti a lungo termine ecc ecc. Insomma, chi di mestiere chiacchiera continua a chiacchierare, continua a non fare nulla di concreto se non gestire il potere difendendo, attaccando, pianificando, rintuzzando, classificando, pontificando, studiando, confrontando. Prima o poi arriverà anche una buona idea, ne sono sicuro. Oh, sissì!
L'unica notizia buona della giornata è il titolo.

domenica 21 marzo 2010

Italianistan

Faccio anch'io un po' di copia e incolla. Avrei voluto scrivere qualcosa di bello che ho fatto sabato, ma è tardi. Accontentiamoci tutti di questo, in attesa di tempi migliori. del resto, è una filosofia che è meglio tenere sempre pronta
Vivo a Milano 2, in un quartiere costruito dal Presidente del Consiglio. Lavoro a Milano in un’azienda di cui è principale azionista il Presidente del Consiglio. Anche l'assicurazione dell'auto con cui mi reco a lavoro è del Presidente delConsiglio, come del Presidente del Consiglio è l'assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa. Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale di cui è proprietario il Presidente del Consiglio. Quando devo andare in banca, vado in quella del Presidente del Consiglio. Al pomeriggio, quando esco dal lavoro, vado a far la spesa in un ipermercato del Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal Presidente del Consiglio. Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala del circuito di proprietà del Presidente del Consiglio, e guardo un film prodotto e distribuito da una società del Presidente del Consiglio: questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal Presidente del Consiglio. Se invece la sera rimango a casa, spesso guardo la TV del Presidente del Consiglio, con decoder prodotto da società del Presidente del Consiglio, dove i film realizzati da società del Presidente del Consiglio sono continuamente interrotti da spot realizzati dall'agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio. Seguo molto il calcio, e faccio il tifo per la squadra di cui il Presidente del Consiglio è proprietario. Quando non guardo la TV del Presidente del Consiglio guardo la RAI, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il Presidente del Consiglio ha fatto eleggereQuando mi stufo navigo un po’ in internet, con provider del Presidente del Consiglio. Se però non ho proprio voglia di TV o di navigare in internet leggo un libro, la cui casa editrice è di proprietà del Presidente del Consiglio. Naturalmente, come in tutti i paesi democratici e liberali, anche in Italianistan è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che vengono approvate da un Parlamento dove molti dei deputati della maggioranza sono dipendenti ed avvocati del Presidente del Consiglio, che governa nel mio esclusivo interesse, per fortuna!

giovedì 18 marzo 2010

"E' ora di finirla!"

«Ne abbiamo piene le scatole di una regione che non riesce a decollare». Con chi se la prende Umberto Bossi? Di quale regione parla? Sorpresa: è la «sua» Lombardia.

Così parte un articolo sulla Pravda di oggi e, tanto per cambiere, c'è da farsi venire più di qualche grattacapo. La Lega primo partito in Veneto è una cosa che potrebbe far sorridere, se non fosse che poi succedono, contemporaneamente, cose come queste (leggete soprattutto il finale dell'articolo) che fanno onestamente venire i brividi anche a chi ha la scorza più spessa. Amministratori pubblici che parlano come kapo nel più religioso dei silenzi, anzi, magari avanzando tra due ali di folla plaudente. Se non è il paese che vogliamo, è certamente quello che abbiamo.

In un paese civile chiunque chiederebbe al mio caro zietto "Ma chi ha governato la Lombardia negli ultimi 15 anni?" Se ne hai le scatole piene, come minimo, pretendi che le persone con cui te la prendi se ne vadano a casa. Invece, siccome la ragion di stato comanda sempre, gli lisci il pelo e prepari un'altra spartizione. Già, in un paese civile. Noi siamo invece in quel posto in cui i problemi più gravi sono la violazione della privacy del presidente del consiglio, i processi brevi, le leggi salva Previti (ce ne siamo già dimenticati? io no), i regali infiocchettati ai più schifosi e ignobili evasori fiscali, in modo che ogni italiano sogni di diventare come quelli che oggi in Italia fanno il bello e il cattivo tempo: corrotti, ladri, evasori fiscali, ce n'è per tutti. Pertanto, è perfettamente normale che ci si indigni con sè stessi o con l'altra parte di sè: anzi, questo, evidentemente, porta voti e consensi.

Voglio anch'io un subappaltino (senza controlli), voglio anch'io una escort (dicesi zoccola), voglio anch'io un amico che mi elimini i nemici (dicesi sicario, con o senza armi), voglio anch'io una società alle Bermuda (dicesi evasione fiscale), voglio anch'io un lodo Alfano (dicesi libertà di delinquere). E voglio anche Angelina Jolie come vicina di casa, Messi che gioca con i miei figli a calcio e andare in vacanza sulla Luna. Solo così sarò felice, e ancora me ne viene.

Facciamoci ancora questo ballo, signorina, e non si preoccupi, questa è la nave più sicura del mondo, non può affondare (scrosch)

giovedì 11 marzo 2010

Ecco come passo il tempo

Giusto perchè se ne presenta l'occasione, qui troverete un breve resoconto di cosa ho fatto martedì sera. Nella foto manca Simone, che in quel momento era il fotografo. O forse era troppo brutto per essere impressionato dalla macchina, chissà... Una serata davvero interessante e molto vera, in cui, oltre alla propria esperienza, le nostra aspirazioni, le dritte (fatte di teoria e di pratica) che ci ha dato Paolo, ognuno ha condiviso anche gli ingredienti meno appetibili della nostra esperienza, fatta anche di perplessità e di stanchezza. Anche questo fa parte della realtà di oggi, che riserva ben poche soddisfazioni a chi lavora perchè il mondo sia davvero di tutti.
Se avete un po' di tempo, guardate per bene il blog di Paolo, è molto interessante, anche se ovviamente è orientato al tema della partecipazione e quindi, se l'argomento non è dei vostri preferiti, potreste rimanerci male. Se posso permettermi, però, temo che poche cose al mondo oggi come la partecipazione potranno salvarci dalla deriva berlusconiana in cui il senso della vita sembra essere solo quello di farsi gli affari propri in barba a chiunque e a qualsiasi cosa.
Se mi interessa il mio prossimo, mi interessa anche la democrazia, se mi interessa la democrazia mi interessa la partecipazione. Altrimenti, per Arcore sono solo pochi chilometri...

mercoledì 10 marzo 2010

Chi va piano...

Riprendo ogni tanto la lettura dei quotidiani, che oggi mi offre un piccolo spunto di riflessione qui. Alla nostra sinistra, il bellissimo treno Londra Pechino (a me un treno con occhi e naso un po' mi inquieta, non so voi...) , di cui penso prima o poi sentiremo tutti parlare. Per una strana associazione di idee, mi viene in mente subito la TAV e tutte quelle cose agghiaccianti che stanno succedendo in quelle zone, tra il silenzio di tutti i mezzi di comunicazione e il compiaciuto sorriso di tutti i candidati in Regione, che sostengono la necessità di questo bel progettino (la Bresso sostiene anche la necessità del dialogo, e per questo bisognerebbe che si vedesse qualche filmatino su youtube che mostra le qualità oratorie dei manganelli che calano sulla testa della gente comune).
Veramente, comunque io giri questa questione, mi sfugge il senso di fare Londra Pechino in due giorni con il treno, mi sfugge quali problemi risolverà, mentre mi sfugge molto meno che oggi, se voglio andare da Milano a Bologna in ferrovia, ci devo andare per forza con il treno più veloce dell'universo, che mi fa viaggiare a 300 all'ora e mi fa risparmiare ben un'ora. I treni normali ormai sono passati di moda, quindi li abbiamo pure tolti dall'orario ferroviario. Se poi, incidentalmente, non me ne dovesse fregare niente di risparmiare un'ora, pazienza. Spenderò comunque il doppio di quello che spendevo prima, ma per avere servizi di altissimo livello non si possono mettere le mani nelle tasche dei cittadini, eccheccavolo! L'unico lato negativo è che mi mancherà tantissimo l'autostrada e il piacere di incollarmi a chi mi sta davanti dandoci di sfaretto compulsivo. Ma si sa, il progresso ha i suoi costi...

lunedì 8 marzo 2010

Non è mica finita qui...

Cari affezionati frequentatori e lurkatori del blog,
se avete seguito la stampa locale, avrete capito il motivo per il quale sono rimasto un po' fermo: non sarebbe stato carino anticipare qui quello che avrei detto pubblicamente o riservatamente a chi di dovere. Il rispetto istituzionale innanzi tutto... Se non avete seguito la faccenda, vi siete evitati una storia di raro squallore e di perbenismo da accatto che ha risparmiato ben pochi protagonisti. Ma quel che stato è stato e, nonostante sul piano personale temo non mi sarà molto facile dimenticare questa manfrina, sul piano istituzionale per fortuna si gira pagina. Chi doveva sapere, ha saputo. Chi si voleva approfittare di quello che è successo, lo ha fatto e forse si sente un po' più grassottello. Buon per lui. E' stata comunque una bella lezione per capire, una volta di più, da chi si è circondati e con quali modi si ragiona. Ci sarebbe da dire che, se tanto mi dà tanto, forse tutto questo è un motivo in più per stare dentro questi meccanismi, ma alla fine non so neppure quanto e se riuscirò mai a toccarli.
La cosa però che mi preme di più fare però è ringraziare nuovamente le persone che mi sono state vicine durante l'assalto alla diligenza, scrivendomi e anche telefonandomi. Non nomino nessuno di voi per le solite questioni di privacy, ma io vi ho tutti, uno per uno, presenti mentre scrivo. Neppure una volta mi sono mai seduto sui banchi consiliari (seduto sui banchi?? ma a scuola non si poteva...) senza ricordarmi delle persone che mi hanno chiesto di rappresentarle, una responsabilità davvero grave e di cui probabilmente neppure sono degno. Per un giorno però mi sono anche sentito orgoglioso di tutto questo, non perchè quel giorno vi ho strappato il voto e in qualche modo oggi potrei sentirmi il vostro "capo", ma perchè ancora di più mi sono sentito di essere il terminale di una sorta di grande famiglia allargata, che si basa sulla fiducia, sulla reciproca stima, sulla condivisione e sul dialogo. Insomma, abbiamo raggranellato pochi voti, forse, ma se non sono veri questi...
Uno per uno, cari, vi ringrazio di vero cuore e vi abbraccio.