joe strummer

joe strummer

mercoledì 16 dicembre 2009

Contro il clima d'odio, censura!

Ebbene si, lo confesso. Maroni, all'inizio, non mi stava neppure così antipatico. Sarà per quello spirito libero (vabbè, libero considerando il contesto in cui si colloca) che una volta lo spinse a bozzare di brutto con il suo capo e mio zio (salvo poi essere costretto a strisciare come un verme per essere reintegrato nelle fila dei valorosi padani, ma questo facciamo finta che non sia accaduto), sarà perchè, a sentirlo parlare, sembra quasi una persona normale, o forse per il suo secondo lavoro, quello di bluesman della padania, o forse perchè qualche anno fa aveva candidamente ammesso di fare quello che tutti fanno privatamente (no, il lettone di Putin stavolta non c'entra, ma c'entra lo scarico di musica con il p2p).
Però ogni favola dura poco e il vero volto razzista e reazionario di quest'uomo (un nome, un programma di vita, ma questo lo sanno anche i sassi) aspettava solo l'occasione buona per fare capolino. L'accanimento verso gli stranieri, che per molti, scafisti o no, è stata una vera condanna a morte, il pizzo sul permesso di soggiorno, l'introduzione del reato di immigrazione clandestina ma anche cose di casa (o cosa) nostra, come questa di cui ho parlato qualche post fa, sono tutte tessere che aiutano a comporre il vero volto di quest'uomo che probabilmente ha in mente il disegno di un mondo così fascista che neppure Larussa potrebbe sognare.
In questi giorni la volontà di imbrigliare la rete dà l'ennesima idea di cosa ci sia nella testa di costui. Filtri, censura, controlli nel mondo libero per eccellenza, quello in cui, se vuoi, trovi qualsiasi cosa. Il tutto,per porre rimedio ad un problema di iniaudita gravità, i gruppi di facebook che inneggiano a Tartaglia e alla sua statuina e che sviluppano il mitico CLIMA D'ODIO (quanto mi piace scriverlo maiuscolo) che è la vera e forse unica causa della difficoltà di questo governo e del suo degno capo.
Finalmente, il nostro governo, nel quale il partito più grosso non per niente si chiama popolo delle Libertà, potrà fregiarsi dello stesso livello di libertà dell'Iran e della Corea del Nord, tanto che, probabilmente, navigare dal Laos per un italiano potrebbe diventare un sogno di libertà. E chissà come mai, nessuno si preoccupa di controllare i siti in cui i pirati informatici si organizzano e si scambiano informazioni (parlo di quelli che trafficano in carte di credito e codici del remote banking, non ovviamente di chi si fa la copia a casa di Office o si scarica il cd di Ligabue), le comunicazioni web delle varie mafie, o semplicemente i siti di aziende di truffatori, o solo dei famigerati black bloc o dei negazionisti, che fanno bella mostra di sè e che sono accessibili anche con chiavi di ricerche molto ampie (una volta ci sono capitato pure io e vi assicuro che non è stata una gran bella esperienza). Ecco, tutto questo è legale. I gruppi di faccialibro che inneggiano a Tartaglia, quelli no, quelli fomentano la violenza. Ovviamente, nelle idee di questo campione di libertà, il limite lo decide il governo e non i magistrati. In perfetto stile berlusconiano, in base al quale voti = legge.
Per fortuna, però, il nostro bluesman sfizzero-padano evidentemente non capisce una beata mazza neppure di web perchè chiunque ha un po' di familiarità con la rete sa perfettamente che è quasi impossibile, a meno che non si tronchi dalla nascita il flusso, impedire che certi contenuti si diffondano. E' anche il motivo per il quale il p2p non si riuscirà a bloccare e perchè, in ultima analisi, la rete è così popolare. Nessuno la può fermare, amigo, neppure la Lega.
Quindi, magari, prima o poi anche questo blog potrebbe cadere sotto la censura del nostro piccolo Stalin verdolino.Quindi, prima che sia troppo tardi, o prima che mi tocchi spostare il sito su un dominio delle Isole Marshall, leggetelo ora!!

martedì 15 dicembre 2009

Ultimo in fundus...

... (come avrebbe detto Cicerone) arrivo anch'io. D'altronde, come avrei potuto sottrarmi dallo scrivere tre banalità sull'evento mediatico dell'anno? Dunque, forza.
La violenza fisica mi fa venire i brividi in qualsiasi situazione, forse perchè mi fa pensare allo stadio primordiale della storia dell'uomo e di conseguenza dentro di me c'è sempre la vana speranza che qualche migliaio di anni non sia trascorso invano. Vedere gente che cerca di imporsi a forza mi mette una tristezza bestiale e mi fa anche un po' schifo. Detto questo, in questa storia ci sono troppe cose che non mi tornano.
Cominciamo dalla sicurezza. Ci sono, credo, solo due casi. O lo squadrone della sicurezza del nostro amato premier ha imparato il mestiere guardando i film di Bud Spencer e Terence Hill, tanto da permettere che venga a contatto con lui non un agente del Mossad, ma un malato psichico che, ovviamente, invece del duomo di Milano avrebbe potuto tenere in mano una qualsiasi altra arma, oppure sono così bravi da averlo fatto passare apposta.
Sulla questione del clima d'odio, veramente penso non valga la pena scrivere. Ma come, la più alta carica istituzionale del paese prima spara col cannone ogni giorno addosso a tutte le istituzioni di garanzia esistenti che non si genuflettano davanti al nome di Mediaset e del suo profeta e poi si lamenta se gli tirano addosso una statuetta? Forse forse forse collegare il cervello alla bocca a volte può anche evitare di far figuracce. Quando mille parlamentari passano il tempo a fare le parole incrociate aspettando di votare la 27° fiducia in 19 mesi, di fronte ad un Parlamento con una larga maggioranza a disposizione, quando la metà di questa fiducia è chiesta per non far finire il grande capo davanti ad un tribunale, cosa bisogna pensare?
E poi, forse ci dimentichiamo che il marrano in realtà è una persona che non è molto a posto di testa. E questo è il clima d'odio? Mi pareva che anche un signore che si chiamava John Lennon ne abbia incontrato uno, purtroppo con una mira migliore, e tante cose si possono dire di lui, ma l'ultima è che generasse un clima d'odio. Purtroppo, in Finlandia un paio d'anni fa, negli Stati Uniti ormai ogni mese, in Germania, insomma, dovunque abbiamo casi in cui dei pazzi armi in pugno giocano a fare i cecchini e non smettono finchè non ricevono lo stesso trattamento. Purtroppo, sembra cinico, ma è così, non ci sono spiegazioni e non credo che, di fronte alle alterazioni della mente, il clima d'odio non è una gran spiegazione. Al massimo, con un cordone di sicurezza così professionale, c'è da chiedersi come mai un pazzo scatenato non gli sia entrato sotto le coperte. Ah, giusto, sotto le sue coperte non c'è più posto...
E poi, mi ha fatto davvero pensare non tanto vedere l'espressione di questo uomo che così pesta, credo non tanto per il dolore ma per l'indignazione per non essere stato rispettato, ma l'atto di risalire sul predellino e di farsi riprendere dalle telecamere per la madre di tutte le fotografie, quella da mettere sul santino. Nonostante tutto, dopo i primi 10 secondi di sbigottimento, il nostro si è rianimato e ha pensato a come trasformare il problema in opportunità. Veramente, avercene, di marpioni così (e lo dico seriamente!).
Ora, mi lancio in una profezia e vediamo se indovino. Scommetterei un dollaro bucato dalla pistola di Tex Willer che tra un paio di giorni arriverà il perdono del papi al figliol prodigo, che già ha chiesto scusa (3 ore prima aveva detto che odiava Berlusconi, ma insomma, se non è a postissimo con le rotelle può dire di tutto...). E poi, chissà, magari anche la visita in carcere chissà che altro, mai mettere limiti al Divino. Vedremo. vedremo.
E ora che ho rischiato la mia figuraccia, posso andarmene a dormire felice.

giovedì 3 dicembre 2009

Test antidroga

Mi è appena giunta notizia che la nostra opposizione in consiglio ha chiesto il test antidroga per tutti i consiglieri. Scrivo così, di getto e senza aver concordato con nessuno la risposta.

La mia innocente ed scarsa esperienza in materia politica mi ha già provocato un certo senso di noia per questi dibattiti, che mi danno l'impressione di essere, chissà perchè, di rara inutilità complessiva, perchè non costruiscono nulla, non aggiungono alcuna informazione nè in assoluto, nè sulle posizioni che assumono i gruppi consiliari, e mi pare che anche la passione dei cittadini per queste materie si possa assimilare a quello per la toponomastica medievale.

Il test antidroga (se poi è di questo che si parla, perchè non ho visto nessun pezzo di carta), mi dà l'impressione di essere un po' il top del perbenismo nazionalpopolare. Mi pare, per prima cosa, che considerato che il test si fa (almeno, quello più affidabile) prelevando campioni di capelli, temo che una discreta parte della minoranza consiliare sarebbe costretta ad immolare sull'altare del proibizionismo l'ultimo simulacro della loro giovinezza e il primo ad esserne addolorato sarei io, che peraltro in materia non posso dire di essere messo molto meglio di loro (per quanto, un campioncino rappresentativo e il conseguente cappellino di lana plastificato sulla capoccia per tre mesi potrei forse permettermeli, ma non indaghiamo oltre...).

Ho cercato di cogliere la parte seria di questa istanza e mi sono chiesto a quale domanda seria può rispondere questa richiesta. Ci dovrà essere una buona ragione che miri a riconoscere i consiglieri tossicodipendenti Quali possono essere? Per prima cosa, il test mi risulta individui la presenza di sostanze ma non, ovviamente, la dipendenza. Primo problema risolto. L'affidabilità, allora, presumo. Non posso essere un consigliere affidabile se mi faccio le canne o una pista di coca. No, non va: mi pare che la mia attività sia identica sia che mi impasticchi, sia che non lo faccia, escludendo, forse, il periodo in cui mi fa effetto la sostanza. Venire in consiglio comunale in questo stato mi pare sia un'eventualità non esattamente prossima, nè per il nostro consiglio, nè per altri molto meno tranquilli del nostro che ho avuto la sventura di frequentare. Allora, potrebbe essere perchè il consigliere viola una legge. Possibile, ma, a meno che non sia uno spacciatore, non pare che questo sia un comportamente riconosciuto dalla legge come particolarmente grave, in quanto per l'uso personale è prevista una semplice sanzione amministrativa, sempre che la sanzione venga applicata. Peraltro, in periodi di riforma dei processi brevi, di depenalizzazioni, di scudi fiscali, di leggi Cirielli ecc ecc, non so come mai, tutto questo rischia di provocarmi un'irrefrenabile crisi di riso (o, in alternativa, il desiderio di misurare il ponte di Trezzo a testa in giù). Ma, se proprio avessivo bisogno di sapere se i consiglieri si comportano secondo la legge, forse potremmo andare a fare indagini su qualsiasi altra materia: se i consiglieri hanno precedenti penali, se hanno avuto contenzioso con il fisco o, più in generale, se pagano tutte le tasse che dovrebbero, se la loro casa è conforme alle planimetrie catastali o se sono in attesa del condono che prima o poi sicuramente arriverà, se hanno pure preso delle multe per divieto di sosta o se hanno esposto la monnezza un'ora prima del dovuto, se pagano l'affitto o il mutuo puntualmente o se hanno dimenticato il conto dall'idraulico. Anche queste sono violazioni e, si sa, occorre che i rappresentanti del popolo siano senza macchia. Come, ad esempio, Dell'Utri, Cuffaro o Cosentino, mi pare, per non parlare del nostro tanto amato presidente, giusto? Ecco...

Peraltro, mi pare di capire che il test del capello sia piuttosto caro e, in un periodo in cui il nostro illuminatissimo governo pare abbia appena inserito un emendamento per ridurre il numero di consiglieri ed assessori per limitare i costi della politica (perchè, checcavolo, la strepitosa somma di € 20,95 lordi per seduta non sono mica bruscolini, soprattutto in confronto ai 10.000 eurini netti che portano a casa 630 + 315 parlamentari neppure eletti dal popolo ma nominati dai partiti), mi pare un tantino ridicolo. Il test delle urine invece pare costi poco ma che rilevi solo alcune sostanze (per esempio, se non vado errato, niente eroina).
Insomma, il contesto è questo, sinceramente un po' deprimente. Visto che tra quelle serie la motivazione non sono stato capace di trovarla, mi toccherà cercarla tra quelle meno nobili. L'idea più plausibile ceh mi viene in mente è quella che si cerchi di fare un po' di cinema, far vedere quanto sono puri quelli che lo hanno proposto e quindi quanto sono zozzi quelli che lo devono subire. Magari infarcire la cronaca locale di fiere dichiarazioni contro ogni forma di dipendenza, a favore della purezza, della rettitudine, dei buoni principi e mettiamoci anche la patria e la mamma che non ci stanno mai male.
Mi viene anche da pensare dove e quando potrà terminare questo gioco al rialzo. Oggi abbiamo fatto il test antidroga? Domani facciamo quello sull'Aids, dopodomani quello sulle malattie veneree, poi quello dell'influenza H1N1 (affondato!) e poi chissà che altro. E se poi si dovesse mormorare che qualche consigliere ha qualche frequentazione da motel? Scandalo! O magari, hai visto mai, si dovesse raccontare che durante le sue scorribande erotiche magari apprezzasse abitudini non omologate dalla Binetti? Orrore! E poi, quante volte lo fa? Troppe? Troppo poche? Troppo alla svelta o troppo lentamente, troppo rumorosamente o troppo silenziosamente (tanto da far pensare ad una montatura...)? Vade retro, Satana!! Insomma, se dovessimo incamminarci su questa strada, è evidente che non arriveremo mai ad una fine, perchè ci sarà sempre un aspetto che qualche benpensante che si erge ad estremo baluardo della moralità potrà sempre avere desiderio di esplorare, un dettaglio della nostra vita privata che qualcuno riterrà necessario verificare meglio perchè i cittadini che rappresenta possano stare davvero tranquilli e sereni quando pensano a chi li rappresenta.
Se penso poi che questa proposta viene dallo stesso gruppo politico che, in Parlamento (opps, volevo dire al Governo, visto che il Parlamento da mesi è praticamente inoperoso, come ha più volte fatto notare perfino il presidente della Camera, notissimmo bolscevico), nel nome della difesa della privacy sta eliminando tutti i più efficaci strumenti di indagine investigativa a disposizione degli inquirenti, da utilizzare peraltro non per fare un po' di gossip su chi fa due canne, ma per la verifica di ipotesi di reato di gravissimo allarme sociale, i dubbi sul senso di questa iniziativa mi si moltiplicano.
Io credo, invece, che quelle persone che hanno avuto l'ardire di scrivere il mio nome sopra la scheda elettorale, che di certo devono essere meno a posto di me che mi sono candidato (e quindi, forse, avrebbero più bisogno di me di qualche approfondimento clinico....), lo abbiano fatto per quello che rappresento, per quello che ho detto loro, per i progetti che mi sono prefisso di realizzare, ma anche per tutto quello che fino al momento delle elezioni sono stato, ho fatto e ho detto. Tutte queste cose, di questo ne sono certo, non si possono misurare con un esame medico su questioni che riguardano, peraltro, comportamenti che hanno attinenza esclusivamente con la propria vita privata.
Tra le tante cose che mi sfuggono di questa faccenda, c'è anche il valore dei risultati. Dubito fortemente che si possano pubblicare, in qualsiasi modo, risultati nominativi. Se dovessimo pubblicarli in forma aggregata, che razza di informazione sarebbe mai per i cittadini? Due consiglieri sono risultati positivi al controllo. E allora? Chi? Perchè? Non sarebbe altro che un dato ulteriormente destabilizzante, che, una volta di più, non fornisce alcuna informazione utile ai cittadini se non materiale per il solito, qualunquistico "Sono tutti uguali, è tutto un magna magna". Si aiuterebbe dunque soltanto il partito dei picconatori, di chi gioca al tanto peggio tanto meglio, di chi cerca di delegittimare le istituzioni senza mai cercare le responsabilità, di chi pensa che i problemi si risultano solo con una mano di vernice senza mai andare a guardare se i muri sono marci. In questo senso, sarebbe forse meglio (ma è evidente che qui si aprirebbe un nuovo problema, al quale non voglio neppure pensare) che i dati venissero pubblicati nominativamente, almeno per dare un senso vagamente compiuto a questa iniziativa .
E poi, vogliamo sprecare tempo e soldi e dunque vogliamo davvero misurarci? Sperando che intanto qualcuno mi spieghi a cosa può servire questa gara che ci riporta alle goliardate giovanili messe in atto dopo svariate ore di libagioni notturne, ebbene facciamolo, ma magari su qualcosa che possa servire ai cittadini. Che qualcuno ci chieda se conosciamo tutti i nomi delle strade di Agrate, se siamo entrati in tutti gli edifici pubblici (io, confesso, non sono mai entrato alle scuole medie, e adesso lapidatemi pure!), se conosciamo la storia del paese. Oppure, vogliamo fare un passo più avanti? Che ci misurino su tutti ciò che un consigliere comunale dovrebbe sapere. Ad esempio, l'italiano. Oppure più semplicemente la cultura generale, o, se vogliamo scendere più nei dettagli, possiamo misurarci sulla storia d'Italia o addirittura possiamo anche arrivare alla Costituzione o financo (come diceva la mia nonna) alla legislazione sugli enti locali. Tutte cose che un consigliere comunale dovrebbe sapere e senza le quali eserciterebbe male il proprio mandato.

Ma, se non vogliamo buttare tutto nel populismo da bar e infarcirci la bocca dei più triti ed inutili luoghi comuni, la droga cosa diavolo c'entra??

Noi non ci saremo (speriamo)

C'è soprattutto una domanda che in questi giorni mi continua a rimbalzare leggendo la cronaca quotidiana, triste e becera come ormai siamo abituati a leggerla. Tra lotte intestine (che ci prendono l'intestino), amici che diventano nemici e nemici che possono diventare amici, processi brevi, leggi costituzionali forse in approvazione e forse no, conflitti istituzionali temuti, falchi e colombe e tutto quanto abbiamo letto, credo che lo spettro della mafia sia quello che inizia ad emergere in modo sempre più inquietante. Non che fosse una novità, perchè la condanna da 9 anni e mezzo di dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa non è esattamente il furto di una mela, reato che peraltro si avvia ad essere molto più grave di quello per il quale il nostro è stato condannato e certamente già di tutti quelli di cui il nanopelato si è macchiato e che ha cancellato con le leggi che si è fatto, pagando con i nostri soldi i suoi omini. Che il famoso stalliere Mangano, mafioso conclamato, girasse per la villa miliardaria non è certo notizia di oggi. Da qui ad avere le prove di un coinvolgimento nella mafia ce n'è ancora un po' (anche se poi ognuno può mettere insieme i pezzi e pensare che tre indizi fanno una prova).
L'osceno bailamme che i tirapiedi del nanopelato stanno facendo in questi giorni, minacciando di sconvolgere il senso stesso della giustizia nel modo più triviale e brutale che si possa pensare solo per cercare di estrarre il loro padrone dalla graticola sulla quale, evidentemente, prima o poi sarebbe stato messo, perchè nessuno, neppure nella Terra dei Cachi, può farla sempre franca, più che alla povera realtà di oggi, mi fa pensare al futuro.
Si dovesse mai scoprire che il nostro ha fatto, oltre alla corruzione conclamata, bilanci falsi per anni, evasione fiscale per miliardi di euro e in sostanza destabilizzazone complessiva di tutto il sistema economico nazionale, anche l'amico del giaguaro di tutti i più grandi capi mafiosi, tra vent'anni chi di noi potrà giustificarsi, quando ci chiederanno "Ma come avete potuto? Ma come avete potuto far governare per anni l'Italia alla mafia? Cosa facevate, quando queste persone prima facevano i patti con la mafia, vi nutrivano di nani e ballerine e facevano a pezzi lo stato senza lasciare neppure le briciole?" Io veramente spero che tutto questo non sia vero, perchè davvero non saprei cosa raccontare.

martedì 24 novembre 2009

Mi ritorni in mente



Bene, ora che ho chiarito per bene cosa penso di nani pelati e delle sue ballerine, posso iniziare anche a farmi scavare la fossa dall'altra parte e ho quindi pensato bene di scrivere cosa penso di quello che sta succedendo intorno al signor Cesare Battisti. Il destino con lui è stato beffardo, come direbbe Abatantuono, fin dalla nascita (e se non lo sa uno che si chiama Bossi...), affibbiandogli il nome di un patriota. In effetti, a volte i dottori di cognome si chiamano Medici, ma a volte anche Scannabue o semplicemente Diotallevi e forse nome omen in questo caso non ci sta benissimo. Il nostro, come tutti sappiamo, è stato condannato per 4 omicidi e solo grazie ad una turpe prassi della popolazione più antipatica dell'universo (e con questa mi sono inimicato anche i francesi) ha vissuto da uomo libero e bello pur avendo una condanna all'ergastolo sul groppone, in base al principio, tutto loro, che quest'uomo aveva commesso reati riferibili alla politica e come tale non perseguibili nel loro territorio. Probabilmente neppure il nano pelato nei momenti di maggior euforia viagristica avrebbe potuto concepire un simile abominio giuridico, soprattutto nei confronti di uno stato che, con tutti i difetti che ha (e, sappiamo, non sono pochissimi) non mi pare si possa dire che abusi del potere giurisdizionale in modo tale da far scappare la gente all'estero (infatti, non riusciamo a liberarci neppure dell'uomo più inquisito d'Italia...). Però, si sa, i francesi, quando si tratta di dar lezioni di civiltà, sono sempre in prima fila.
Chi ha sollevato il movimento di opinioni a favore di Battisti (non Lucio, che quello mi sa che ne ha fin troppi...) sostiene che la sentenza sia stata viziata da un falso pentito. Io non c'ero, non ho seguito e probabilmente non posso esprimermi, ma se ogni giorno chiediamo, soprattutto in questi tempi, rispetto per il potere giurisdizionale, non mi è chiaro per quale motivo si debba introdurre una doppia morale, peraltro a distanza di anni, a favore di un personaggio che, in ogni caso, se anche non avesse mai commesso nulla di ciò per cui è accusato (cosa che, di base, mi lascia molto perplesso, perchè parliamo di quattro distinte azioni e non una sola), è anche evaso dal carcere e solo per questo penso meriti di far quattro chiacchiere con i nostri giudici. Altrimenti, dovremmo dire che nel nome della giustizia fatta in casa sono tutti innocenti, tutti ne sanno più di giudici e organi inquirenti e che ognuno è libero di reagire come crede alle condanne. Insomma, manco John Wayne ci credeva...
Non mi piace soprattutto il movimento di intellettuali che si è mosso a suo favore, pieno di personaggi che, almeno in Italia, hanno un signor seguito. Parliamo di Pennac, uno degli scrittori forse più amati (certo, dopo Vespa e Moccia...), e di Fred Vargas, con la quale pare intrattenesse anche delle relazioni personali strette. Probabilmente il fatto di essere entrato nella ristretta cerchia degli intellettuali gli ha aperto un credito pesantissimo anche a proposito del suo fetido passato. Un motivo in più per diffidare dei lavaggi a secco degli intellettuali
Al mio paese, o meglio, nel paese delle regole in cui mi piacerebbe vivere e che purtroppo non so se potrò mai trovare, se hai ammazzato quattro persone (o una sola) vai in galera senza se e senza ma e la componente politica, casomai, può essere un'aggravante più che un'attenuante. Morale, sciopero della fame o no, io credo che almeno un Battisti su 3 in Italia ci debba essere. Perchè, per fare i conti con il passato, anche le figure come le sue è giusto che ci ritornino ogni giorno in mente, brutte come sono, perchè non tornino più.

giovedì 12 novembre 2009

Processo breve, ma chi se la beve...

Ora, si, che saremo un paese civile. Non importa se chi chiede giustizia l'avrà. Nella mente del nostro presidente, la cosa che interessa agli italiani è che il processo sia breveanzi, IL processo (o megio I processi, i suoi). Breve come quelli che non possano condannarlo.
Io, per fortuna, non sono mai stato un elettore del partito Mediaset, ma se chi lo sta supportando ha un minimo di dignità penso che non potrebbe far altro che stracciare la propria tessera e darsi alla macchia, perchè non esiste nessun paese civile in cui accadono cose così ignobili, in cui l'asservimento della politica alle faccende private è così smaccato e senza un minimo di ritegno. In una situazione in cui la crisi impazza, dello stato sociale non sono rimaste neppure le ceneri, tutti i servizi pubblici sono al lumicino, la gente fatica ad arrivare al 27, la finanziaria è in pista (e chissà quanto altro mi sono dimenticato), il nostro parlamento non ha di meglio da fare che cancellare qualsiasi attività per mettere i mille politici più importanti d'Italia a votare una legge che anche un maiale avrebbe schifo a toccare e solo per non far andare in galera uno degli uomini più inquisiti d'Italia.
Andatevene, servi immondi del dio denaro, andatevene tutti.

mercoledì 11 novembre 2009

Boh...

La cronaca di queste ultime ore ci porta le seguenti informazioni
1) il nostro amato presidente del consiglio si sta facendo l'ennesima legge per sè, stavolta annunciata, annunciatissima, il tutto nel silenzio più assordante, come se ormai tutti pensassero che è perfettamente normale che l'uomo più potente d'Italia faccia girare l'intero paese intorno agli affari suoi
2) due ragazzi nelle ultime 48 ore sono morte in carcere, probabilmente pestati dai celerini
3) D'Alema sta per diventare ministro degli esteri europeo, sponsorizzato dal suo più grande sostenitore, che teoricamente dovrebbe essere il suo principale avversario politico (e se il buongiorno si vede dal mattino, caro Bersani, tanti auguri)
4) uno degli uomini di fiducia del nostro premier, se fosse un uomo normale, sarebbe arrestato ma siccome è un parlamentare, tra qualche giorno la cosiddetta giunta per le autorizzazioni a procedere impedirà che venga trattato come un semplice cittadino. Nel frattempo il pdl sta tentando di ripristinare l'immunità parlamentare, come se fosse la cosa più normale del mondo e nel momento in cui spuntano documenti che dimostrano che il nostro Cosentino è affiliato ed è stato eletto con i voti della camorra.

In questo splendido quadretto, l'articolo più letto oggi sul sito del Corriere è quello sulla maternità della Gelmini (la nemesi tra 6 anni ti colpirà, maledetta), tallonato da quello sul suicidio del portiere tedesco.
Ormai non serve più nascondere nulla, anche le azioni più ignobili e vergognose vengono fatte tutte alla luce del sole, tanto ci siamo abituando anche ad essere presi a calci in faccia, anzi, tra poco, se qualcuno ci dimenticherà di darceli, imploreremo la nostra razione quotidiana. Cosa ci riserva il futuro in questi giorni non voglio neppure immaginarlo
Per la serie l'angolo della demagogia, forse forse, ma proprio forse, ce lo meritiamo proprio, come direbbe Moretti, regista che chi mi conosce sa che odio. Del resto, anche da parte mia, se si comincia a citare i propri autori spreferiti, vuol dire che ormai anche il fondo del barile è completamente grattato. Per chi vuol farsi del male, il video è qui

venerdì 6 novembre 2009

Ci sei, ce la fai, ma non sei connesso

Anche oggi, (anzi, veramente la notizia è di ieri) la cronaca ci fornisce il nostro grattacapo settimanale (per non chiamarlo ulcera quotidiana).Gli 800 milioni che, nelle intenzioni originali del governo, dovevano servire per estendere la banda larga in tutta Italia, sono congelati per la crisi. Diciamo che è una notizia, ma forse nessuno se n'era accorto. Per prima cosa, diciamo da dove vengono questi soldi. Trattasi del cosiddetto Piano Romani, che inizialmente doveva essere un progetto da 1,47 milioni di euro. Il signor Romani, per i non monzesi, oltre ad essere viceministro per lo sviluppo con delega alle comunicazioni è attualmente anche assessore al territorio del Comune di Monza. Forse sono troppo cattivo ma mi piacerebbe avere un report delle presenze in Giunta di questo signore per avere un'idea di quanto abbia a cuore il destino del nostro capoluogo di provincia. Molti, moltissimi, vociferano del fatto che sia mandato con un solo scopo, e cioè quello di far partire il famoso progettone della Cascinazza, una faraonica colata di cemento pari a 180 palazzi di 5 piani di un'area oggetto di un contenzioso che dura da quasi 40 anni, sostenuto da amministrazioni sia di destra che di sinistra (beh insomma, sinistra....) . L'area è stata dichiarata zona di esondazione del Lambro (e non solo, ma il Lambro, in occasione dell'ultima alluvione, è proprio esondato e per fortuna che allora era solo un'area agricola...) ma pare che, di fronte alla prospettiva di costruire Milano 15 ("A cinque minuti dal centro di Pescara"), questo diventi un dettaglio di poco conto, anche perchè pare si chiederà agli abitanti futuri di autocertificare di essere stati campioni italiani dei 200 farfalla o almeno di aver stretto la mano alla Pellegrini una volta nella vita.
Ora, in tutto questo, chi potrà mai esserci dietro la proprietà di quest'area?? Mah mah mah... ucci ucci, sento odor di nani pelatucci!
Premesso che chi in modo così smaccato decide di asservirsi al potere è degno di tutto il mio disprezzo, a prescindere dalla sua competenza e da qualsiasi altra azione che può compiere in futuro, ci sarebbe per prima cosa da capire quando sono questi 1.47 miliardi, che, per noi mortali, sono una bella cifretta, in confronto al nostro stipendio, ma magari più difficili da parametrare di fronte all'obiettivo di portare la banda a 20 Mbit al 96% della popolazione. Leggo però che nei paesi civili i progetti guardano già alla banda "larghissima", cioè da 50-100 Mbit. In questo contesto, in Germania entro il 2014 la porteranno al 75% delle case e in Francia entro il 2012 a 4 milioni di case, con un investimento di 10 miliardi. A questo punto, 1,47 miliardi è una cifra che mi si chiarisce un po' di più. E passi.
Poi scopro che questi famosi 800 milioni sono già stanziati ma bloccati di cassa dal Cipe che però non li molla. Tutta la contabilità e quindi anche quella dello stato è di tipo finanziario, quindi mi è piuttosto oscuro il motivo per il quale delle somme, stanziate e non dirottate altrove, non possano essere utilizzate, dal momento che la semplice copertura della spesa è titolo sufficiente per effettuarla. E passi.
Quello che invece mi pare veramente intollerabile è questo modo di sentire del politico comune (di destra e di sinistra, beninteso), che vede nella rete un gioco per bamboccioni, uno sfizio per viziati o per etoromani di ritorno che cercano il ritorno dei ventanni e delle ventenni nel loro 17" LCD. Insomma, internet, per loro cos'è? Ragazzini che chattano su msn con il vicino di casa, depravati che digitano con una sola mano, smanettoni che infoltiscono la già fitta schiera dei pirati, un universo di insonni, sfaccendati e falliti che non hanno di meglio da fare (quando di solito il meglio è rappresentato dal curare i propri covered warrant, la contabilità parallela o gli amici degli amici che potrebbero diventare anche nostri amici, se serve). Oggi, perfino Confindustria, che non mi dà l'idea di essere un'associazione rivoluzionaria, si è lamentata di quello che qualsiasi rincitrullito che sia rimasto collegato su internet per più di un'ora di seguito ha bene in mente, e cioè che oggi il mondo vive su internet. Chi è online ha davanti a sè il mondo, ci può parlare, può capirlo. Oggi è quasi impossibile rimanere fuori dalla rete per chi deve stare sul mercato. Qualsiasi azienda investe una rilevante quota delle proprie risorse nell'informatizzazione, per far funzionare meglio i propri sistemi gestionali, per arricchire i propri archivi, per ampliare il proprio target. La rete crea molti, molti posti lavoro e magari, in un momento in cui se ne perdono centinaia ogni giorno, non dovrebbe fare così schifo. E questo, solo per parlare di business, l'argomento che, personalmente parlando, mi interesserebbe meno (ma dovrebbe interessare di più il governo degli affaristi che abbiamo). Questo è il tipico caso di quanta distanza ci sia tra il mondo reale e il nostro mondo politico, ancora arroccato all'anteguerra, pieno di gente che non distingue un pc da una televisione, abituati ancora a scrivere le lettere a biro e a farsele battere da segretarie inamidate e segaligne, che "io preferisco parlare con le persone piuttosto che con una macchina". Tra molti anni ce ne ricorderemo, guardando la tomba di questi squallidi personaggi che conoscono solo le logiche del potere ma che non hanno mai cominciato a vivere il presente delle persone che rappresentano. I nostri figli guarderanno questo, insieme a mille altre cose, e ci diranno "Ma come avete potuto farvi rappresentare da questa gente?" E io cosa potrò rispondere?

giovedì 22 ottobre 2009

Piccolino, l'Angelino

Bene, finalmente c'è qualcosa che turba il nostro Guardasigilli (espressione, questa, che, intesa letteralmente, non mi pare esattamente di gran stima, ma lasciamo perdere). Forse aver prestato il fianco a leggi disegnate apposta intorno al nostro amato presidente non gli faceva perdere il meritato riposo, o quantomeno il suo sonno non era così turbato quanto ora, che deve affrontare la peggiore delle minacce alla sicurezza nazionale che sia mai apparsa dai tempi di Annibale (vabbè, la nazione forse non c'era, ma gli abitanti dell'Insubria si...)

Bin Laden, dite? Nooooooooo

L'antrace?? Nooooooo

Forse una nuova epidemia di suina (che insomma, con tutti sti maiali che popolano le pagine dei rotocalchi, potrebbe pure essere)? Noooo

O forse terremoti, l'evasione fiscale, la crisi economica, la disoccupazione o magari il sistema scolastico in disfacimento e quello giudiziario che fa acqua da tutte le parti (e non parliamo della magistratura rossa, che è meglio... maledetti comunisti al soldo dell'Avana...)

Nulla di tutto questo: il nostro Angelino (il cui vezzeggiativo già ce lo rende simpatico) è preoccupato dei gruppi su Facebook (per gli amici, faccialibro), soprattutto quelli che inneggiano alla morte del nostro amatissimo premier. farà aprire anche un'apposita indagine, Angelino.
Bravo, bravo. Questo ci aspettiamo da un ministro come te. Un vero atto di responsabilità, la cosa più importante da fare per la giustizia italiana, ovviamente, dopo la separazione delle carriere e la promozione dei giudici che hanno pubblicamente strappato la propria tessera del Pcus e bruciato sulla pubblica piazza, stile Fahrenheit 451, ogni libro con la copertina rossa che può esseere anche casualmente entrato in casa loro. E se è l'Artusi, peggio per loro. La legge è uguale per tutti, eccheccavolo.

domenica 18 ottobre 2009

Ad Agrate siamo avantisssssimo

Ogni tanto, qualche cosa di buono succede anche da noi. Grazie a Fabio ho scoperto che il Sole 24 ore qualche giorno fa ha parlato di noi qui. Queste sono le cose che dobbiamo continuare a fare: progetti pilota di altissima qualità che possano essere presi ad esempio a livello nazionale. Qualcosa di cui essere davvero orgogliosi, anche se magari entrando nel Polo per andare dal medico sarà difficile accorgersene. Speriamo solo di avere tanti di questi esempi nei prossimi cinque anni. Ma intanto, godiamoci questo!

venerdì 16 ottobre 2009

Questo è solo l'inizio

Come al solito, la cronaca è sempre sovrabbondante di materie di cui parlare. Sono io che scrivo poco...
Tra le mille cose che mi hanno colpito (quasi tutte tristemente), in particolare ce n'è una di stamattina, che ho trovato, al solito, sulla Pravda italiana. E' partita quindi una delle ultime fasi di difesa del nostro beneamato massone e presidente, il linciaggio su tutti i suoi sterminati mezzi di chiunque non si adegui alle sue volontà. Diciamo che ce lo si poteva anche aspettare, ma la questione diventa veramente inquietante se si pensa a cosa può generare un sistema di questo genere. Dobbiamo forse aspettarci che, durante la pubblicità di un detersivo per il water , compaia la foto di un giudice (rosso, ma lo sono tutti i giudici...) con una voce suadente che dice "nuova formula, scioglie anche i giudici" o una nuova puntata di Forum in cui il pubblico lincia un attore travestito da giudice Meisano? Un talk show in cui si discute tutti insieme di come mndare la Boccassini a occuparsi di cause per incidenti stradali? L'eutanasia obbligatoria per legge solo per ex direttori di quotidiani comunisti?
Non bastava che si sputassero addosso tutti i giorni tra politici, con le bassezze che gli italiani hanno ben assimilato nei loro comportamenti quotidiani. Ora abbiamo anche il killeraggio in conto terzi, lo sputtanamento degli nemici del padrone da parte dei suoi infiniti sudditi a libro paga. ma si sa, le televisioni sono tutte contro di lui, anche le sue.Fossero state a suo favore, forse il giudice dovrebbe iniziare letteralmente a guardarsi le spalle?
C'è però una cosa che mi consola. Come direbbe il vecchio Andy, se continuiamo così prima o poi anch'io avrò il mio quarto d'ora di celebrità. E con i tempi che corrono, forse è la miglior soluzione alla crisi che il nostro governo può aver pensato. Tutti in tivvù, ecchecccavolo....

lunedì 5 ottobre 2009

PD: giù la maschera

Guardatevi questo video. L'ineffabile baffetto, il più fedele alleato del nano pelato degli ultimi 20 anni, commenta l'immonda figura dei suoi deputati in occasione della votazione sullo scudo fiscale. Nell'intevista successiva, Morassut, il cementificatore di Roma giustamente promosso a deputato per meriti politici, dimostra come in effetti D'Alema e Veltroni (di cui Morassut è fedele delfino, anzi, direi piuttosto cefalo) un terreno comune ce l'hanno, eccome!





Della serie, potete fare tutti i congressi del mondo, tutte le primarie dell'universo, ma se non vi libererete degli stessi schifosi personaggi che infestano l'aria politica da mille anni, non sarete mai credibili

mercoledì 30 settembre 2009

Scudo fiscale, c'è chi dice no (per davvero)

Lo sappiamo tutti, di chiacchierare sono capaci tutti, ma alla prova dei fatti molti tentennano, tremolano e si afflosciano e solo pochi rimangono in piedi.
Parliamo quindi dello scudo fiscale, immonda, immondissima ed ennesima invenzione del governo che, presumo, nasce per tutelare gli evasori fiscali, ma che molto facilmente sarà preda del riciclaggio e quindi del narcotraffico, della mafia e di ogni altra attività illecita. In buona sostanza, in uno zic, che verrà approvato, ma guarda un po', ancora una volta a colpi di fiducia nonostante la maggioranza di cui dispone il nano, l'Italia diventerà a tutti gli effetti uno dei paradisi fiscali contro cui ultimamente va di moda stracciarsi le vesti. Chissà come mai, però, non ho sentito pronunciare questa parola da nessuno tranne da Di Pietro, che, con il suo ormai usuale tono millenaristico rischia di esaurirsi nel proprio personaggio. Forse nel PD sono ancora troppo impegnati a sbranarsi per chi avrà la segreteria del Medio Campidano o di Velletri per scoprire che nel frattempo stiamo sorpassando a destra (ma guarda come, a volte le espressioni idiomatiche calzano a pennello...) la Svizzera nel regalare l'impunità a tutti i peggiori malfattori.
In questo contesto, come al solito non esattamente foriero di buoni presagi, leggo qui che, una volta tanto, qualcuno passa dalle parole ai fatti. Banca Etica non vuole i soldi che torneranno con lo scudo fiscale. Bella forza, direte, tanto dei suoi clienti non ce ne sarà manco uno che lo chiederà. Vero (e lo spero bene). Però questa iniziativa credo vada guardata un po' più dall'alto. Se riusciamo ad astrarci per un po' dal contesto specifico, potremmo leggerci dentro il seme di una grande operazione di responsabilità globale che dovrebbe poi essere ciò che dovrebbe essere colto dall'attenzione del consumatore medio che guarda il mercato non solo nel settore bancario, in cui, come tutti sappiamo, il più pulito ha la rogna (se avete 10 minuti di tempo, tanto per dire la prima che mi capita per la testa, fatevi un giro qui). La provocazione che ci lancia Banca Etica con questa ininziativa (ma a dire la verità, con la sua stessa esistenza) è molto semplice: se vuoi un mondo con lo scudo fiscale, vai da altri, se lo vuoi senza vieni da noi. Un po' più in generale potremmo dire "se vuoi un mondo senza regole etiche, rimani dove sei, se la responsabilità per te è un valore primario, noi lo difenderemo". Noi valiamo più dei soldi che costiamo, perchè dietro di noi ci sono i principi, il rispetto delle regole, delle persone e della giustizia, mentre dietro il mercato ci sono solo i soldi, che quasi sempre finiscono nelle stesse tasche.
Quello dell'economia solidale è un campo di cui intendo scrivere ancora molto qui, ma mi piace poter iniziare questo discorso parlando di un settore che, come tutti sanno, proprio per la sua totale mancanza non dico di etica, ma di qualsiasi forma di controllo, ha messo in ginocchio l'intera economia mondiale. Questa piccola bancaccia, questa accozzaglia di dilettanti senza arte nè parte, si unisce al coro sempre più numeroso di quelli che continuano a dirci che cambiare è possibile, se lo vogliamo

venerdì 25 settembre 2009

Nani e ballerine, ma arridatece le ballerine!


Ormai sono infinite le porcate che sta infilando questo governicchio. E' notizia di oggi, ma attività di luglio, l'abrogazione di fatto di alcune norme già approvate cosiddette antifannulloni. Quello norme che, di fatto, avrebbero creato disparità di trattamento tra i lavoratori pubblici e quelli privati in caso di malattia, aumentando le ore di reperibilità e indennità di malattia ridotta. Al solito, come si conviene a questo governo, anche la riforma della riforma è stata approvata con decreto legge, poi convertito in agosto.


Ormai le fanfaronate di Brunetta rasentano il livello di quelle del suo capo (forse perchè i due sono tra i pochi che riescono a guardarsi reciprocamente negli occhi) e ormai la gara è a chi la spara più grossa. "Sono più grande presidente degli ultimi 150 anni" contro "sono meglio di Padre Pio" oppure "non si può mandare in strada il poliziotto panzone che non ha fatto altro che il passacarte, perché in strada se lo mangiano". In effetti, Brunetta un po' di strada la deve ancora fare. Però, lui, anche se non sembra, non è un cretino e sa bene cosa può e non può fare. E' un docente universitario e conosce perfettamente il mondo delle regole. Aver fatto una riforma come la sua è una cosa di evidentissima malafede, dal momento che era evidentissimo a chiunque, e a maggior ragione a chi nel mondo della pubblica amministrazione, che le sue cosiddette riforme se le sarebbe dovute, presto o tardi, rimangiare. Secondo il tritissimo clichè che segue chi deve legiferare, le riforme si fanno con schiamatti, squilli di tromba e rulli di tamburi, la loro correzione si fa sempre quando l'italiano medio va in vacanza o ha il solito delitto di Garlasco di cui occuparsi. Ne ho già parlato qui a proposito di Maroni, ma ormai il gioco è talmente scoperto che l'hanno imparato anche i sassi.


La verità è che la vera riforma della pubblica amministrazione non la farà mai nessuno, perchè costa sangue sudore e lacrime, perchè, per una volta, bisognerebbe distinguere le persone tra bravi e cattivi e non tra amici e non amici, perchè costerebbe molto tempo e non porterebbe nessun vantaggio in termini elettorali, perchè, finalmente, bisognerebbe scoprire il pentolone delle consulenze, delle spese inutili, e anche, ovviamente, degli incompetenti e dei fancazzisti, che abbondano ma che si sono fatti una crassa risata di fronte alla cura Brunetta (magari perchè qualcuno lo ha pure votato). Basterebbe un semplice studio che pubblicasse degli indici di benchmarking in base ai quali iniziare a misurare, non dico tutto, ma alcune banali cose. Ne dico una qualsiasi, la prima che mi viene in mente, caro ministro. Nei comuni di Ragusa e Trapani, dove notoriamente la pubblica amministrazione raggiunge i suoi più alti livelli di efficienza, la spesa di personale per numero di dipendenti è intorno ai 55.000 euro annui, a Lodi 20.000. E' normale? 55.000 euro di costo medio di personale forse non ce l'ha neppure la Mc Kinsey e, così ad occhio, non ho notizie della stessa efficienza per il Comune di Ragusa. A Venezia le spese di personale sono intorno al 25% delle spese correnti, a Enna il 50%. E' normale? A Cosenza ci sono 138 dipendenti comunali ogni 10.000 abitanti, a Rieti 23. E' normale?


Insomma, caro ministro, non ci vuole molto a capire dove si potrebbero mettere le mani, senza neanche dover fare grandi studi. Certo, magari si potrebbe far studiare questo problema a qualche società di consulenza...


Ma guarda, ministrino, mi viene in mente anche un'altra idea (e sono 2 in 5 minuti). Si chiama italia.it ed è quel progetto, teoricamente interessante, nel quale sono stati buttati milioni di euro per non avere assolutamente niente. Parliamo di uno stanziamento iniziale di 45 milioni di euro più altri 25 milioni più altri 21 stanziati lo scorso anno e altri 10 stanziati quest'anno, il tutto per un totale di 101 milioni di euro (che fanno 200 miliardi di lire del vecchio conio) di cui 100.000 solo per preparare quello splendido logo che tutti potrete vedere accedendo al sito, il tutto per generare un sito internet orribile, nella sua versione iniziale pieno di bachi e perfettamente inutile. Andateci sopra e lo scoprirete per conto vostro. Quando è uscita la prima versioned el sito, un privato nel giro di poco tempo ha prodotto, gratuitamente, un risultato qualitativamente migliore, senza errori e GRATIS (se non ci crdete, guardate qui). E allora, caro ministrino, non è che per caso sarebbe il caso, ad esempio di andare a recuperare questa efficienza o questi soldi? Come dici? non si può perchè l'incarico era dato all'IBM e responsabile dello sviluppo era il ministro Stanca, ex AD dell'IBM e ora mammasantissima dell'Expo? Maddai!! Carramba che sorpresa!!


E allora, almeno, visto che proprio non possiamo fare altro, visto che invertendo l'ordined ei fattori dei nani il risultato non cambia, almeno arridatece le ballerine!

lunedì 21 settembre 2009

Assemblea Insieme per Agrate

Questo post sarà già abbastanza lungo per non dover essere ulteriormente infarcito di parole, quindi, per chi fosse interessato, posto di seguito il mio intervento durante l'assemblea annuale, in cui è stato approvato il nuovo statuto ed è stato eletto il nuovo gruppo di coordinamento. Prendete un cuscino e buona lettura
Mi fa piacere che la Lista abbia deciso di cercare un momento in cui fermarsi a riflettere sul proprio scopo e sul proprio futuro perché trovo che guardarci in faccia con sincerità sia il miglior modo per decidere chi si vuole essere e dove si vuole andare. Negli anni nei quali io e la lista ci siamo reciprocamente accompagnati nel nostro cammino ho incrociato, come quasi tutti noi, momenti di condivisione e momenti di frizione con le scelte dell’amministrazione. Ho spesso lamentato una difficoltà di comunicazione e di partecipazione e ho più di una volta puntato il dito su scelte gestionali che non mi sono sembrate felici. Più di rado ho però detto, colpevolmente, che, nonostante questo, le cose che mi hanno tenuto vicino alla lista sono state molte, molte di più di quelle che lamentavo.
Ho apprezzato soprattutto la condivisione di uno stile attento alle persone, il prendersi cura dei problemi altrui, la sincera preoccupazione che a volte giungeva come un tarlo ad arrovellare le notti insonni di qualcuno, tutte cose che credo dicano della tensione per il bene comune molto più di un marciapiede con o senza buche o di un’iniziativa andata bene o male. Anzi, aggiungo ancora un tassello, credo che questo tipo di attenzione abbia spesso riguardato i più deboli tra di noi, quelli che hanno necessità di più cure e per questo sono fiero di poter dire di appartenere ad un gruppo che ha dato un senso compiuto alla parola solidarietà. Su singole attività o progetti avremo probabilmente sbagliato e ancora sbaglieremo, ma sappiamo che i principi che hanno ispirato le nostre scelte sono e saranno sempre di cristallina limpidezza da qualsiasi lato li si vorrà guardare. L’eredità più importante che credo ci abbia trasmesso l’esperienza dell’Amministrazione passata è il patrimonio di attenzione per il prossimo che non ho dubbi sarà la cifra stilistica che contraddistinguerà anche il nostro futuro. Noi abbiamo lavorato e lavoreremo per gli altri, non tutti lo avrebbero fatto e penso sia importante sia riconoscerlo tra di noi, sia ricordare a tutti che questo è il distintivo che porteremo con orgoglio finchè ci identificheremo in questa lista.

Credo poi che la nostra linea debba saper accogliere una delle più importanti sfide che la nostra società ci chiama ad affrontare, quella per l’ambiente. Solo pochi anni fa nessuno sapeva cosa fosse il famigerato buco dell’ozono, mentre oggi i bambini a scuola ne parlano con una cognizione di causa che farebbe vergognare molti di noi. Un piccolo esempio che ci mostra come la diffusa consapevolezza permetta di fare grandi passi nei confronti di temi importanti. Oggi siamo di fronte ad una sfida ambientale senza precedenti: potentissime lobbies, dietro alle quali girano interessi di miliardi e miliardi di euro, si dibatteranno e combatteranno con tutti i mezzi per spremere le risorse del nostro pianeta fino al collasso, ma ormai un grande movimento, assolutamente trasversale, di fronte al quale la parola “ambientalista” perde di significato, sta acquisendo ogni giorno sempre più forza, un movimento fatto non solo da partiti e da associazioni, ma, ormai, composto per la maggior parte da persone che sono lontane dalla parola “politica”ma che di fatto hanno interiorizzato ciò che spesso noi facciamo fatica a trasmettere, quando non a testimoniare: per cambiare il mondo, devi prima cambiare la tua vita. Anche noi dobbiamo fare la nostra parte, difendendo il nostro territorio, nella consapevolezza che un metro quadrato sottratto ai campi non tornerà mai più verde. Anche noi dobbiamo difenderci, senza preconcetti ideologici, ma anche con la fermezza che ci viene guardando i tanti territori anche molto vicini a noi sui quali ormai lo spazio fisico per edificare non esiste più. E’ ormai tempo di emergenza, tempo di chiudere definitivamente le serrande davanti ai compromessi, alle ultime volte, alle necessità del mercato. Ci sorreggeranno in questo compito moltissime esperienze, disseminate in tutta Italia, che chiedono solo di essere emulate. Le grandi rivoluzioni partono dal basso e sono certo che noi vorremo in futuro essere attori protagonisti di quel cambiamento che ribolle sotto la crosta dell’affarismo che riempie la pancia di pochi e che ogni giorno di più mostra il proprio fiato corto e i suoi limiti. Per questo, il grande incremento del verde pubblico previsto nel pgt, la quotidiana cura dell’esistente, ma anche l’attenzione alla mobilità lenta, al risparmio energetico e alle energie rinnovabili, al consumo critico, all’agricoltura biologica, sono tutti segnali che ritengo indispensabile inviare in futuro per mostrare a tutti i nostri concittadini quale via intendiamo intraprendere perché ognuno di loro possa davvero pensare ad Agrate come alla propria casa.

Mi piace comunque, come sapete, essere chiaro nel dichiarare cosa mi aspetto dal futuro della lista. Definire la linea politica di un’amministrazione che governa da 10 anni può sembrare facile, ma temo che su questa materia la lista debba maturare un’ulteriore e più profonda esperienza. Amministrare, come spesso ci ricorda il Sindaco, è un’attività che richiede moltissimo impegno. Un impegno che richiede tempo, ascolto , competenza , sensibilità, capacità di comunicare e di lavorare insieme. Alcune di queste qualità non si comprano né si acquisiscono, per altre serve un impegno costante fino a far diventare la cura della cosa pubblica il proprio più importante interesse, anche se non si occupa una delle otto poltrone di vertice. L’impegno, lo sappiamo tutti, perché venga mantenuto sugli alti livelli che il nostro ruolo comporta, trova il suo necessario complemento nella soddisfazione. Se l’impegno sfocia in un risultato carente, di basso livello, di scarso coinvolgimento, è destinato a morire. Per questo credo che, per durare, dobbiamo garantirci reciprocamente sia i risultati, sia il coinvolgimento. Sono dunque molto d’accordo sulla decisione del Sindaco di voler dare ad ognuno di noi un solo impegno per poter dare a tutti un incarico. E’ un piccolo segno che però ci pone nella giusta ottica per iniziare a lanciare tanti segnali che vedono la partecipazione come minimo comune multiplo. Se poi, con questo, riusciremo ad allargare la base operativa della lista, avremo ottenuto un grandissimo risultato e, per quando sarà nelle mie possibilità, mi impegnerò affinchè questo obiettivo venga perseguito con costanza. Ci sono tanti piccoli gesti che poi si potrebbero adottare per cercare di stringere il numero di gradini che oggi riempiono la distanza tra il Sindaco, come primo cittadino, e l’ultimo arrivato tra gli agratesi. Ritengo che, per iniziare a guardare in casa nostra, il primo di essi possa essere la predisposizione regolare di verbali delle riunioni di lista, cosa che risponde sia all’esigenza di ricordare a tutti di cosa e quando si sono assunte delle decisioni su determinate materie (dal momento che spesso abbiamo avuto opinioni difformi su cosa la lista ha deciso e alcune volte si è dubitato anche che la lista abbia effettivamente discusso alcune materie), sia a quella di diffondere l’informazione anche tra coloro che non hanno partecipato alla riunione. Auspico poi, sempre all’interno di questa ottica, un più stretto coordinamento anche all’interno della squadra dei consiglieri, che la porti ad entrare maggiormente nel merito delle questioni in modo da poter essere di effettiva utilità nel momento in cui occorrerà assumersi con consapevolezza le proprie responsabilità in fase decisionale
Rubo ancora pochi istanti per mettere in evidenza un altro punto che ritengo indispensabile migliorare per il futuro della nostra lista. Durante la campagna elettorale abbiamo fatto un grande sforzo di comunicazione e ritengo abbiamo raggiunto dei lusinghieri risultati. Dobbiamo ora cercare di risalire su quell’onda, che ho avuto l’impressione si sia molto abbassata quest’estate, e ricominciare a tessere la tela che costruisce una vera e duratura relazione con i nostri cittadini. Dobbiamo ripensare i meccanismi di comunicazione, per prima cosa tra di noi, sfruttando al meglio le potenzialità che la rete ci fornisce e cercando di presidiare spazi che oggi non possediamo. Questo, che sia chiaro, comporta che ognuno di noi faccia un passo indietro rispetto alla prassi comunicativa fino ad oggi utilizzata. In questo senso, tanto potranno fare le consulte, ma ancora di più potrà fare un efficace rete di scambi, che permetta, nel diffondere le informazioni, anche l’estensione del dialogo e della condivisione. Fino ad oggi la parola partecipazione è stata molto spesa, ma molto meno attuata, ma, pur nella consapevolezza della difficoltà del percorso e, ovviamente, della fallacità di ognuno di noi, penso che molta strada ancora ci rimanga davanti per poter dire di aver fatto percorsi condivisi oltre il pgt.
Questi quattro punti (solidarietà, ambiente, comunicazione e partecipazione), sono per me e per gli amici che con me hanno condiviso l’entusiasmante esperienza di L&P, la necessaria attuazione del programma di governo e stile operativo delle relazioni che dovranno caratterizzare la lista e l’attività amministrativa. Mi auguro che l’approvazione dello statuto concluda definitivamente la querelle, invero poco simpatica, relativa alla rappresentatività di L&P, che, voglio ribadire ancora una volta, non è un partito, ma ha riunito, in occasione delle elezioni amministrative, non solo i partiti della sinistra che oggi, con rigore semantico, dobbiamo definire extraparlamentare, ma ad essa ha aggiunto molti, molti singoli che si sono riconosciuti nella nostra idea della politica e del rapporto con i cittadini. Per questo, auspico che il programma dell’Amministrazione, così come licenziato dalla lista alla vigilia della campagna elettorale, sia oggetto della più vasta convergenza di tutte le forze politiche locali, ma ritengo oltremodo importante dire che il nostro progetto politico, sul quale abbiamo chiesto ed ottenuto la fiducia degli elettori, non possa in alcun modo essere modificato, né ora, né in futuro, a meno che non vi sia una qualche pratica necessità, che non potrà comunque mai essere quella di compiacere altre forze politiche. Non è ciò che ci hanno chiesto gli elettori e non è un gioco al quale noi ci presteremo.
Con questa premessa, con ogni probabilità frutto di un’eccessiva preoccupazione, non ho alcun dubbio a garantire la più grande e convinta organicità della nostra associazione ad IpA. Chi ritiene che L&P sia stata costruita con fini diversi potrà nei fatti verificare quanto si è sbagliato, così come ha potuto fino ad oggi constatare la coerenza e la lealtà rispetto ad un patto che abbiamo fatto nostro e che intendiamo onorare fino in fondo a questa legislatura e anche oltre. Lasciamo volentieri le dietrologie, le chiacchiere dei bene informati e gli incontri da panetteria a chi non ha di meglio da mettere sulla bilancia. Noi non intendiamo in alcun modo essere alternativi ad IpA, semmai riteniamo che il nostro ruolo possa essere complementare, di supporto e di stimolo, senza preclusioni per alcuno, ma anche senza amici da difendere e senza bandiere da sventolare. La nostra piattaforma è nota da tempo e non è mai cambiata. Per questo, alle parole preferiamo i fatti e su questi chiediamo di essere valutati

domenica 20 settembre 2009

Primarie PD: ritiro tutto

Ebbene si, anche i migliori si sbagliano e quindi perchè non io, che ai migliori sto proprio lì', ad un'incollatura?
Quindi, chi, di fronte a Brunetta e la sua innata classe e senso istituzionale a proposito della sinistra che vada a morire ammazzata e della sinistra "per male" di fronte alla sinistra per bene e altre amenità che non val manco la pena di nominare, liquida la questione dicendo "L'unica brunetta che rispetto è quella dei Ricchi e Poveri" per me non deve fare solo il segretario del PD (che tutto sommato, che me frega...). Io lo voglio SANTO SUBITO!

sabato 12 settembre 2009

L'impossibile energia pulita

Ho appena saputo, leggendo qui, che a Monaco (nel senso di Baviera, non del paradiso degli evasori fiscali), si è appena deciso di convertire dal 2015 il totale delle utenze private all'energia verde.
Mi pare che a Monaco non splenda il sole 365 giorni all'anno e che non tiri il vento di capo Horn. Come hanno fatto? per prima cosa, NON HANNO PRIVATIZZATO NIENTE. Probabilmente da loro i politici non devono sempre restituire ai potenti i favori fatti in campagna elettorale nè devono per forza piazzare i loro omini in ogni angolo dell'universo, e neppure sono abituati alla giaculatoria quotidiana del dover fara cassa (per colpa di altri). Lì l'azienda funziona, fa utili e quindi li usa. Ma soprattutto, lo vogliono fare: non hanno paura di cosa diranno i costruttori, il mercato e lo zio Paperino. Sanno che è giusto farlo e l'hanno fatto. Ce la possiamo fare anche noi?

venerdì 11 settembre 2009

Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento ....

Stavolta non dovrò pescare dalla cronaca locale (o almeno non solo) per fare qualche riflessione di quel che succede oggi, perchè, per fortuna, la rete si muove con una velocità sconvolgente. Sono diverse le voci di protesta sul web che oggi si sono legate contro la decisione del cosiddetto sindaco di Ponteranica, ridente località bergamotta dove c'è anche un ottimo ristorante per chi ama la carne. Putroppo il sindaco deve aver pensato troppo ai bagordi e il cervello deve essere andato un po' fuori giri. Il nostro simpatico uomo ha deciso di rimuovere l'intitolazione della bibioteca a Peppino Impastato, a suo dire per intitolarla ad una personalità locale. Guarda un po'.
Se ci fosse una manifestazione a Ponteranica, ci andrei veramente di gusto, perchè credo siano questi piccoli episodi nella periferia che danno l'idea di quanto, piano piano, velina dopo velina, briatore dopo briatore, tutto diventi abitudine, tutto passi sotto silenzio, tutto sia degno di un'indignazione che dura il tempo di girare una pagina o di schiacciare un pulsante.
E invece, Peppino Impastato è stato un vero eroe civile, una vittima senza macchia del sistema di potere mafioso che proprio oggi il nostro presidente si è per l'ennesima volta preoccupato di tutelare, appena si è tornati a ridiscutere di dichiarazioni di pentiti che accuserebbero, per l'ennesima volta, quel goodfella di Dell'Utri, già condannato in primo grado ma che impunemente siede sui banchi del senato (rigorosamente lettera minuscola, mi pare inevitabile) e che ci impartisce spesso e volentieri anche lezioni di storia (ma di questo ho già scritto). Ricordiamoci tutti e spesso di queste persone, ricordiamoci del loro esempio, del loro coraggio e del fatto che il loro lavoro, la loro lotta e il loro sacrificio non possono essere dispersi nella nebbia dell'oblio, della vacuità e dell'egoismo. La nostra libertà si appoggia ogni giorno sulle spalle di chi prima di noi ha preso milioni di mazzate e magari ci ha lasciato anche le piume.
E allora, intanto, ricordiamoci in nome di questo illuminato sindaco. Si chiama Cristiano Aldegani e se lo incontrate per la strada o fate con lui la fila alle poste (probabile, direi...) potrete dirgli due parole. E per lui, per parafrasare la canzone dei Modena, 1 2 3 4 5 10 100 calci in culo!

mercoledì 19 agosto 2009

Nessuno uscirà vivo da qui


Una volta tanto, prendo come spunto di riflessione non la bibbia del perfetto mangiatore di bambini ma un altro giornale di noti sovversivi, il Sole 24 ore, che, purtroppo in versione cartacea (ho cercato rapidamente l'articolo sulla versione online, non l'ho trovato ma non posso essere certo che non esista), pubblicava ieri un articolo di Roberto D'Alimonte nel quale si faceva la solta analisi del perchè il nano pelato sia sempre sulla cresta dell'onda. In sostanza, il nostro scopre l'acqua calda e dice che 1) avere 5 tv non basta da solo per mantenere un consenso, ma occorre altro 2) questo altro è stata la capacità di aggregare nazionalisti e secessionisti sotto un'unica bandiera (quella dei soldi, aggiungo io). Il ragionamento non mi pare particolarmente raffinato, ma mi sembra anche poco attaccabile, nella sua semplicità. Prosegue poi analizzando una ricerca di Itanes (chi era costei?) nella quale, in sostanza, emerge in numeri il fatto che la maggiore preoccupazione degli italiani riguarda l'economia (mavà...) e che, tra chi soffre di questa ansia, il 41% ha votato pdl e il 30% pd. Questo significa, che, vuoi con la tecnica delle paure, vuoi con lo stile dell'uomo forte, vuoi con la politica dei lustrini e delle paillettes, quest'uomo, che in tanto ancora si ostinano a definire un buffone o un imbonitore, ha trasformato il più grande problema del terzo millennio in una grandissima opportunità. In qualsiasi parte del mondo chi ha dovuto gestire la crisi ha perso consensi, in Italia, dove non è stato fatto in sostanza nulla se non operazioni di facciata e vendita di fumo il premier ci ha guadagnato. In termini di consensi, s'intende, non mi riferisco certo alla riproposizione di quella ignobile norma sullo scudo fiscale... Continuiamo a sfotterlo.

Il problema, come giustamente osservava il giornalista, è che, di nuovo, il nostro nano si trova a far la guerra contro nessuno, quindi ha gioco facile a proclamarsi vincitore. Lui in una settimana ha fatto il Pdl, il Pd sono 3 mesi che parla di un congresso che farà a ottobre. Lui ha scritto il programma su un postit, la fabbrica del programma sembrava l'enciclopedia britannica (se non vado errato, aveva 281 pagine). In qualche modo ammiro l'innocenza con la quale il Pd ha pensato di costruire un nuovo soggetto e penso che un confronto serio e un dibattito interno siano un indice di grande democrazia, di onestà e di trasparenza. Poi sarebbe carino che la stessa trasparenza si usasse in tutte le altre cose del partito, ma questi sono altri discorsi. Il problema principale è che questo stile, dando per scontata la buona fede di chi lo promuove, può essere apprezzato da chi questa cultura ce l'ha dentro. Se ti piace l'uomo forte, se ti interessano le cose pubbliche solo quando scopri di non poter alzare la tua villetta di un piano, se ti fai spiegare dal tg4 come va il mondo, se preferisci passare il tempo contando i tuoi soldi e pensando a come pagarne meno al fisco, allora forse non sono questi i discorsi più adatti.

Più passa il tempo e più mi convinco che ci rimane un'unica possibilità per cercare di cambiare i destini di questo paese, per sperare che si sollevi da questo inginocchiatoio dove sembra si sia accomodato da anni senza alcuna intenzione di muoversi. Senza un grande investimento in cultura, senza un grande movimento delle teste pensanti, senza un ritorno alla conoscenza, senza la presa di coscienza del fatto che il cambiamento passa singolarmente da ognuno di noi, senza un passaparola, senza poter fermare la gente per strada e parlarle, magari parlarle fino all'indigestione, ci terremo il nano pelato e i suoi figli fino alla centesima generazione. E più passa il tempo senza fare niente, più la gente continua a crescere a veline, tg4 e distruzione di ogni tutela per i cittadini più deboli. Finchè abbiamo i soldi, ognuno di noi potrà permetterselo. Poi, piano piano, ognuno di noi dovrà aprire gli occhi. Ne resterà uno solo.

venerdì 14 agosto 2009

Maroni, questa porcata quanti voti porta?

Di solito medito un po' i post prima di scriverli. Beh medito... diciamo che almeno 30 secondi ci penso. Oggi eprò mi ha proprio preso la rabbia. Quella rabbia che ad agosto ti prende, puntuale come un treno giapponese, appena cerchi di capire cosa fanno i nostri amici di Roma. Ad agosto arrivano con precisione chirurgica tutte le fregature che poi ci dobbiamo sciroppare in corso d'anno. Stavolta non parlerò di leggine fregacittadino, ma di una triste circolare del ministro con il destino nel nome, Maroni, letto qui sulla solita bibbia di Pol Pot. In breve, la Polizia non è in grado di mantenere le auto di lusso che ha sequestrato alla mafia e ora le restituisce alle "competenti autorità giudiziarie", cioè nelle mani dei tribunali.
L'idea di vedere un poliziotto che gira in Porsche o in Ferrari mi è sempre sembrata una pagliacciata, ma almeno aveva un suo senso, benchè risibile. Restituire queste auto alle "autorità giudiziarie competenti" significa farle marcire in un deposito, dove nessuno le userà nè le reclamerà, e dove, anzi costeranno alla collettività un sacco di soldi in termini di custodia.
Ora, io credo che lo capisce anche Gasparri (e quindi, forse, lo capirà anche Maroni) che c'è una sola cosa da fare quando una cosa non serve. O la si butta o, se si può, la si vende. Giusto, sciura Maria? E allora, invece di trombazzare ai quattro venti la lotta alla mafia e poi, al 14 di agosto, fare una circolarina in cui si torna indietro con la coda tra le gambe, caro il mio ministro dal cervello da subgasparri, sarebbe stato molto più normale accelerare e semplificare le procedure di vendita. Sul mercato delle auto usate c'è eurotax, c'è un mercato che funziona sempre, soprattutto ora che la recessione impazza. Ci vuol poco per fissare il prezzo dell'auto. Però bisogna farlo subito, bisogna esere efficienti, bisogna avere luoghi dove ricoverarle, bisogna, magri, evitare di gravare le aste delle imposte borboniche che ad oggi tutti pagano quando comprano qualcosa nelle aste. Bisogna poi fare in modo che quello delle aste diventi un mercato serio e trasparente e non la solita cosa aumm aumm birra e salsiccie che piace tanto agli amici degli amici. Già, ma questo costa tempo, fatica e va gestito, mentre cianciare per frasi fatte e luoghi comuni con foto e titoloni sui tg compiacenti è molto più facile e porta pure voti.
Maroni, te lo dico poprio dal cuore. Mi fai schifo.

mercoledì 12 agosto 2009

Zaia, dammi la clava!!

In questa torrida estate, in cui si va e si torna dalle vacanze e dai weekend, mi è sempre più difficile scrivere qualcosa di sensato in qusto spazio. Per mia fortuna, la cronaca attuale ci offre ogni giorno le classiche bouta(na)de estive. L'onore è salvo, il blog pure.
Oggi è il turno del ministro Zaia. Un ministro che ai più è sconosciuto, sia lui, sia il ministero che guida. A dire il vero, all'inizio non mi era neppure particolarmente antipatico. Poi, probabilmente, il DNA ha avuto al meglio sulla razionalità e abbiamo assistito ad una serie di meraviglie. Poche, in realtà, il che probabilmente ha spinto il nostor ministro ad escogitare qualcosa per salire sulla cresta dell'onda, almeno ad agosto, quando i nanipelati e le ministredallacosciavolubile vanno in vacanza e lasciano spazio mediatico anche alle seconde e alle terze linee.
Insomma, il nostro, sui quotidinani di oggi (il solito link comunista è http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/politica/lega-fiction/lega-fiction/lega-fiction.html )vuole i programmi in dialetto. E' ovvio che questo apre la strada non tanto a discussioni, perchè mi sembra che non ci sia neppure molta materia per farlo, ma, più che altro, a battute. Ma, per non sparare sulla croce rossa, mi è venuta in mente una risposta di Dario Fo ad una analoga esilarante proposta di una quindicina di giorni fa a proposito dell'esame di dialetto ai professori. sono andato a riesumarla, non senza fatica, e ne riporto qui la fine, che arriva dopo una disquisizione sulla diversità dei dialetti, sulla loro ricchezza e sulla loro importanza per la conservazione delle tradizioni e della cultura popolare
"Vorrei farlo io un test ai politici che hanno avanzato questa proposta. Mi piacerebbe chiedere a quelli della Lega, che é nata in Lombardia, quanto sanno veramente dei poeti lombardi, quanto a fondo conoscono la storia e le tradizioni della loro regione".
Il risultato mi pare non serva. Sarebbe troppo facile dire che sarebbe già buono che questi signori imparassero a parlare l'itagliano. Il problema è che se a loro interessasse la cultura popolare l'approccio potrebbe essere anche serio. Ma qualsiasi scusa è usata come clava per avere il wharoliano quarto d'ora di celebrità (e dire che sei un ministro, caro Zaia...). Del resto, ha ragione anche il ministro: che senso ha togliere una clava al partito dei Flintstones?

lunedì 27 luglio 2009

La casa comune 2 la vendetta o dei variopinti diritti

Oggi avevo in mente di scrivere di altre sconcezze (perchè purtroppo più che di questo non si può parlare), ma mi ha solleticato ancora il nostro uomo, che sembra si stia avvicinando ad ampie falcate a prendere il posto di topogigio non solo nel PD, ma anche nelle sue massime sferzanti e tristemente forzitaliote.
Brevemente, il nostro ha dichiarato oggi
"Non è il momento di far rientrare i ragazzi italiani dall'Afghanistan: è il momento di completare quel lavoro" ha detto il segretario del Pd Dario Franceschini, oggi a Udine. "Penso che i ragazzi italiani, che sono là perché lo Stato li ha mandati, hanno il diritto di non vedere ministri che litigano fra di loro con interviste sui giornali semplicemente per raccogliere qualche consenso o qualche voto in più". "Hanno il diritto - ha concluso Franceschini - di avere un governo e un Parlamento che compattamente stanno alle loro spalle".
Hanno anche il diritto, caro Topogigio, di avere la pelle salva. Io, peraltro, anche se non sono onorevole, ho diritto ad avere uno stato che rispetta la Costituzione, un Governo che non butta nel cesso milioni e milioni di euro senza alcun progetto plausibile se non quello di lustrare le scarpe degli americani (e se ci fosse, sarebbe pure peggio, visto che ormai siamo in Afghanistan da quando è nata la nonna di Pertini) e ho pure diritto di avere qualcuno che spiega alla gente che non ci sono i soldi per gli ammortizzatori sociali durante la crisi più nera degli ultimi 80 anni, per la scuola mentre impazza la riforma più ignobile di tutta la storia della Repubblica e per i bisogni più elementari, mentre si spedisce gente (pagata da noi) per far la guerra all'uomo nero che ogni giorno cambia nome.
Sta cosa che tutti hanno diritti deve finire, Topogigio. Anche qui ci vorrebbe un bel taglio, anzi, bisognerebbe efficientare. Pensaci, quando sarai segretario (per ora) del PD.

giovedì 23 luglio 2009

La casa comune


Lo sapevo che bastava iniziare a scrivere per trovare l'argomento successivo...

La discussione sul futuro congresso del pd non mi entusiasma particolarmente, sia perchè non ne faccio parte, sia perchè in questi casi mi è spesso difficile capire le sottili differenze nelle posizioni ufficiali tra un candidato e l'altro. del resto, in un mondo politico in cui tutti sono liberisti, tutti sono riformisti e tutti sono democratici, penso di averne ben donde... resta il fatto che dovremo sopportare questo polpettone ancora per qualche mese e tanto vale informarsi. In ogni caso, fossi in dubbio su chi votare, mi sarei già tolto un dubbio


Leggo oggi dalle pagine del noto quotidiano bolscevico già diretto dal figlio di Karl Marx un paio di chicche all'interno dell'intervista a Franceschini

1) il nostro dice "In questi anni di transizione dal ’94 a oggi, con tutti gli scontri e i limiti che abbiamo visto, due co­se sono state condivise dai due campi: la nascita di uno schema bi­polare, centrodestra e centrosini­stra che si alternano al governo; e la nascita del Pd prima e del Pdl poi. Si è passati da un bipolarismo fondato su coalizioni eterogenee, frammentate, litigiose, a un bipola­rismo più europeo, con due grandi partiti alternativi e alcune forze in­termedie. Ma non dobbiamo crede­re che questo sistema sia acquisito per sempre, come se fosse consoli­dato da decenni. Dobbiamo pensa­re che questo sistema vada salva­guardato; perché non riguarda so­lo la politica, ma anche le istituzio­ni, l’economia, la competitività, l’aggancio all’Europa" Quindi, siamo in un bipolarismo europeo. Grazie per la precisazione, perchè non me n'ero accorto. Devo controllare più spesso quandi partiti ci sono nel parlamento tedesco e francese. Ad esempio, in Francia mi pare siano rappresentati 6 gruppi all'Assemblea Nazionale, in Germania, nel Bundestag, 5. In Spagna i principali partiti devono poi sempre allearsi con partiti minori per poter governare. Caro Franceschini, le restituisco il libretto, torni la prossima volta. Inoltre, ricorderei che il più grande risultato per il perseguimento del bipolarismo è stata la cancellazione di tutta la rappresentanza di sinistra. Un bel successo, non c'è che dire. Continua così, che vai forte. Ma torna a settembre perchè forse, col caldo, sei andato un po' troppo a Fregene e un po' troppo poco in biblioteca


2) Domanda : Bersani rivendica di poter par­lare di partito di sinistra.

Risposta «Io sarei cauto nell’uso delle pa­role. Sinistra è una parola e una storia nobilissima, cui io sono an­che legato. Da ragazzo ero nella si­nistra Dc con Zaccagnini, e ricordo convegni in cui si discuteva se con­siderarci sinistra della Dc o sini­stra nella Dc. Conosco la forza, l’or­goglio della parola sinistra. Ma so pure che c’è una parte degli eletto­ri e dei gruppi dirigenti del Pd che non si riconosce solo in quella pa­rola. O il partito resta la casa di tut­ti, liberal, cattolici, laici, ambienta­­listi, oppure diventa un’altra co­sa».

Farei un minuto di silenzio sull'inizio, quando mette insieme "sinistra" e sinistra dc". Basterebbe questo. Ma, più che questo, sono felice di aver letto questa intervista perchè ora ho finalmente capito cosa stava sotto quel cianciare infinito e senza risultati sui temi etici, sulla riforma elettorale ma forse anche sul livello di tostatura del caffè al bar del transatlantico e su chi eliminare al Grande Fratello. Era la casa di tutti. Quella casa in cui tutti si sorridono e si accoltellano alle spalle, che, appena può, candida e fa eleggere in Parlamento (anche quello europeo) i peggiori cadaveri della partitocrazia, quella casa in cui nessuno è stato ancora capace di cacciare a calci in culo uno come D'Alema, che si è macchiato dei più ignobili incuici con Berlusconi e che oggi passeggia tronfio e dispensa consigli e massime su come gira il mondo o uno come Bassolino, uno che ... non riesco manco a dirlo, ecco.

Per fortuna, non devo votare, ma, se dovessi farlo, avrei un dubbio in meno. Pentiti, Franceschini, pentiti

martedì 21 luglio 2009

Com'è dura l'avventura



E va bene, lo confesso: è una settimana che sono tornato, ma non so bene come ricominciare a scrivere. Non so da dove farlo, non so di cosa parlare esattamente, non so chi leggerà dopo una pausa di ormai tre settimane che, nel mondo del web 2.0, sono anni. Ma tant’è, facciamocene una ragione.


La sindrome del foglio bianco penso sia tanto più grave quante più cose occorre riordinare, razionalizzare e mettere in fila. Visto che non si è mai soddisfatti quando si pone mano a queste titaniche imprese (e più si aspetta, più la confusione si ingigantisce e minori sono le speranze di uscire vivi dal casino), a questo punto ho deciso di andare a ruota libera e scrivere quel che viene e quanto ne viene (occhio che ce n’è fino a domani notte…)


Allora, partiamo dalla cosa più facile. Due settimane a vedere un mondo a parte. Un mondo in cui la natura si è ritagliata una specie di proprietà privata in cui fare tutto quello che le passa per la testa, e vi assicuro che l’ha fatto. Un paese in cui la gente conserva la stessa dignitàsia quando mangiava pane e cipolla, sia quando si riempiva la casa di diavolerie elettroniche, sia ora che non sa più che pesci pigliare per pagare i propri debiti. La stessa gente che ora s’è risvegliata dal sonno della ragione american style e che ora sta facendo i conti con la realtà che si riprende tutto quello che ha regalato prima. Nonostante questo, nessuno si straccia le vesti, ma non per questo si rinuncia a protestare. Civilmente, ma incessantemente, da quasi un anno e ogni giorno, davanti al Parlamento, che loro chiamano Alpingishus, la gente ricorda a chi ha deciso di occuparsi delle cose altrui che servono soluzioni rapide e definitive per ridare speranza alla gente e vigore all’economia. Ma ce la immaginiamo la gente che, in Italia, protesta per un anno di fila davanti al parlamento? Noi abbiamo una crisi economica senza precedenti, con migliaia di persone che hanno perso il posto di lavoro e che lo perderanno in futuro, un governo che, in tanta difficoltà, non ha trovato di meglio da fare che qualche regalino aigli amici imprenditori, un presidente che si fa le leggi a suo uso e consumo, che possiede i principali i mass media d’italia, un’opposizione che balbetta quando deve far la voce grossa e che blatera all’infinito sugli stessi 3 argomenti da 10 anni senza arrivare ad una soluzione e noi, dopo 3 giorni al massimo di titoloni in prima pagina, parliamo di mostri di Garlasco, veline, di grandi fratelli, di mignotte da 5000 euro a notte (ma chiamiamole pure escort, ci mancherebbe…) e chi più ne ha, più ne metta. Abbiamo da imparare l’abc del senso civico probabilmente anche dagli antropofagi della Nuova Guinea. Sicuramente, da tutti i popoli del nord, che, rispetto a noi, sono avanti anni luce, anzi, secoli luce. Ma se non siamo capaci neppure di tenere puliti i bagni pubblici, come possiamo pretendere di insegnare ai nostri figli il rispetto dell’altro e la democrazia?


Ok, come al solito, m’è partita la penna, anzi, la tastiera. L’invidia è una brutta bestia, diciamocelo, e ogni volta che esco dall’Italia ritorno a casa con una rabbia che non riesco neppure a spiegare, sapendo che quella civiltà non abiterà mai neppure per un momento nel nostro paese. Che fatica essere italiani, che fatica…

lunedì 29 giugno 2009

Forse chiuso per ferie

Per qualche giorno, dispenderò tutti dalla lettura di questo blog. Stasera salirò su un aereo domani pomeriggio potrei trovarmi in un posto come quello qui a fianco a rimirare le meraviglie della natura.
Ovviamente, lo faccio perchè il Presidente ha detto che bisogna consumare e io non voglio deluderlo. E poi, vado a contribuire al reintegro economico dello stato che, in Europa, è stato il più devastato dalla crisi economica. Se non è un'opera buona questa...
Per questo motivo, la vostra lettura estiva preferita è possibile che subisca alcuni temporanei blocchi. E' però possibile che riesca a fare qualche breve aggiornamento attaccandomi a qualche rete wireless o, anche, che mi diano per disperso e che tra una decina d'anni qualcuno mi ritrovi con un cappello da vichingo arruolato su una baleniera mentre, durante una tempesta, lancio innominabili improperi contro Odino. Del resto, ormai lo abbiamo capito tutti, il futuro non è scritto.

giovedì 25 giugno 2009

Ma allora è tutto vero...

Ecco, ora ne ho le prove. Ci sono veramente arrivato. Ci siamo veramente arrivati. Ieri sera è cominciata la grande (almeno, speriamo) avventura.
Tutto secondo copione, almeno all'incirca. Non c'era in gioco nulla di rilevante, se non decisioni ampiamente anticipate ai giornali (e alla fine, anche a chi li leggeva...). Ho anche fatto la valletta, distribuendo i bigliettini ai consiglieri per la votazione dei membri di una commissione di cui nessuno, fuori dall'edificio comunale, conosce l'esistenza, ma queste sono le bellezze della bur(r)rocrazia. Ci tengo anche a dire che ho una splendida posizione, con le spalle girate al pubblico. Chissà come mai, mi hanno messo ultimo della fila. Almeno potrò fare smorfie al sindaco senza che nessuno dal pubblico mi veda. Ma chi m'ammazza?

martedì 23 giugno 2009

Don Paolo Farinella, occhio alla penna

In rete, si sa, le notizie viaggiano velocemente. Io ci ho messo un po' a ricevere la scandalizzata lettera che don Paolo Farinella, prete della diocesi di Genova, ha inviato al suo vescovo, che per avventura è anche il presidente della CEI. Se l'avessi dovuta scrivere io, non ci avrei messo tutta quell'enfasi sui costumi, ma, per fortuna, al mondo siamo tutti diversi. Per il resto, sottoscrivo i contenuti, i toni e lo stile di questo sacerdote, soprattutto se penso che, con ogni probabilità, ora è destinato a passare i suoi giorni in qualche parrocchia delle montagne, scavallando passi e spalando letame. Peraltro, è possibile trovare in rete interviste di quest'uomo (che, così ad occhio, non sembra molto simpatico), per apprezzarne la cultura e la conoscenza delle Scritture. Insomma, non stiamo esattamente parlando dell'ultimo fessacchiotto.

Purtroppo le voci di dissenso, soprattutto nella Chiesa, sono sempre più rare e proprio per questo credo sia necessario fare loro da megafono appena possibile. Con la speranza, soprattutto, che chi chiede alla Chiesa di assumere posizioni più oneste e serie, più verso il Dio degli ultimi e meno verso il dio soldo, non debba perennemente pascolare nei bassifondi della cronaca.

E' un po' lunga, ma vedrete che ne val la pena. Buona lettura



Don Paolo Farinella, lauree in Teologia Biblica e Scienze Bibliche e archeologiche. Ha studiato lingue orientali all’Università di Gerusalemme: ebraico, aramaico, greco. I suoi ultimi libri: ”Bibbia, parole,segreti, misteri ” e ” Ritorno all’antica Messa “, sempre editore Gabrielli.


Lettera aperta al cardinale Bagnasco
Egregio sig. Cardinale,
viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E’ il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.
Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile:frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica. Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di «frequentare minorenni», dichiara che deve essere trattato «come un malato», lo descrive come il «drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio». Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell’omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull’inazione del suo governo e sulla sua pedofilia. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la «verità» che è la nuda «realtà». Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell’Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi «principi non negoziabili» e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono «per tutti», cioè per nessuno Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all’integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi. Non date forse un’assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi «parlate per tutti»? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l’immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E’forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l’attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei?
Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l’8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell’inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra all’accusa di pedofilia, stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull’odio dell’avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con «modelli televisivi» ignobili, rissosi e immorali.
Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l’altro 50% sotto l’influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d’interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa? Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita «dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale»? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall’eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l’etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant’Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché «anche l’imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa». Voi onorate un vitello d’oro. Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da «mammona iniquitatis», si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che - è il caso di dirlo - è un silenzio d’oro? Quando il vostro silenzio non regge l’evidenza dell’ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: «troncare, sopire … sopire, troncare».Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? «Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo … si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest’urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti… A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent’altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire» (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX).
Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una «bagatella» per il cui perdono bastano «cinque Pater, Ave e Gloria»? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: «Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix» (La Stampa, 8-5-2009).Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l’integerrimo sant’Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell’imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: «Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l’anima con il denaro» (Ilario di Poitiers, Contro l’imperatore Costanzo 5).Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei «per interessi superiori», lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile.Lei ha parlato di «emergenza educativa» che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei «modelli negativi della tv». Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l’arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del «velinismo» o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull’altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l’Italia.Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all’Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: «Non licet»? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro «tacere» porta fortuna. In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.

Genova 31 maggio 2009

Paolo Farinella, prete