joe strummer

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lunedì 29 giugno 2009

Forse chiuso per ferie

Per qualche giorno, dispenderò tutti dalla lettura di questo blog. Stasera salirò su un aereo domani pomeriggio potrei trovarmi in un posto come quello qui a fianco a rimirare le meraviglie della natura.
Ovviamente, lo faccio perchè il Presidente ha detto che bisogna consumare e io non voglio deluderlo. E poi, vado a contribuire al reintegro economico dello stato che, in Europa, è stato il più devastato dalla crisi economica. Se non è un'opera buona questa...
Per questo motivo, la vostra lettura estiva preferita è possibile che subisca alcuni temporanei blocchi. E' però possibile che riesca a fare qualche breve aggiornamento attaccandomi a qualche rete wireless o, anche, che mi diano per disperso e che tra una decina d'anni qualcuno mi ritrovi con un cappello da vichingo arruolato su una baleniera mentre, durante una tempesta, lancio innominabili improperi contro Odino. Del resto, ormai lo abbiamo capito tutti, il futuro non è scritto.

giovedì 25 giugno 2009

Ma allora è tutto vero...

Ecco, ora ne ho le prove. Ci sono veramente arrivato. Ci siamo veramente arrivati. Ieri sera è cominciata la grande (almeno, speriamo) avventura.
Tutto secondo copione, almeno all'incirca. Non c'era in gioco nulla di rilevante, se non decisioni ampiamente anticipate ai giornali (e alla fine, anche a chi li leggeva...). Ho anche fatto la valletta, distribuendo i bigliettini ai consiglieri per la votazione dei membri di una commissione di cui nessuno, fuori dall'edificio comunale, conosce l'esistenza, ma queste sono le bellezze della bur(r)rocrazia. Ci tengo anche a dire che ho una splendida posizione, con le spalle girate al pubblico. Chissà come mai, mi hanno messo ultimo della fila. Almeno potrò fare smorfie al sindaco senza che nessuno dal pubblico mi veda. Ma chi m'ammazza?

martedì 23 giugno 2009

Don Paolo Farinella, occhio alla penna

In rete, si sa, le notizie viaggiano velocemente. Io ci ho messo un po' a ricevere la scandalizzata lettera che don Paolo Farinella, prete della diocesi di Genova, ha inviato al suo vescovo, che per avventura è anche il presidente della CEI. Se l'avessi dovuta scrivere io, non ci avrei messo tutta quell'enfasi sui costumi, ma, per fortuna, al mondo siamo tutti diversi. Per il resto, sottoscrivo i contenuti, i toni e lo stile di questo sacerdote, soprattutto se penso che, con ogni probabilità, ora è destinato a passare i suoi giorni in qualche parrocchia delle montagne, scavallando passi e spalando letame. Peraltro, è possibile trovare in rete interviste di quest'uomo (che, così ad occhio, non sembra molto simpatico), per apprezzarne la cultura e la conoscenza delle Scritture. Insomma, non stiamo esattamente parlando dell'ultimo fessacchiotto.

Purtroppo le voci di dissenso, soprattutto nella Chiesa, sono sempre più rare e proprio per questo credo sia necessario fare loro da megafono appena possibile. Con la speranza, soprattutto, che chi chiede alla Chiesa di assumere posizioni più oneste e serie, più verso il Dio degli ultimi e meno verso il dio soldo, non debba perennemente pascolare nei bassifondi della cronaca.

E' un po' lunga, ma vedrete che ne val la pena. Buona lettura



Don Paolo Farinella, lauree in Teologia Biblica e Scienze Bibliche e archeologiche. Ha studiato lingue orientali all’Università di Gerusalemme: ebraico, aramaico, greco. I suoi ultimi libri: ”Bibbia, parole,segreti, misteri ” e ” Ritorno all’antica Messa “, sempre editore Gabrielli.


Lettera aperta al cardinale Bagnasco
Egregio sig. Cardinale,
viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E’ il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.
Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile:frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica. Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di «frequentare minorenni», dichiara che deve essere trattato «come un malato», lo descrive come il «drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio». Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell’omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull’inazione del suo governo e sulla sua pedofilia. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la «verità» che è la nuda «realtà». Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell’Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi «principi non negoziabili» e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono «per tutti», cioè per nessuno Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all’integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi. Non date forse un’assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi «parlate per tutti»? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l’immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E’forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l’attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei?
Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l’8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell’inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra all’accusa di pedofilia, stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull’odio dell’avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con «modelli televisivi» ignobili, rissosi e immorali.
Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l’altro 50% sotto l’influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d’interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa? Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita «dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale»? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall’eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l’etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant’Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché «anche l’imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa». Voi onorate un vitello d’oro. Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da «mammona iniquitatis», si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che - è il caso di dirlo - è un silenzio d’oro? Quando il vostro silenzio non regge l’evidenza dell’ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: «troncare, sopire … sopire, troncare».Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? «Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo … si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest’urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti… A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent’altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire» (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX).
Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una «bagatella» per il cui perdono bastano «cinque Pater, Ave e Gloria»? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: «Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix» (La Stampa, 8-5-2009).Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l’integerrimo sant’Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell’imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: «Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l’anima con il denaro» (Ilario di Poitiers, Contro l’imperatore Costanzo 5).Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei «per interessi superiori», lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile.Lei ha parlato di «emergenza educativa» che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei «modelli negativi della tv». Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l’arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del «velinismo» o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull’altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l’Italia.Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all’Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: «Non licet»? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro «tacere» porta fortuna. In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.

Genova 31 maggio 2009

Paolo Farinella, prete

mercoledì 17 giugno 2009

Saluto romano? Un complotto della sinistra!


Caro Ministro delle Giarrettiere,

ho visto proprio stamattina un bel video (qui). Speravo che si trattasse delle riprese a cui Lei ci ha abituato, quelle belle inquadrature in cui l'autoreggente esce dalla gonna falsolunga e in cui fa capolino la giarrettiera per la quale in maschio italiano L'ha sempre inserita in un posto bello alto della classifica dei sogni che ogni che vorrebbe fare quando si corica. A volte poi sogna Bondi, ma non si può mica comandare, ai sogni.

In ogni caso, il mio pc mi ha fatto vedere un filmatino che non mi sarei aspettato. A parte il vestitino rosa confetto, che trovo faccia a pugni con la splendida capigliatura che la natura Le ha donato, avrei maggiormente apprezzato se la telecamera fosse stata un po' più vicina e quindi se avessimo tutti potuto meglio ammirare lo sforzo dei polmoni durante questa manifestazione di patriottismo che pochi politici come Lei sanno dare.

Nonostante ci dividano oceani per la mia infima levatura sociale, economica e il mio acume politico, mi permetto però di farLe un appunto, me lo consenta. Credo che Lei, che è persona notoriamente a modo e compita, abbia stavolta ecceduto nella modestia. E' veramente inqualificabile che nessuno abbia effettuato alcun intervento di disinfestazione dagli insetti proprio nel luogo in cui veniva ricevuto un Ministro della Repubblica. Questo non è assolutamente rispettoso non solo della Sua figura istituzionale, ma neppure della Sua persona in quanto tale, tanto che Ella è stata costretta a scacciare moscerini e zanzare proprio al termine dell'inno, proprio nel momento più solenne. Incredibile, inaudito!!

Ho apprezzato comunque come il Suo braccio sia scattato come una molla contro l'invasione di insetti (certamente generati in provetta in qualche laboratorio della Corea del Nord) a difesa Sua e di tutti quelli che Le stavano intorno, non ultimo il suo papà, che, dal filmato che abbiamo visto, pare non sia in condizioni psicofisiche ottimali.

Vorrei quindi dimostrarLe la mia solidarietà contro quella ignobile stampa comunista che continua a sostenere che Ella ha voluto fare un saluto romano alla fine dell'inno. ha fatto bene a tacere e a non replicare, queste cose vanno ignorate e non va dato spago a questa stampa disfattista e prezzolata da Mosca. Mi auguro che, come il Presidente auspica, muoiano tutti di stenti (intendo le attività economiche, giammai mi permetterei di fare valutazioni personali), privati dei sostegni economici della pubblicità e magari aiutati da qualche bottiglietta molotov che può sempre entrare dalle finestre aperte, soprattutto d'estate. E poi, Ministro, lo sanno tutti che Lei, il saluto romano non sa neppure cosa significhi...

martedì 16 giugno 2009

L'esercito della salvezza (di sè stessi)

In mancanza di meglio, è sempre la cronaca spicciola a stimolarmi dei brevi pensieri. Qui oggi leggiamo dello stato in cui versa il nostro Parlamento, grazie ad un'indagine di un'associazione, naturalmente notoriamente comunista e dipietrista (che sicuramente sono sinonimi).

Rifuggo sempre e con grande orgoglio dal luoghi comuni, però occorre anche essere obiettivi e valutare le situazioni per quello che sono. Ormai lo sanno anche i sassi che quasi 1000 parlamentari sono un esercito totalmente sproporzionato rispetto alle reali necessità del paese. Questa indagine conferma, se ce ne fosse ulteriormente bisogno, sia questa teoria, sia quella che vuole il Parlamente sostanzialmente e totalmente asservito al volere del governo. Parliamo di quasi 100o deputati + portaborse + segretarie + impiegati + varia altra umanità che in un anno hanno partorito 7 leggi di iniziativa parlamentare e approvato 61 ddl presentati dal governo.
Anche la Gelmini capirebbe che questi numeri offendono quei pochi cittadini che ancora hanno un briciolo di fiducia nelle istituzioni. Il punto però è sempre dove arriva la coscienza civica delle persone. L'italiano medio si indigna, si straccia le vesti e smoccola come un camallo con parentele turche, ma questo dura al massimo il tempo di prendere il caffè al bar. Poi ognuno torna a farsi i fatti propri, compresi, ovviamente, il migliaio di bontemponi che, dietro al titolo di onorevole o di senatore hanno prodotto un risultato che neppure i peggiori impiegati dell'anagrafe del più sventurato paesino del Gennargentu. Ma tutti tengono famiglia, tutti si indignano, loro stessi, ciclicamente, propongono una legge per ridurre gli stipendi ("in questo periodo di crisi!"), per ridurre il numero dei deputati ("razionalizziamo!") e per ridurre i costi della politica ("ce lo chiedono i cittadini!"). Peccato che questi disegni di legge finiscano regolarmente su binari morti e che i signori deputati o consiglieri regionali sguazzano in un mare di soldi e privilegi di ogni tipo, mentre i consiglieri comunali godono di uno stellare stipendio di 300 euro lordi all'anno e un assessore dl nostro paesello raggiunge i 300 eurini netti, salvo poi dover conguagliare nella dichiarazione dei redditi. Non che ci si debba arricchhire con la politica, ci mancherebbe altro, ma ho l'impressione che ci sia un saltino un po' eccessivo tra i livelli di responsabilità
Ma continuiamo così, facciamoci del male...

sabato 13 giugno 2009

Parole, parole

Pensavo oggi a questo blogghino (è il diminutivo di blog? boh...) e cercavo qualcosa di simpatico e piacevole da scrivere, che mi trascinasse per un po' fuori dalle questioni dell'assessorato x e del trombato y, che francamente sono discussioni che non mi appassionano e che avrei tanto sperato di non sentire. Si, lo so, benvenuto sul pianeta terra, caro blogger. Questo, peraltro, sarebbe un argomento che mi fa veramente prudere le dita, ma, una volta tanto, cercherò di contenere la mia incontinenza verbale.
Il problema è che la nostra cronaca quotidiana veramente non ci offre alcuno spunto per un po' di ottimismo. Il razzismo ormai pare sia entrato nella nostra quotidianità, l'egoismo è ormai palpabile in ogni contesto sociale e tra ogni fascia di età e l'abbassamento del livello dell'etica in qualsiasi campo è una strada ineludibile. Io stesso mi sorprendo a volte a fare ragionamenti di convenienza che farebbero orrore a qualsiasi persona perbene. Tra i miei tanti difetti, per fortuna ho la buona abitudine, prima di agire, di confrontarmi sempre con qualcuno e meno male che il livello delle mie frequentazioni mi permette di poter essere (auto)richiamato all'ordine senza far danni. Ma se anche una persona come me (e la cito perchè so di parlare di una persona che conosco bene!) a volte tende a prendere le strade più intricate e a usare le furberie e la strategia invece dell'evidenza dei fatti, in che diavolo di mondo siamo finiti? Per fortuna i miei tanti compagni di sventure mi tengono una seria compagnia e mi ricordano che c'è solo una strada per raggiungere il bene comune. Questa strada ho la seria impressione che sia sempre quella più evidente.
Diffidiamo, una volta di più, dei parolai

giovedì 11 giugno 2009

Dopo il diluvio

Veramente non si sa da dove cominciare a scrivere, con tutto quello che è successo. Iniziamo dalla fine, come in un bel film d’altri tempi, dalla fine. Mecoledì 24, con ogni probabilità, ci sarà il primo consiglio comunale al quale siete tutti invitati. Io sarò seduto al piano più basso, quello dove sono posizionati i microfoni.
Penso che ricorderò per un bel pezzo i momenti in cui abbiamo realizzato di aver vinto, dopo la depressione dei risultati delle europee. Per me è stata la prima candidatura della mia vita (e mi sa pure l'ultima...) e mi erano sconosciuti i meccanismi psicologici che si muovono intorno all'attesa, all'interpretazione dei segnali deboli, alla tensione. Anche perché chi sta schierato dalla nostra parte non assapora molto spesso il sapore della vittoria…
Nessuno l’avrebbe mai detto, io per primo. Ma per secondi e terzi non l’avrebbero mai detto tutti coloro che hanno sorriso quando hanno letto il mio nome, con quella punta di compatimento che è quasi obbligatorio riservare ai don Chisciotte di ogni categoria, quelli che urlano alla luna e che lottano contro i mulini a vento. Sei bravo, don Chisciotte, ma cerca di finire alla svelta di giocare, perché i grandi devono parlare di cose serie. Beh… eccoci qui.
Ha sorpreso tutti, più in generale, la capacità che ha avuto Libertà è Partecipazione di aggregare dietro un progetto tante persone molto diverse tra di loro: vecchi marpioni della politica agratese,cittadini appena arrivati in paese, giovani di belle speranze poco più che ventenni, funzionari di partito superfedeli alla linea e rappresentanti dell’associazionismo si sono seduti intorno ad un tavolo e hanno iniziato a guardarsi in faccia e un po’ anche dentro. Ognuno ha lasciato a casa un pezzo di sé e quello che ha portato lo ha messo a disposizione degli altri. Non c’erano giochi di potere, non c’erano amici e parenti da sostenere, non c’erano interessi privati . Solo e sempre la volontà di costruire un progetto duraturo e sensato per il nostro paese, qualcosa che finora non c’era e che sentivamo (anzi, sentiamo) sempre più necessario. Probabilmente, avevamo davanti semplicemente un modo come un altro per permettere ai nostri cittadini di rimpossessarsi del senso di essere cittadini e quindi comunità, di poter costruire un gradino in più della scala che ognuno di noi vorrebbe percorrere per essere più soddisfatto della propria vita e del proprio essere (a noi dell’avere proprio non ce ne frega nulla…). E’ un messaggio che si è ovviamente faticato a far passare, ma piano piano penso si sia capito, più che dalle nostre parole, dal nostro impegno e dall’entusiasmo che ognuno di noi ha messo in ogni cosa che ha fatto.

Potrei scrivere tantissime cose, ma forse mi servirebbe un libro. Mi piace poter lasciare scritto, perché forse tra un po’ mi piacerà anche rileggerlo, che ho imparato tante cose in questa campagna elettorale. La più importante è che mai come in questi mesi mi sono accorto di quanto indispensabile sia il lavoro di squadra. Io penso sinceramente di aver fatto un gran lavoro, in termini almeno quantitativi, occupandomi della parte di comunicazione e di tutte le relazioni che, come tanti di noi, abbiamo tenuto per mettere insieme e tenere vive le comunicazioni, le strategie e le idee di L & P. Ma tutto questo non sarebbe servito a niente se non ci fosse stato chi ha fatto il giro dei cortili e delle villette volantini alla mano, chi ha pazientemente discusso con la propria famiglia per spiegare il senso e il valore della nostra esperienza, chi si è svegliato presto alla domenica mattina per essere presente ai gazebo o al mercato e chi ci ha rivolto incoraggiamenti e buone parole che ci hanno aiutato ad andare avanti nei momenti più difficili. Abbiamo costruito una grande macchina in cui ognuno ha trovato il proprio spazio e si è autonomamente organizzato per occuparlo al meglio. Ognuno necessario, ognuno indispensabile. Questo, davvero, è un modo di lavorare che spero potranno copiarci in tanti. Insomma, diciamolo, ho l’impressione che un’altra esperienza non ci verrà più così bene…

Ora che si deve formare la Giunta viene la parte più antipatica, che vorrei tanto bypassare perché non fa proprio parte del mio DNA. Insomma, non ho mai cercato di imporre il mio nome in nessun luogo e non lo farò neppure ora, nonostante Franceschini dica che i giovani devono sgomitare per essere chiamati. A parte il fatto che, forse, giovane sarà lui, penso semplicemente che questo principio neghi un assioma fondamentale quanto elementare per chiunque, nel quale voglio credere, che vuole che in tutti i posti vengano scelti i più adatti. Io non sono adatto a nulla, lo dico io perché non lo dicano gli altri. Però ci sono molti più adatti a ciascun posto e spero ardentemente che siano loro ad essere scelti. Questo sarebbe un gran modo di iniziare questa esperienza, un segnale veramente forte da mandare ai cittadini.

lunedì 8 giugno 2009

Cosa farò quando sarò eletto

Carissimi elettori,
anch’io ho il mio impegno che voglio sottoscrivere davanti a voi (chi mi passa una biro?). Vi prometto che, se, anzi, quando sarò eletto

1) Abolirò il lunedì mattina. Purtroppo potrò farlo solo nominalmente e pertanto l’attuale lunedì mattina si chiamerà lunedì pomeriggio, l’attuale lunedì pomeriggio si chiamerà martedì mattina ecc

2) Cancellerò dal vocabolario alcune parole, ovviamente a mio piacimento. Ne cito qualcuna in ordine sparso, poi, ovviamente, farò di testa mia. Le parole cancellate saranno
Matteosalvini, Borghezio e zozzoniaffini,
ottimizzazione
talk show
aiutino
velina (in tutte le sue accezioni, tranne in quella originaria riferita alla carta per ricopiare i disegni),
zerotituli (questa verrà sanzionata con pene corporali)
convergenza parallela
bruno vespa
festivaldisanremo
liberismo


3) venderò Campione d’Italia alla Svizzera, tanto i soldi per andare al Casino non li ho e, così a memoria, non ricordo che gli amministratori di quel paese siano stati segnalati per il Nobel per la Pace. Con i soldi guadagnati, farò costruire una villa con affaccio sul canale Villoresi che avrò in uso temporaneo fino alla data nella mia morte. Nel giardino, tanti cactus (qualcuno anche a forma di sedia, per gli ospiti riottosi) e fuochi d’artificio tutto l’anno. Come dite, l’avete già sentita? E allora?

4) Comprerò Ryan Giggs e me lo metterò in soggiorno. Lui mi insegnerà il gallese (?!?), io gli insegnerò a fare i cross

5) Costituirò un’apposita commissione per la valutazione di chi può portare i pantaloni a vita bassa, perché, veramente, non se ne può più!! L’esame andrà ripetuto ogni sei mesi, nel nome della sicurezza nazionale e chi non lo supererà subirà anche la decurtazione di 5 punti della patente pedonale, che istituirò con apposito editto imperiale

6) Riporterò in Italia il prof. Rubbia e Giuseppe Rossi e in cambio spedirò all’estero il prof. Sgarbi e Guido Rossi, quello che in 3 giorni, da salvatore della patria in quanto risanatore del calcio è diventato scendiletto di Tronchetti Provera.

7) Emanerò (nei primi 100 giorni, come si dice di solito) un editto per spedire la famiglia Savoia su Marte, accollandomi direttamente le spese di trasporto e di sorveglianza. E che poi non si dica che non ho risolto almeno un problema degli italiani…

Questo e molto altro ancora nel meraviglioso mondo della politica agratese. Tanto ormai, le carte si scopriranno tra poche ore…

venerdì 5 giugno 2009

E sempre allegri bisogna stare

La politica quotidiana ci dà ogni giorno motivi di ilarità. Si sa che il nostro presidente non ha grande stima del popolo italiano, dal momento che li riempie di fregnacce ad ogni piè sospinto e, con ogni probabilità, deve anche avere una certa parte di ragione, se i risultati saranno quelli che si dice in giro. L'ultima battuta esilarante, trasmessa sotto forma di dichiarazione politica, è di oggi ed è questa (cito dal sito del noto quotidiano sovversivo Repubblica)
Si dice "costretto dal Pdl" alla candidatura alle Europee e tracciando l'identikit del Pdl dice: "Non è di destra nè di sinistra ma rappresenterà l'Italia nel Parlamento europeo". (http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/politica/verso-le-elezioni-europee/intervista-berlusconi/intervista-berlusconi.html)
In effetti, mi si è parata di fronte l'immagine di tanti "papi boys", anzi, forse viene meglio con le "papi girls", che, ululanti sotto la finestra di Palazzo Grazioli, chiedono a gran voce che quest'uomo, per l'ennesima volta, si sacrifichi per la patria. Mi sono anche prefigurato scioperi della fame tra gli avventoridei circoli della mariavittoriagiarrettierabrambilla e sit in di protesta davanti alle sedi di Publitalia, con manager in doppio petto che sfilano in tondo portando cartelli con scritto "Silvio, sappiamo dove abiti, càndidati". La situazione sarebbe potuta scappare di mano, per fortuna che il presidente si è nuovamente sacrificato e ha riconsegnato la pace agli elettori.
Ma per cosa, per aiutare uno schieramento di parte? Ma giammai!! Da oggi, signore e signori, il pdl non è nè di destra, nè di sinistra. Chi mai ha parlato di schieramenti? Forse gli orridi dipietristi, forse la stampa comunista sapientemente manovrata da un burattinaio che sta dietro le quinte, oppure forse... ecco, certo, presidente, sono i giudici! Ecco, i giudici, loro hanno parlato di destra. Voi siete semplicemente italiani.
Bravo, Silvio, veramente tanto di cappello. Questo passaggio ci mancava. Non bastava dare segni quotidiani di disprezzo per le forme democratiche in ogni loro specie. Ora, rinneghi pure la tua parte politica, cosa che in effetti non pare strana a chi usa un minimo di raziocinio per valutare i tuoi comportamenti negli anni. Ora siamo alla totale negazione dei principi, di qualsiasi genere siano, all'omologazione completa dei cervelli, dati all'ammasso nel tritacarne dei media, da cui uscirà solo una poltiglia informe, ma italiana.
Mi sorprende solo che ancora tu, nell'escalation democratica che ci stai facendo provare, in uno dei tuoi discorsi, non abbia ancora detto che lavori 20 ore al giorno perchè bevi 30 nescafè al giorno o tirato fuori a sorpresa un cartello che con scritto che Dash lava più bianco ("guardate il colletto della mia camicia, me lo lavo io tutte le sere con questo detersivo e non lo sfrego neppure molto").
Quindi, volevo chiederti questo: che ne pensi di un piccolo sponsor sulla scheda elettorale, che non disturni troppo, magari in basso a destra? Opps, chiedo scusa, dimenticavo che da oggi neanche destra non si può dire. Allora, mettiamolo in basso e basta. Mi sa che più in basso di come siamo, però, è difficile

giovedì 4 giugno 2009

Massimo e il pgt ad Agrate

Con questo post rispondo al commento di Massimo scritto sul messaggio precedente, in cui mi si chiedeva un’opinione sull’adeguamento del pgt al programma “stop al consumo del territorio”. La materia è complessa e, per lasciare al caso meno cose possibile, ho pensato di dover scrivere un apposito post.

Per prima cosa, tengo a precisare che quello che dirò non corrisponde alla posizione della lista IpA, che, ovviamente, non si pronuncia in modo specifico su qualsiasi quesito, ma è semplicemente il frutto del mio pensiero. La risposta richiede una certa articolazione

Lo sviluppo zero del territorio è un’espressione tanto bella quanto vuota. Chiunque vorrebbe vedere dei bei prati davanti a sé piuttosto che un fabbricato, per quanto bello. Vi sono però delle istanze, in parte legittime, che richiedono all’ente locale di “svilupparsi” per dare alla cittadinanza maggiori possibilità in termini abitativi e occupazionali. Io, astrattamente parlando, non sono per nulla un entusiasta dello “sviluppo”, che non di rado nasconde la parola speculazione e che comunque quasi sempre è sinonimo di irrevocabile cementificazione. Nel nostro caso, ovviamente non siamo a livello di speculazione ma chiaramente un qualsiasi edificio rimane nel tempo e quindi ogni costruzione in più sul nostro territorio va progettato e valutato con grande attenzione. Anche la più misera esperienza insegna però che con i principi non si mangia e che occorre comprendere fino a che punto è possibile recedere, mantenendo comunque vivi i propri principi. Mi sento quindi di dire alcune cose

1) Ho letto nel commento lasciato sul blog di Giovanna, cui il commento di Massimo faceva riferimento, che si cita un valore di 4,92% di territorio (che in realtà mi pare sia il 4,72%, non che cambi molto, ma il valore è questo) occupato a fronte di un 5% consentito dalla Provincia. Mi pare che, messo così, questo parametro indichi uno sfacelo urbanistico che in realtà non mi pare di aver né visto né previsto. Credo occorra dire le cose con completezza e, quindi, occorreva anche specificare che questa percentuale sta ad indicare il territorio urbanizzato e quindi non più agricolo. Tra l’urbanizzato però ci stanno anche le aree a verde pubblico. In poche parole, in quel 4,72% sono compresi il parco previsto a ridosso della Via Dante, l’ampliamento dell’Aldo Moro, del parco Manzoni e, soprattutto, l’estensione del parco presso la vasca volano. Parliamo di 600.000 mq, mica paglia a fronte di un consumo di territorio di 280.000 mq, di cui 80.000 attualmente destinato a serre. Nelle previsioni del pgt, il verde pubblico raddoppia da qui a cinque anni. Raccontare alla gente che queste zone faranno parte del territorio occupato solo perché sopra ci verranno fatti parchi è una pura mistificazione della realtà e credo sia necessario un chiarimento. Inoltre, ricordiamoci sempre che le aree di intervento sono computate per intero ma nel loro interno l’area occupata non è mai totalmente edificata ma una certa quota è destinata a servizi accessori, verde ecc. Tutto questo, ovviamente, non cancella gli edifici, sia ben chiaro, però aiuta a definire meglio il problema, che, messo sul piatto per slogan, dà l’idea di avere ben altre dimensioni. In realtà, che mi risulti, le maggiori costruzioni del pgt sono poco oltre il 2% che, ovviamente, non è zero ed è pur sempre un edificato che ci terremo in futuro, ma comunque ben lontani dallo spettro che si vuol agitare..

2) Per chi ha una pur vaga idea di come si costruisce il bilancio di un ente pubblico sa che occorre conservare sempre il pareggio finanziario e quindi occorrono tante entrate quante uscite. Le entrate da ICI previste a seguito dell’attuazione del nuovo pgt sono circa 750.000 euro. Tanto per cominciare, chi propone lo sviluppo zero dovrebbe poter dire dove andrà a prendere questi soldi, che non sono esattamente bruscolini e questo non mi risulta che lo abbia detto con precisione alcuna lista, almeno a mia conoscenza. Si vuole tagliare? Benissimo, si dica chiaramente dove. Non serve genericamente dire che si vogliono tagliare gli sprechi perché, se non si individuano le spese specifiche non si trasmette nessuna informazione, né serve dire che la scuola si poteva fare con minori costi, perché la scuola ormai è fatta. Ricordiamoci poi una cosa fondamentale, che nessuno dice: la gran parte delle spese correnti del comune è INCOMPRIMIBILE perché fatta da spese istituzionali, spese di personale, contratti già firmati ecc. Per questo, o si individua il dettaglio di voci da tagliare, oppure non ha senso discutere in generale. In ogni caso, molto serenamente, qualora dovessi essere chiamato ad esprimermi nel dettaglio, valuterò se considero più pesanti i tagli effettuati o gli interventi urbanistici previsti oppure, detto in termini meno tecnici, se il gioco vale la candela

3) Le zone nelle quali vengono effettuate la maggior parte degli interventi si trovano nella parte sud del paese, dove la vicinanza con l’autostrada, dello svincolo di collegamento tra due strade provinciali ad ampio scorrimento e la presenza di altre zone industriali non la rendono già ora zona di gran pregio. Mentre sul piano del valore immobiliare quelle zone sono certamente interessanti, sul piano del valore paesaggistico credo si possa indubbiamente dire che non sono esattamente i posti più belli del mondo.

4) Gli interventi sull’edilizia residenziale sono assolutamente limitati, tanto che, a parte la sistemazione di alcune cosiddette “porosità”, l’unico intervento consistente previsto è quello di edilizia economica e popolare in quel prato che sta all’incrocio tra via Kennedy e via Lecco. Anche in questo caso, si parla di un bellissimo prato che verrà sacrificato per dare la possibilità a chi non ha grandi mezzi di comprarsi una casa a prezzi bassi. Si può dire che il gioco vale la candela o meno, assolutamente in modo legittimo. Io onestamente condivido questa scelta (soprattutto perchè è difficile trovare altre aree in cui fare altrettanto) ma credo si possa tranquillamente dire che queste edificazioni non vadano fatte e che si debba lasciare il prato verde. Ecco, io sullo sviluppo zero in questo senso temo di non essere molto d’accordo perché la casa è un bene primario da sviluppare e tutelare (e ve lo dice uno che ha abitato tanti anni in affitto). Chi mi conosce sa che non sono esattamente un cementificatore e, nel mio piccolo, non credo che 25 anni di associazionismo siano trascorsi invano. Certo, non faccio parte del partito del no a tutti i costi e, per la mia personale sensibilità, questo è un caso in cui, di fronte alla difficoltà economica del momento, al mercato del credito che funziona un tanto al chilo e a un contesto sociale difficile, costruire tanti appartamenti a basso costo valgano il sacrificio di una bellissima area (almeno, a me piace molto) come quella di cui parliamo.

Mi sembrava necessario delimitare il campo perché spesso su questa materia se ne sentono di veramente pittoresche. Stante quanto sopra, è altrettanto evidente che sarei assolutamente disponibile a valutare qualsiasi proposta seria di modifica del pgt che abbia comunque un senso compiuto e una sua ragion d’essere e che mantenga gli equilibri. In altri termini, modificare il pgt per cambiare il 4,92% in 4,88% non mi interessa: non cambierebbe niente in termini di impatto e servirebbe solo a sottrarre risorse per altre attività e ad allungare i tempi di attuazione del piano, che, come sappiamo, non sono certo rapidissimi. Se ci fosse invece un progetto serio e che, a fronte di una sensibile riduzione di edificato, producesse gli stessi esiti con altre fonti, perché non valutarlo? Ricordiamoci sempre che chi ha scelto di entrare nella macchina della politica, che sia eletto o meno, è al servizio dei cittadini e qualsiasi buona proposta arrivi, da qualsiasi parte politica, deve essere valutata serenamente, senza pregiudizi e pruriti ideologici. Rimango comunque, di base, un po’ dubbioso sulle reali possibilità in questo senso, ma non voglio porre limiti alla Divina Provvidenza. Ieri sera, ascoltando il dibattito tra candidati sindaci, ho sentito qualcuno che parlava di “svendita del territorio” parlando della costruzione dell’albergo e della perequazione prevista con la costruzione della scuola materna. A me, francamente, tanto “svenduto” non mi pare. Venduto, questo si. Bisogna dirlo onestamente, ma non mi pare uno scandalo, semplicemente è il meccanismo degli oneri di urbanizzazione che funziona così. Su tutti i terreni da edificare si pagano dei soldi alla pubblica amministrazione per poter costruire. Anzi, in vigenza del precedente prg questi meccanismi di perequazione non esistevano e quindi, nel caso si fosse previsto un intervento simile, ben difficilmente si sarebbe arrivati a questo risultato. Si tratta di capire se il disagio della costruzione di un albergo è compensato con la costruzione, a costo zero, come diceva correttamente Ezio Colombo, intendendo il costo finanziario (ma questo lo capisce anche un bambino, se vuole capirlo…) di una scuola materna che è necessaria, urgente e utile. Io penso di si, ma ci si può legittimamente dividere su questo punto.

Sempre con riferimento al dibattito di ieri sera, veramente ho cercato di capire con attenzione la proposta di Comasini sul consumo di territorio, ma probabilmente per mie incapacità, non sono riuscito. Mi è parso che parlasse di un progetto a tendere verso questo obiettivo,che non dovesse essere un traguardo rigido ma come questo si debba realizzare, cosa si debba fare, dove si debba arrivare, quali aree si possano edificare e quali no, mi pare non si sia detto. Peraltro, lo sviluppo zero non capisco bene come possa essere un obiettivo mobile. Zero è zero, mi pare sia un concetto non interpretabile. Sviluppo limitato è una cosa, ma lo zero non è un’opinione …

Ciò che invece mi fa più specie è che non si dica mai come questa “svendita” del territorio fa capo a politiche che vengono inquadrate sul piano normativo da leggi regionali. E’ noto che la politica della Regione Lombardia, in materia, è delle più lassiste in circolazione. Il liberismo in materia economica abbiamo visto in questi mesi dove ci ha portato: il mercato che si autoregolava si è rivelato una barzelletta che ci hanno raccontato quelli che si sono ignobilmente arricchiti con gli inganni della finanza e ai poveretti sono rimasti i cocci da raccogliere quando il giocattolo si è rotto e i furbi sono scappati. Ho la vaga impressione che il liberismo del mattone finirà nello stesso modo: tra breve sarà sempre più difficile vendere gli immobili nuovi e inizierà la teoria degli imprenditori che, finiti gli anni d’oro dei superprofitti, ora non sanno più come pagare le rate del Cayenne. Il problema più grave è però che, ad oggi, ogni ente locale può teoricamente organizzarsi come meglio crede, ma di fatto è costretto ad alimentare il circolo vizioso del mattone. Se fai costruire, ti entrano dei soldi per fare le manutenzioni sul tuo patrimonio. Nel frattempo, hai fatto costruire e quindi arriveranno più persone, che chiederanno più servizi che dovrai finanziare. Il finanziamento si potrà fare solo permettendo ad altri operatori di costruire e via così all’infinito. Non si può certo chiedere ad un Comune da 15.000 abitanti (ma neanche da 150.000) di spezzare questo circolo vizioso, ma, al contrario, l’unica strada per uscirne credo sia permettere a chi ha la volontà di preservare il proprio territorio di accedere a degli appositi finanziamenti che premino chi non vuole costruire e non, come è stato fatto fino ad oggi, chi cementifica di più. Tutto qui. Scaricare a valle il problema è una politica pilatesca, peraltro in voga da molti anni e non solo sull’urbanistica, che non può che portare ai risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Temo però che la Regione abbia in mente (e abbia fatto) una politica totalmente opposta a questa e penso quindi che, con queste premesse, lo sviluppo zero sia solo una bella frase che continuerà a riempire la bocca di qualche benpensante e di tutte le opposizioni, di qualsiasi colore siano, ma che sarà mai applicabile se sarà lasciata solo alle buone intenzioni degli amministratori locali.

Concludo poi con una piccola considerazione generale. Non conosco personalmente il candidato sindaco Comasini, ma, così ad occhio, sentendolo parlare ieri sera, mi dà l’impressione di una persona seria e per bene. Nonostante questo, il partito che rappresenta non mi ha mai dato l’impressione di un partito molto attento all’ambiente. Anche senza parlare delle parentele di Casini con il più grande palazzinaro d’Italia, mi pare che la ventennale esperienza di questo partito ci abbia mostrato come spesso le sue posizioni siano più realisti del re e, per dire le prime due cose che mi vengono in mente, che le recenti adesioni al ritorno al nucleare e al decreto +20% delle superfici edificate del governo delineino delle idee che, per usare un eufemismo, fanno a pugni con i progetti di sviluppo zero del pgt.
Bene, siete arrivati in fondo. Comunque la pensiate, vi siete meritati un premio per la costanza. Potete quindi sfogarvi nei commenti!

mercoledì 3 giugno 2009

Grande successo!



Ieri sera la cena di Libertà è Partecipazione è stata un vero successo.

Tanta gente, diverse facce nuove, un ambiente rilas-sato e piacevole, grazie anche al tempo che ci ha dato una grande mano, evitando di omaggiarci del frescolino siberiano delle ultime sere. Anche i ragazzi del Terzo Tempo si sono dimostrati disponibili ed efficienti. Nella foto, che ha fatto l'infaticabile Luigi (come del resto la maggior parte delle foto della campagna elettorale di IpA), uno scorcio della serata, in cui vedete anche il Vostro mostrare la parte migliore di sè. Insomma, a noi è piaciuto. Come direbbe Pizzul, gli assenti hanno avuto torto. La prossima volta, pensateci.

lunedì 1 giugno 2009

Se famo du spaghi

Domani sera, finalmente, non si dovrà vendere nulla. Metteremo in pausa la gioiosa macchina da guerra (??!??) della campagna elettorale e mangeremo insieme in occasione della cena di Libertà è Partecipazione. Sarà una cena a buffet, molto informale, molto "tra amici", come vogliamo che sia lo stile del nostro gruppo non solo quando si mangia (anche perchè mangiare non sta nel nostro programma, nè nelle nostre intenzioni...), ma, soprattutto, quando si ragionerà più in profondità sulle cose.
Lo spazio esterno del bar Terzo Tempo al Centro Sportivo S. Caterina sarà tutto a nostra disposizione dalle 20.00. Una volta tanto, non potremo dire nè "ho poco tempo", nè "ho troppa fame" e di questi tempi è già un bel risultato. Siamo già un bel gruppetto, ma, se volete venire, c'è posto per tutti!