joe strummer

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giovedì 17 giugno 2010

Carlo Colombo e gli operai a spasso

Ecco, finalmente un argomento serio su questo blog. Ieri sera ero in giro accompagnato da loschi figuri, quando mi è arrivato un sms che mi avvertiva dell’avvenuta occupazione del tetto della Carlo Colombo, nella nostra Agrate, da parte degli ex lavoratori. Pensavo fosse una news fresca di inchiostro, ma poi ho scoperto che in realtà il pomeriggio aveva avuto momenti anche piuttosto caldi. Quando sono arrivato io nel parcheggio c’erano soprattutto i lavoratori, con un viavai piuttosto sostenuto di persone e di auto. Una volante dei carabinieri vegliava su ipotetiche violazioni della legalità, ma il clima sembrava tutt’altro che pesante. Però sul tetto di quel capannone c’erano 6 persone che, con o senza megafono, comunicavano con i colleghi in strada, spesso scherzando, tanto da far apparire la situazione un po’ paradossale. Intorno alla mezzanotte ormai tutti iniziavano a salutare e a fare gli auguri. Noi ci siamo fatti raccontare da Antonio e da Marcelo cos stava era successo nell’ultimo anno, come si era arrivati a quella situazione e cosa avrebbero fatto. Storie purtroppo tante volte già sentite, di padroni ricchi sfondati e di operai con 37 anni di esperienza e 800 euro netti di stipendio, di dirigenza ponziopilatesca di fronte al grande spettro della chiusura, di lavorazioni pericolose fatte con dubitabili cautele, di gestioni finali avvolte nel mistero, di passivi che si dilatavano a vista d’occhio senza apparente spiegazione, ma soprattutto di grandi promesse e di schiene girate.
Stavolta queste storie ci sembrano diverse sono davanti al portone di casa nostra, ma in realtà sappiamo tutti che, alla fine, si tratta del solito minestrone che ci è stato cucinato e riscaldato un sacco di volte. Il falso mito dell’economia di mercato ha messo in ginocchio i sistemi di produzione di tutto il mondo e piano piano è giunto fino a noi (non viene dalle stelle, direbbe Battiato. Forse Tremonti la penserebbe diversamente, ma amen). E purtroppo, a leggere i giornali, ST e Numonyx, Star, Linkra, Uquifa sono tutte aziende che, per effetto della crisi economica, potrebbero creare ulteriori e gravissime difficoltà ai lavoratori. Forse le persone che ho visto si erano ormai riconciliati con la frustrazione e la depressione, perché, pur senza conoscere niente e nessuno, ho avuto l’impressione di persone consapevoli, agguerrite ma anche serene. Persone che sanno cosa stanno facendo ma che sanno anche riderci sopra, qualità che apprezzo quasi sopra ogni altra nelle persone. Perché, nonostante le battute, quei sei ragazzi hanno passato la notte lì, e probabilmente ne passeranno diverse altre, prima di scendere e quel secchio che calavano continuamente dal tetto sarà il loro unico contatto materiale con la vita che va avanti. Nessuno piangeva, nessuno smoccolava.
Dalla strada una Clio si è illuminata per far ritorno a casa e un bambino ha gridato “Ciao papone!”. Da sopra, un altoparlante gli ha risposto “Ciao Marco!”. E’ stato un attimo pensare che lì su quel tetto c’erano e ci saranno non solo tutti i lavoratori che sono stati ingannati dalla proprietà, che prima ha firmato un accordo di ricollocazione dei dipendenti e poi ne ha fatto carta igienica, ma anche le loro famiglie, con la loro fiducia, il loro calore e il loro affetto, a ricordare che il carico della perdita del posto di lavoro, come tutte le gioie e i dolori della vita, vanno equamente divisa tra tutti. Uno sgravio di coscienza che fa la differenza non solo tra la serenità e la depressione, ma a volte anche tra la vita e la morte.
Oggi ho fatto una proposta alla lista Insieme per Agrate che spero venga accolta, quella di promuovere un unico soggetto tra tutte le forze politiche agratesi che stia vicino a queste persone, li aiuti a organizzare eventi e comunicazione e faccia conoscere la loro situazione a più persone possibile. Niente schieramenti, niente bandiere, per tenere lontanissimo il benché minimo sentore di speculazione su una vicenda così brutta e insieme così delicata. Servirà a poco, ma qualsiasi poco, di fronte a persone che, a prescindere alla loro volontà rischiano di perdere anche la casa, per me è comunque un dovere.
Vi abbraccio, ragazzi.

mercoledì 16 giugno 2010

Anch'io voglio essere intercettato

Inizio a pensare che ormai l'escalation nella gara a chi le spara piàù grosse non finirà più. Ogni giorno ne leggeremo una più simpatica dell'altra, fino alla fine del mondo (o, più facilmente, al disfacimento del nostro paesello). Oggi il pelato più capelluto d'Italia ha detto, tra applausi scroscianti (e striscianti) della platea degli industriali, "Siamo tutti spiati: 150 mila telefoni controllati. Considerando 50 persone per ogni telefono, vengono fuori così 7 milioni e mezzo di persone che possono essere ascoltate."

C'è un piccolo dettaglio che mi sfugge, anche facendo finta che questi dati siano veri (anche se mi sembrano presi dalle estrazioni del lotto). Come mai, con sette milioni e mezzo di italiani spiati, alla fine pigliano sempre lui che si organizza la serata con le amiche, che cerca di seccare giornalisti comunisti e che briga con i più loschi figuri del paese? Anch'io vorrei essere un pochino intercettato, nel mio piccolo, e scoprire su qualche giornale locale (perchè tutto è in proporzione, questo mi pare ovvio) la trascrizione delle mie telefonate, mentre faccio la nota della spesa, mentre parlo con il mio capo o, soprattutto, mentre auguro malattie invalidanti a qualche politicante romano, dimostrando un senso della patria degno di un mercenario della legione straniera.
Questo è ciò che distingue un paese civile dalla barbarie, altro che balle. E se poi per avventura qualche migliaio di mafiosi, trafficanti di stupefacenti, terroristi (ma guarda un po' che strano, ieri il ministro della paura ce l'aveva con i terroristi, oggi però non gli servono le intercettazioni per stanarli, a volte il mondo è veramente bizzarro), e non so che altro dovessero rimanere a piede ibero, beh, questo, diciamo, fa parte della socializzazione degli inconvenienti. D'altronde, lo sappiamo, il mondo perfetto non esiste.

lunedì 14 giugno 2010

Scannatevi da soli

Il ministro della paura Maroni colpisce ancora. Oggi abbiamo scoperto che vuol mettere i body scanner in tutte le stazioni ferroviarie. Ognuno di questi costa 150 mila euri e, pare, dia dei problemi piuttosto seri di privacy e di code. Forse però dovremmo per prima cosa chiederci a cosa servono.

Partiamo da quello che sappiamo tutti, e cioè che non ci sono soldini. Opinione inconfutabile, per quanto la presenza e l’assenza di disponibilità economiche siano un concetto piuttosto elastico, se pensiamo che, in un momento in cui lo stato sociale e l’istruzione vengono fatti a pezzettini nel nome del risanamento dei conti, anacronistici progetti da faraoni squilibrati tipo l’acquisto di 131 cacciabombardieri per i prossimi anni, alla modica cifra di 13 miliardi di euro, trovano comunque il plauso e l'avallo del nostro illuminato governo.

Ma allora, saranno utili? Funzionano? Siamo minacciati?

Che siano utili, mi pare un pleonasmo alla Catalano. Ovvio, sempre meglio avere una cosa in più che una in meno. Tutto serve ed è utile nel nostro mondo, il problema è l’opportunità e il rapporto costi benefici.
Su questo mi permetterei alcune piccole riflessioni. Per prima cosa, forse il ministro della paura dispone di relazioni riservate di cui non abbiamo il bene di sapere l’esistenza, ma quello che consta a noi poveri mortali è che questa minaccia terroristica occidentale tutto sommato sono anni che non si sa che fine abbia fatto e dove punti. Poi, magari, il ministro ci spiegherà come a Lodi e a Gallarate si celino pericolosissime cellule sovversive da neutralizzare per ogni mezzo, ma, insomma, io ho i miei dubbi, semplicemente perché non se ne conosce traccia.
In ogni caso, se anche fosse, sei io volessi fare un attentato, cercherei ben altri posti dove fare qualche attentato. Ci sono decine di posti pubblici pieni di gente o che si riempiono di gente ad ogni più sospinto. Se solo ognuno di noi pensa a quanti posti affollati ogni giorno frequenta, sono sicuro che un brividino inizia a scorrergli per la schiena. metropolitana, traghetti, scuole, palestre, centri commerciali, per non parlare degli acquedotti, dei condotti dell'aria condizionata e mi fermo qui. Insomma, è un’impresa totalmente inutile far finta di blindare completamente le stazioni ferroviarie quando poi ci sono decine di altre situazioni ugualmente a rischio se non peggio. E poi, ministro della paura, ma hai presente quante stazioni ferroviarie i sono in Italia? Vuoi mettere un body scanner in tutte o facciamo un bel decreto legge che dice che i terroristi possono salire sui treni solo nei capoluoghi di regione?

Chissà come mai, pure sta cosa mi puzza assai. Sento quel caratteristico odore che si avverte quando, a forza di gridare al lupo, qualcuno inizia a farsela nei pantaloni. Poi sento odore di uomo forte (quindi, di Denim), e, a ruota, odore di olio di ricino. Sarà, ma anche l’odore del letame mi piace pochino, figuriamoci questo.
Ministro della paura, i tuoi body scanner portali ad Arcore, non si sa mai che qualche cittadino lì ne abbia bisogno per controllare le puttane che gli entrano in casa. In cambio, non voglio niente in più. Ridacci, ad esempio, tu che sei federalista, i soldi dell'ICI che non avete restituito ai comuni. Bello fare i progetti di sviluppo e poi lasciare gli altri con le chiappe al vento, vero?

lunedì 7 giugno 2010

Il Convegno


E’ finita. Oggi è finito il convegno nazionale dei GAS e dei DES, ospitato quest’anno ad Osnago, a due passi dal nostro amato paesello. Sala piena per due giorni, un sacco di movimento, grandi riflessioni e chiacchierate, bella gente. Per me personalmente però è stato inizialmente deprimente. Mi sono occupato, nell'ambito del gruppo che doveva organizzare il convegno, di preparare due seminari a pagamento ad uso della pubblica amministrazione che, nelle nostre intenzioni, avrebbero dovuto sostituire la classica richiesta di contributo, sia per poter restituire qualcosa in cambio, sia perché comunque le classiche richieste di patrocinio oneroso sono ormai storia passata e funzionano spesso soltanto se poi si restituisce qualcosa in cambio (e non in termini di servizi).


Come ho già scritto, il risultato di questa attività è stato disastroso, tanto da aver dovuto annullare tutto pochi giorni prima. Colpa mia, probabilmente, nonostante la fatica delle notti impiegate a scriver mail e a pensare, a progettare, a parlare con tizio e caio. Colpa del tempo che, avevamo detto dall’inizio, era pochissimo, oggi possiamo dire troppo poco, colpa della rete che ha funzionato male (sempre per problemi di tempo, penso), ma colpa soprattutto della miopia degli enti locali e dei loro amministratori, sempre più incapaci di guardare ad un palmo dal proprio naso, oltre la buca da riparare e al canestro da comprare. Triste prospettiva, quella dell’amministrazione che non si sa guardare intorno, che non sa riflettere su se stessa e che non sa cogliere i segnali che riceve. Agrate, una volta tanto, aveva fatto invece un figurone, mandando un mezzo esercito di persone. Una volta tanto, ci prendiamo i meriti che ci spettano, anche se è servito a poco.


Parliamo però di cose serie. Il convegno è andato bene, in alcuni momenti moltissimo bene (vabbè, non si può dire, ma rende l'idea). Chi è stato un pochino dietro le quinte ha scoperto delle pecche che forse molti non hanno neppure notato, ma quello che è stato visibile a tutti è stato il livello degli interventi, spesso molto elevato, che ha aiutato a spingere oltre quelle riflessioni che a volte si fatica a fare ma ancora di più a condividere con persone che le possano apprezzare. Fare il GAS per comprare arance e pasta è certamente un modo troppo riduttivo, troppo comodo, vorrei dire anche un po’ ipocrita di porsi e risolvere alcuni problemi di senso davvero grandi che oggi la società ci pone (se li si vuole ascoltare, s'intende...). Sono domande che, si capisce, non hanno mai una risposta esaustiva ma che con il cambiare dei tempi e degli scenari devono essere interpretate in modo differente. Io trovo che avere disponibilità di teste pensanti che sanno interpretare i segni dei tempi sia un dono raro di cui ringraziare ogni giorno. Spesso però è nella fase pratica che il gigante inizia a vacillare, soprattutto poi quando si inizia ad uscire dallo stretto ambito degli addetti ai lavori, e la magra figura rimediata con i Comuni per i workshop lo conferma una volta di più. Ma anche nel mondo GAS passare dalle chiacchiere alla pratica non è sempre un salto scontato. Lo stato in cui versa il nostro distretto di economia solidale, da malato in coma indotto, è un piccolo esempio di come sia complesso e impegnativo tenere controllati contemporaneamente i tantissimi fattori che possono generare situazioni critiche in questo campo.

Ma non è questo il tempo delle analisi sui moribondi. Oggi è tempo di riposo (finalmente), ma soprattutto di gioia. Si, sono proprio contento di esserci stato, prima e durante. Oggi mi sento di aver fatto una bella cosa per me e di aver incontrato tante belle persone che probabilmente penseranno la stessa cosa. Una volta di più, gli assenti hanno avuto torto. Il convegno già mi manca.

venerdì 4 giugno 2010

Riassunto delle puntate precedenti

Cosa ho fatto dall’ultima volta… mah, non me lo ricordo neppure io. Sicuramente, questa sera, mentre rientravo a casa, sono rimasto davvero sbigottito quando mi sono reso conto che avevo la sera libera. Nessuna riunione, nessun impegno, nessun poema da scrivere via mail. Insomma, dopo non so quanto tempo, ho cazzeggiato come un vero italiano medio. Non potevo quindi esimermi dal dare una spolverata a questa credenza virtuale, che vorrei piena di bei pensieri ma che purtroppo si riempie spesso di altro. Era ora che riuscissi a tirare un pochino il fiato, non ne potevo più, stavo diventando insopportabile anche a me stesso.

Cosa si può dire di tutto quello che è successo al mondo? Del fatto che dei dimostranti siano stati ammazzati come dei topi (tanto che ancora non si sa neppure quanti siano i morti, esattamente come succede in guerra) e che per contro c’è stata la classica veemente reazione falsamente cerchiobottista del secondo ministro degli esteri americano, che per avventura risiede alla Farnesina, penso non valga molto la pena di parlare. Del resto, mi pare quantomeno coerente con tutto quello che ha fatto finora e in un mondo in cui tutti sono liberisti e dopo 10 minuti diventano protezionisti, e poi ancora liberisti ecc. mi pare tutto sommato un punto a favore. Certo, a ben guardare è a favore di chi ammazza la gente come se andasse al supermarket, ma vabbè, non possiamo mica stare a guardare il capello, no?

Mi piacerebbe invece scrivere una cosa personale, una volta tanto, ma mi pare un po’ troppo per questo blog (e mica ne posso tenere un altro con il nick angelodelladesolazione…) Però sappiate che è stata una cosa bella, e di cose belle oggi ne capitano sempre meno. La classica bombola di ossigeno di cui tutti abbiamo bisogno. Mi spiace solo che funziona solo con me. Ma voi siete contenti per me, confessatelo…

Domani sera inizierà finalmente il convegno nazionale dei GAS, per il quale, nel mio piccolo, ho aiutato ad organizzare dei seminari per la pubblica amministrazione. E’ stato un lavoro piuttosto estremo, per quanto apparentemente banale, pieno di fatica e di impegno, soprattutto perché fatto in orari in cui normalmente la gente normale dorme o si dedica ad occupazioni molto più appassionanti, che però è stato annullato per il basso numero di iscrizioni. I seminari che abbiamo costruito erano davvero interessanti e mi pare di aver avuto un bel rapporto con ci ha lavorato insieme a me per mettere i piedi questo castello. E fin qui, i lati positivi. Il problema, probabilmente, è stato che ci siamo rivolti con troppa fiducia ad un target che, una volta di più, abbiamo verificato capace di predicare bene e razzolare male. Parlo del mondi dei Comuni, che abbiamo battuto palmo a palmo per quattro province. Il risultato è stato davvero deprimente, non solo tra i comuni che, per essere cementificatori da generazioni e proprio per questo allegramente confermati dai loro cittadini, tanto affezionati quanto lobotomizzati, ma soprattutto tra quei comuni cosiddetti amici che però evidentemente preferiscono ricordarsi del loro affetto in momenti più proficui. Peccato, peccato per me che mi sono fatto inutilmente il mazzo, ma soprattutto, e lo dico con grande sincerità, peccato per loro, perché hanno perso un’importante occasione di crescita. E peccato anche perché ci si accorge in questi casi come sia davvero una chimera questa fantomatica rete di cui si parla tanto ma che, evidentemente, ha dei buchi che manco i bilanci della Parmalat. Alla fine, il tipico amministratore locale ha piacere solo di occuparsi delle proprie beghe, ha interesse solo a consolidare e a gestire il consenso ma ha totalmente abdicato al proprio ruolo profetico che solo potrà salvare la nostra società dall’ecatombe. Giuseppe dice che da qui dobbiamo ripartire, chi di voi mi conosce sa che non gradisco molto il ruolo di vittima sacrificale e ancora meno il fatto di lavorare per la gloria. Ci dovremo pensare, questo sicuramente. Con calma e a bocce ferme. Se ci penso adesso le bocce roteano da poter star bene in una canzone di Pete Burns (marò, si vede che sono una persona di gran cultura, eh… mi manca solo la citazione da Amici e poi siamo al completo)

Ah, quasi dimenticavo una cosa: interessa che sono diventato coordinatore di Libertà è Partecipazione? No, dai, non dite così, scostumati …

martedì 18 maggio 2010

Mafiosi? Do not disturb


Ho sempre meno tempo per aggiornare questo povero blog, ma forse è meglio così, visto che sarei costretto a commentare ogni giorno quasi esclusivamente delle cose da far accapponare la pelle. Ladri nascosti (quando si nascondono...) in ogni anfratto, i nodi di una politica economica lottizzata e nepotistica che piano piano vengono al pettine ("il nostro sistema pensionistico è il migliore d'Europa", questa l'ha detta oggi Tremonti, l'uomo più simpatico del mondo dopo il castratore di Norimberga, che non so chi sia ma dà l'idea, come dire che l'anno prossimo lo scudetto lo vince il Frosinone facendo segnare solo il portiere di riserva) eccetera.

Però questa mi pare un po' l'apice, almeno oggi, della devastazione morale che ci circonda, speriamo ancora per poco. L'onorevole Santanchè, che probabilmente deve le sue fortune a doti che non riguardano la politica in senso stretto, oggi dichiara "Che senso ha intercettare un mafioso mentre parla con sua madre? E'un abuso" . Questa mi rifiuto di commentarla. Alle prossime elezioni rivotatela, mi raccomando

mercoledì 5 maggio 2010

Happy birthday to me

Martedì scorso il vostro blog preferito o quasi ha compiuto un anno. Un anno vissuto tutto sommato tranquillamente, nonostante i Franceschi (o presunti tali) che hanno cercato di seminare un po’ di zizzania. All’inizio avrei sperato di trovare un po’ più di interazione da parte dei lettori, ma, guardando i blog di altre persone, molto più famose di me, mi sono accorto che è una speranza piuttosto vana, nel senso che il lettore medio, per mille motivi, preferisce leggere e non scrivere. D’altronde, se qualcuno volesse scrivere probabilmente aprirebbe un proprio blog invece che commentare quelli degli altri, come faccio peraltro io.
Mi sono poi accorto che questo spazio è sorvegliato da qualcuno che vorrebbe prendermi in castagna, e ben gli sta dover leggere tutto quello che scrivo. Forse è anche per questo che avevo pubblicato un post piuttosto consistente su una materia un po’ scabrosa ma di grande attualità (indovinate un po'...) che ho poi preferito lasciare tra le bozze. Quei pensieri sono poi finiti in un dibattito per mail che ho avuto con alcuni amici, che ho trovato davvero bello e utile per tutti, un confronto aperto e sincero che è poi quello che mi piacerebbe si facesse qui . Peggio per chi si diverte a farsi gli affari altrui e non si guarda in casa propria, dove è possibile che si nasconda (se è nascosta) qualche preoccupazione di ordine superiore o almeno, me lo auguro per loro. Ma ognuno usa i mezzi che crede, ci mancherebbe. Tanti nemici, tanto onore. Intanto, a loro tocca passare con la lente d’ingrandimento quello che scrivo e questo mi pare una punizione sufficiente.

Insomma, per farla breve, questo blog ha avuto nel suo primo anno di vita 2278 visite da parte di 706 visitatori unici. Se vendessi memorabilia di Freddy Mercury o pubblicassi filmatini con le veline i risultati sarebbero molto differenti, ma per fortuna non guadagno denaro in base agli accessi. Le visite sono state un po’ da tutto il mondo, e questa cosa mi inquieta un pochino. Quelle più numerose estere sono state dalla Francia e dagli USA, ma parliamo di 10 accessi in un anno. Però, vuoi mettere come fa figo dire che hai avuto un accesso anche dalla Groenlandia (uhm… qui furbacchione ci cova…), uno dal Perù e uno da Taiwan?
Ormai anche google, su certi argomenti, linka il blog piuttosto facilmente (beh certo, soprattutto se cercate Roberto Bossi blog agrate….) e mi è capitato soprattutto quando scrivevo di argomenti di attualità. Carina questa cosa, perché ho ricevuto scritti da persone un po’ fuori dal nostro contesto locale e parlare con tutti fa sempre bene. In tanti ancora accedono al blog tramite il sito della lista (www.insiemeperagrate.it) . Ho avvertito che è meglio non farlo con un post, ma vedo che la tradizione in Italia è dura a morire. Alla peggio, se qualcuno non riuscirà ad accedere, mi contatterà. Nel caso, si perderà qualche articolo da premio Pulitzer.

Vabbè, insomma, mettiamola così: in un anno, la cosa più importante che ho imparato è che c’è sempre tempo per crescere!

mercoledì 28 aprile 2010

Mettetevi d'accordo!

Lo zio, oggi, dichiara di non volere le elezioni (come quel comunista del presidente della Camera) ma di volere solo il federalismo (pronuncia: federaliiiiiiiiismo). Dev'essere in nome dello stesso federali(iiiiiiii)smo che il ministro Calderoli (essì) vuol proporre la service tax, ovvero un unico tributo contro tutti gli orribili e antiliberali balzelli che si pagano al Comune (ICI per le seconde case e Tarsu, caro ministro, pensa che roba...)

Un'idea che può avere o chi non ha mai messo piede in un comune o chi vuol prenderti per i fondelli per partito preso. Insomma, non bastava aver cancellato l'ICI sulla prima casa per legge e aver stanziato fondi insufficienti per la compensazione ai Comuni (della serie, io faccio la bella figura e voi vi beccate tutte le rogne delle minori entrate, un tipico esempio di strenua difesa dei principi del federaliiiiiiiismo). Ora, al grido pàpparo di "Roma ladrona" i nostri illuminati statisti si preparano a togliere l'unica, ormai misera possibilità che i Comuni avevano di graduare il proprio intervento in materia impositiva. Insomma, nel nome del federali(iiiiiiii)smo, ai Comuni non rimarrà più alcuna possibilità di decidere.
L'idea dei costi standard mi piace invece molto e spero che davvero venga portata avanti, ma mi sa che, adesso che lo sanno, la ritireranno o, come avviiene classicamente, diventerà merce di scambio per altro. Del resto, sarebbe la prima volta nella storia che si fa una cosa non dico intelligente, ma semplicemente di buon senso per la pubblica amministrazione. Ma forse ci stanno ancora pensando perchè le riunioni vengono convocate con la PEC e le sue meraviglie efficientiste...
Insomma, iiiiiiiiiiiiii o no?

mercoledì 21 aprile 2010

Domanda senza offerta

Mi è capitato di leggere un bell'articolo di analisi sull'exploit della Lega. Di questo, la parte più veritiera e anche a suo modo scolvolgente, è la frase che dice "La sinistra in Italia è uno spazio culturale, non un’offerta politica". Secondo me ormai non è più neanche uno spazio culturale, soprattutto se per sinistra intendiamo il cerchiobottismo del PD, ma purtroppo è proprio vero che ormai da qualche anno il senso propositivo della sinistra è andato a farsi benedire.
Boh...

giovedì 8 aprile 2010

Libero 2 - la vendetta



Questa è la prima pagina di oggi dell'ineffabile quotidiano Libero . Mi è arrivata la segnalazione e mi sembrava davvero un peccato passare sotto silenzio questo ulteriore esempio di grande giornalismo, contornato, ove possibile, di cristallina obiettività e di perle di saggezza di inestimabile valore.
Per la serie,"Forse non tutti sanno che", Wikipedia dice che nel 2003 Libero ha chiesto ai proprietari del bollettino «Opinioni nuove» di prendere in affitto la testata. Da allora il quotidiano è ufficialmente un supplemento dell'organo ufficiale del Movimento monarchico italiano (non so se rendo l'idea...). In questo modo può beneficiare dei finanziamenti pubblici all'editoria. Fatti i dovuti calcoli, che ovviamente io inizialmente avevo toppato in pieno, per ogni copia venduta il nostro incassa € 0,17 di contributo, come mi informa l'amico che ha postato il commento qui sotto. Magari si potrebbe anche pensare che, in assoluto, non sarebbe poi neppure sta gran cifra (magari), ma sempre di soldi pubblici si tratta e quindi un po' miei. Sono eretico se penso che forse i miei soldi si potrebbero spendere un filino meglio?
Tornando a noi, un bel marameo ai giudici (per un istante ho temuto anche il peggio...) per il quale, in un paese civile, trattandosi di scontro istituzionale conclamato, anche gli spazzini si sarebbero strappati le vesti. Marameo ai giudici, in parole più chiare, significa "cari giudici, ieri ho fatto approvare l'ennesima legge a mio uso e consumo, con buona pace di tutti gli organi di garanzia esistenti in questo paese. E adesso avete ancora voglia di rompermi le scatole?".
Già, mica ha tutti i torti... abbiamo ancora voglia?

martedì 6 aprile 2010

Avviso ai naviganti

Comunicazione tecnica per i poco addetti ai lavori.
Mi dice un uccellino che tanti di voi accedono a questo blog tramite il sito di Insieme per Agrate. Fossi in voi, aggiungerei l'indirizzo del blog direttamente ai preferiti del vostro pc (per i meno esperti, si accede al sito e poi si va in Preferiti - Aggiungi a preferiti) , evitanto di passare dal sito di IpA. Purtroppo quel sito da tempo non viene aggiornato e, da quel che mi risulta, non viene neppure monitorato l'accesso. Insomma, se non vi create un altro sistema per accedere, un giorno o l'altro potreste anche rimanere orfani del vostro blog spreferito senza neppure una raccomandata per avvisarvi. E poi come faccio a far parlare di me in consiglio comunale??
Uomo avvisato, mezzo salvato!

sabato 3 aprile 2010

Libero da galera

Il giornalismo italiano, si sa, non è certo famoso per il proprio coraggio ed è noto a tutti quale sia la prima caratteristica necessaria per svolgere questa meritoria professione in Italia: una bella molletta da mettere sul naso, per coloro che già naturalmente non ne sono dotati dalla nascita (e, così a prima vista, mi pare che madre natura abbia copiosamente elargito questo dono all'interno di questa categoria).
Leggo oggi non il solito quotidiano bolscevico, ma altri due, che sono assimilabili alla Pravda: il New Yorker e il Guardian. Entrambi parlano delle eroiche gesta di tale Tommaso Debenedetti (segnatevi questo nome, che potrà esservi utile in futuro), ineffabile giornalista, anzi, lavoratore dipendente, dell'ineffabile quotidiano Libero, anello di congiunzione tra la verità e la discarica di Payatas.
Questo simpatico omino deve aver pensato di avere delle arti divinatorie che ha ritenuto il momento di far conoscere al volgo. Per questo, ha scritto un'intervista a Philip Roth e a John Grisham, due giovani scrittori alle prime armi che prima o poi si faranno. In previsione di alcune difficoltà tecniche, il nostro ha ben pensato di anticipare quello che loro avrebbero dichiarato, senza prendersi l'inutile briga di provare a contattarli. Del resto, sarebbe stato tempo perso, deve aver pensato l'uomo con la penna più veloce della lingua: se una cosa la penso io, basta e avanza. Peccato che Paola Zanuttini, che non è esattamente un garzone di bottega e che, almeno lei, gli scrittori li intervista davvero, abbia casualmente chiesto conto a Roth di una sua dichiarazione anti Obama presa dalla fantomatica intervista di questo cuor di leone. E qui, apriti cielo. Roth non solo dice di non saperne niente e che, anzi, lui pensa esattamente il contrario, ma inizia a fare qualche controllo: il Debenedetti sostiene di avere un nastro con l'intervista telefonica, che però non riusciva a trovare (maddai!!!), ma poi scopre anche che la stessa sorte era stata riservata a Grisham: stessa intervista inventata, stessa risposta anti Obama inventata, stesso scandalo dello scrittore, la cui moglie, scrive il New Yorker, è anche una superdelegata di Hillary Clinton, che non so cosa sia ma dà l'idea.

Ma dico, Debenedetti, almeno controlla con chi te la stai prendendo... Grisham è miliardario, scrive legal thriller, ti fa il mazzo in men che non si dica. Prenditela, chessò, con Mary Higgins Clark... insomma, era un po' che non sentivo operazioni di questo genere, così smaccate, così becere e, ovviamente, così passate sotto silenzio. In tutto questo bailamme, anche Libero ovviamente tace, neanche una parola di scuse, non una spiegazione, insomma niente di niente, se non che, pare, l'intervista incriminata, inizialmente pubblicata sul sito, è stata rimossa. Nella logica dello stile dell'informazione di plastica, la verità non è che un sassolino nell'ingranaggio della propaganda. Espelliamolo e non ci pensiamo più. L'unica attenuante è che gli unici libri che legge il lettore medio di Libero è il libretto delle istruzioni del cellulare. A ben vedere, di danni ne avrà fatti ben pochi.

A quando un'intervista con Marx che dichiara di non perdersi una puntata di Amici, caro Belpietro?

mercoledì 31 marzo 2010

Electioneering

E poteva mai mancare l'ultimo commento, ovvamente da Bar Sport, sulla materia?
Dappertutto portemmo leggerne di simpatiche e di geniali. Io, che non sono un analista ma uno scalciatore di pensieri casuali, mi limito a pescare quella che mi fa più inviperire, che è quella di Bersani. Ai giornalisti ha dichiarato "Al Nord, e soprattutto in Piemonte i candidati di Beppe Grillo hanno tolto voti un po' a noi, un po' a Di Pietro. Non a caso in Toscana, dove Grillo non c'era, Di Pietro è andato molto bene». E ai giornalisti che gli chiedono se abbia senso favorire il centrodestra per impedire la costruzione della Tav, rischiando nel contempo anche la costruzione di una centrale nucleare, Bersani ha risposto: «Che devo dire? È un cupio dissolvi».
A parte che io ci avrei messo un bel femminile di fianco a cupio, ma è sempre bello vedere che, nonostante passi il tempo, la faccia a culo di cambiare le carte in tavola è una costante intramontabile. Sarà su questo che il PD vuole basare la difesa della tradizione? mah...
Premettendo che non ho votato per i grillini e che Grillo mi è a pelle antipatico quasi come Capezzone, mi pare che sarebbe stato molto più onesto (e quindi impossibile) riconoscere che se se quel movimento ha avuto questo grande exploit forse bisognava parlarci prima, ascoltandoli e discutendo, se non proprio accogliendo, le loro proposte, piuttosto che dargli del guastafeste dopo, quando la gente li ha scelti. Che la TAV fosse una scelta scellerata, ad esempio, di cui la Bresso si è macchiata, lo sapevano pure prima e mi sembra davvero comico che ora si gridi allo scandalo, quando da tempo in Val di Susa la polizia manganella casalinghe e impiegati che manifestano. Presidente, pensava forse ad un biglietto di ringraziamento dentro la scheda elettorale con scritto sopra "Amo porgere l'altra guancia"?
Ma qui tornano in campo tutti i discorsi che abbiamo già sentito da molti in questi giorni: una classe dirigente paleozoica, un sistema di conservazione del potere da far rabbrividire il vaticano (opps, non dovevo? ma questo ha la v minuscola, rigorosamente...), una tensione all'affarismo che ha come modello il partito azienda che ci governerà ancora per un bel pezzo, un'incapacità ormai storica di dire alla gente cose che interessano, una capacità propositiva degna di Gasparri al convegno Mensa 2010 e la solita, ormai atavica politica cerchiobottista che ormai ci ha rotto tasche, orecchie e maroni.
E poi ci diranno che ci vuol tempo, che bisogna costruire con calma, che occorrono progetti a lungo termine ecc ecc. Insomma, chi di mestiere chiacchiera continua a chiacchierare, continua a non fare nulla di concreto se non gestire il potere difendendo, attaccando, pianificando, rintuzzando, classificando, pontificando, studiando, confrontando. Prima o poi arriverà anche una buona idea, ne sono sicuro. Oh, sissì!
L'unica notizia buona della giornata è il titolo.

domenica 21 marzo 2010

Italianistan

Faccio anch'io un po' di copia e incolla. Avrei voluto scrivere qualcosa di bello che ho fatto sabato, ma è tardi. Accontentiamoci tutti di questo, in attesa di tempi migliori. del resto, è una filosofia che è meglio tenere sempre pronta
Vivo a Milano 2, in un quartiere costruito dal Presidente del Consiglio. Lavoro a Milano in un’azienda di cui è principale azionista il Presidente del Consiglio. Anche l'assicurazione dell'auto con cui mi reco a lavoro è del Presidente delConsiglio, come del Presidente del Consiglio è l'assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa. Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale di cui è proprietario il Presidente del Consiglio. Quando devo andare in banca, vado in quella del Presidente del Consiglio. Al pomeriggio, quando esco dal lavoro, vado a far la spesa in un ipermercato del Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal Presidente del Consiglio. Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala del circuito di proprietà del Presidente del Consiglio, e guardo un film prodotto e distribuito da una società del Presidente del Consiglio: questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal Presidente del Consiglio. Se invece la sera rimango a casa, spesso guardo la TV del Presidente del Consiglio, con decoder prodotto da società del Presidente del Consiglio, dove i film realizzati da società del Presidente del Consiglio sono continuamente interrotti da spot realizzati dall'agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio. Seguo molto il calcio, e faccio il tifo per la squadra di cui il Presidente del Consiglio è proprietario. Quando non guardo la TV del Presidente del Consiglio guardo la RAI, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il Presidente del Consiglio ha fatto eleggereQuando mi stufo navigo un po’ in internet, con provider del Presidente del Consiglio. Se però non ho proprio voglia di TV o di navigare in internet leggo un libro, la cui casa editrice è di proprietà del Presidente del Consiglio. Naturalmente, come in tutti i paesi democratici e liberali, anche in Italianistan è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che vengono approvate da un Parlamento dove molti dei deputati della maggioranza sono dipendenti ed avvocati del Presidente del Consiglio, che governa nel mio esclusivo interesse, per fortuna!

giovedì 18 marzo 2010

"E' ora di finirla!"

«Ne abbiamo piene le scatole di una regione che non riesce a decollare». Con chi se la prende Umberto Bossi? Di quale regione parla? Sorpresa: è la «sua» Lombardia.

Così parte un articolo sulla Pravda di oggi e, tanto per cambiere, c'è da farsi venire più di qualche grattacapo. La Lega primo partito in Veneto è una cosa che potrebbe far sorridere, se non fosse che poi succedono, contemporaneamente, cose come queste (leggete soprattutto il finale dell'articolo) che fanno onestamente venire i brividi anche a chi ha la scorza più spessa. Amministratori pubblici che parlano come kapo nel più religioso dei silenzi, anzi, magari avanzando tra due ali di folla plaudente. Se non è il paese che vogliamo, è certamente quello che abbiamo.

In un paese civile chiunque chiederebbe al mio caro zietto "Ma chi ha governato la Lombardia negli ultimi 15 anni?" Se ne hai le scatole piene, come minimo, pretendi che le persone con cui te la prendi se ne vadano a casa. Invece, siccome la ragion di stato comanda sempre, gli lisci il pelo e prepari un'altra spartizione. Già, in un paese civile. Noi siamo invece in quel posto in cui i problemi più gravi sono la violazione della privacy del presidente del consiglio, i processi brevi, le leggi salva Previti (ce ne siamo già dimenticati? io no), i regali infiocchettati ai più schifosi e ignobili evasori fiscali, in modo che ogni italiano sogni di diventare come quelli che oggi in Italia fanno il bello e il cattivo tempo: corrotti, ladri, evasori fiscali, ce n'è per tutti. Pertanto, è perfettamente normale che ci si indigni con sè stessi o con l'altra parte di sè: anzi, questo, evidentemente, porta voti e consensi.

Voglio anch'io un subappaltino (senza controlli), voglio anch'io una escort (dicesi zoccola), voglio anch'io un amico che mi elimini i nemici (dicesi sicario, con o senza armi), voglio anch'io una società alle Bermuda (dicesi evasione fiscale), voglio anch'io un lodo Alfano (dicesi libertà di delinquere). E voglio anche Angelina Jolie come vicina di casa, Messi che gioca con i miei figli a calcio e andare in vacanza sulla Luna. Solo così sarò felice, e ancora me ne viene.

Facciamoci ancora questo ballo, signorina, e non si preoccupi, questa è la nave più sicura del mondo, non può affondare (scrosch)

giovedì 11 marzo 2010

Ecco come passo il tempo

Giusto perchè se ne presenta l'occasione, qui troverete un breve resoconto di cosa ho fatto martedì sera. Nella foto manca Simone, che in quel momento era il fotografo. O forse era troppo brutto per essere impressionato dalla macchina, chissà... Una serata davvero interessante e molto vera, in cui, oltre alla propria esperienza, le nostra aspirazioni, le dritte (fatte di teoria e di pratica) che ci ha dato Paolo, ognuno ha condiviso anche gli ingredienti meno appetibili della nostra esperienza, fatta anche di perplessità e di stanchezza. Anche questo fa parte della realtà di oggi, che riserva ben poche soddisfazioni a chi lavora perchè il mondo sia davvero di tutti.
Se avete un po' di tempo, guardate per bene il blog di Paolo, è molto interessante, anche se ovviamente è orientato al tema della partecipazione e quindi, se l'argomento non è dei vostri preferiti, potreste rimanerci male. Se posso permettermi, però, temo che poche cose al mondo oggi come la partecipazione potranno salvarci dalla deriva berlusconiana in cui il senso della vita sembra essere solo quello di farsi gli affari propri in barba a chiunque e a qualsiasi cosa.
Se mi interessa il mio prossimo, mi interessa anche la democrazia, se mi interessa la democrazia mi interessa la partecipazione. Altrimenti, per Arcore sono solo pochi chilometri...

mercoledì 10 marzo 2010

Chi va piano...

Riprendo ogni tanto la lettura dei quotidiani, che oggi mi offre un piccolo spunto di riflessione qui. Alla nostra sinistra, il bellissimo treno Londra Pechino (a me un treno con occhi e naso un po' mi inquieta, non so voi...) , di cui penso prima o poi sentiremo tutti parlare. Per una strana associazione di idee, mi viene in mente subito la TAV e tutte quelle cose agghiaccianti che stanno succedendo in quelle zone, tra il silenzio di tutti i mezzi di comunicazione e il compiaciuto sorriso di tutti i candidati in Regione, che sostengono la necessità di questo bel progettino (la Bresso sostiene anche la necessità del dialogo, e per questo bisognerebbe che si vedesse qualche filmatino su youtube che mostra le qualità oratorie dei manganelli che calano sulla testa della gente comune).
Veramente, comunque io giri questa questione, mi sfugge il senso di fare Londra Pechino in due giorni con il treno, mi sfugge quali problemi risolverà, mentre mi sfugge molto meno che oggi, se voglio andare da Milano a Bologna in ferrovia, ci devo andare per forza con il treno più veloce dell'universo, che mi fa viaggiare a 300 all'ora e mi fa risparmiare ben un'ora. I treni normali ormai sono passati di moda, quindi li abbiamo pure tolti dall'orario ferroviario. Se poi, incidentalmente, non me ne dovesse fregare niente di risparmiare un'ora, pazienza. Spenderò comunque il doppio di quello che spendevo prima, ma per avere servizi di altissimo livello non si possono mettere le mani nelle tasche dei cittadini, eccheccavolo! L'unico lato negativo è che mi mancherà tantissimo l'autostrada e il piacere di incollarmi a chi mi sta davanti dandoci di sfaretto compulsivo. Ma si sa, il progresso ha i suoi costi...

lunedì 8 marzo 2010

Non è mica finita qui...

Cari affezionati frequentatori e lurkatori del blog,
se avete seguito la stampa locale, avrete capito il motivo per il quale sono rimasto un po' fermo: non sarebbe stato carino anticipare qui quello che avrei detto pubblicamente o riservatamente a chi di dovere. Il rispetto istituzionale innanzi tutto... Se non avete seguito la faccenda, vi siete evitati una storia di raro squallore e di perbenismo da accatto che ha risparmiato ben pochi protagonisti. Ma quel che stato è stato e, nonostante sul piano personale temo non mi sarà molto facile dimenticare questa manfrina, sul piano istituzionale per fortuna si gira pagina. Chi doveva sapere, ha saputo. Chi si voleva approfittare di quello che è successo, lo ha fatto e forse si sente un po' più grassottello. Buon per lui. E' stata comunque una bella lezione per capire, una volta di più, da chi si è circondati e con quali modi si ragiona. Ci sarebbe da dire che, se tanto mi dà tanto, forse tutto questo è un motivo in più per stare dentro questi meccanismi, ma alla fine non so neppure quanto e se riuscirò mai a toccarli.
La cosa però che mi preme di più fare però è ringraziare nuovamente le persone che mi sono state vicine durante l'assalto alla diligenza, scrivendomi e anche telefonandomi. Non nomino nessuno di voi per le solite questioni di privacy, ma io vi ho tutti, uno per uno, presenti mentre scrivo. Neppure una volta mi sono mai seduto sui banchi consiliari (seduto sui banchi?? ma a scuola non si poteva...) senza ricordarmi delle persone che mi hanno chiesto di rappresentarle, una responsabilità davvero grave e di cui probabilmente neppure sono degno. Per un giorno però mi sono anche sentito orgoglioso di tutto questo, non perchè quel giorno vi ho strappato il voto e in qualche modo oggi potrei sentirmi il vostro "capo", ma perchè ancora di più mi sono sentito di essere il terminale di una sorta di grande famiglia allargata, che si basa sulla fiducia, sulla reciproca stima, sulla condivisione e sul dialogo. Insomma, abbiamo raggranellato pochi voti, forse, ma se non sono veri questi...
Uno per uno, cari, vi ringrazio di vero cuore e vi abbraccio.

martedì 26 gennaio 2010

Clamoroso al Cibali, tutto esaurito (o quasi)

Incredibile dictu! Venerdì scorso (lo so, le notizie qui arrivano più in ritardo del diretto Pontremoli Poggibonsi), si è tenuta presso la Sala Consiliare del Comune una serata pubblica sull’orto biologico, organizzata dal GAS in collaborazione con il Comune di Agrate – delega all’economia solidale (se becco chi è sto delegato, gli rompo le corna … ). Mai ci saremmo aspettati la sala senza un posto vuoto neppure sulle sedie volanti, riempita da un pubblico variegatissimo, composto da agratesi e da esterni, da giovincelli (tra cui due minorenni!) e da superpensionati, da addetti ai lavori e da semplici curiosi, da tanti amici ma anche da tanti sconosciuti.
La tecnica del passaparola ha funzionato a meraviglia e, senza spendere un solo centesimo in promozione, abbiamo messo insieme un centinaio di persone dalle più svariate provenienze. L’argomento era banale solo a prima vista e la cosa più carina sembra che questo sia stato ben capito da tutti quelli che erano presenti. Dietro la coltivazione dei pomodori le persone ci hanno giustamente visto il senso più compiuto di questa iniziativa, cioè la difesa dell’ambiente e territorio, ma anche degli antichi saperi, il rifiuto della logica dell’avere qualsiasi cosa a qualsiasi prezzo, ma la piacevole fatica di ritornare padroni di una piccola parte di ciò che ogni giorno ci coinvolge, il cibo.
Insomma, il mito del cittadino scemo che vota, paga e si fa gli affari suoi inizia a scalfirsi un pochino (diciamo, ovviamente, non certo per la nostra serata). Come spesso mi ha sentito dire chi ha avuto la sventura di chiacchierare con me, ribadisco nuovamente che secondo me per fare in modo che la gente di riappropri della consapevolezza del proprio ruolo non servono tanto i discorsi e ancora meno i simboli, ma serve fare una delle tante, tantissime cose dentro le quali possono ritrovarsi persone delle più svariate origini, storie e percorsi, serve dare uno stimolo per riempire di senso la vita delle persone. Certo, per questo occorre far uscire la gente di casa e quindi serve anche andare a fare a botte con la tv di logica berlusconiana, impresa non propriamente semplice, ma intanto ci siamo portati a casa questo risultato, e ce lo coccoliamo.

Nella primavera sono previste grandi iniziative sull’economia solidale, quindi… stay tuned!

sabato 16 gennaio 2010

Canta e non passa (da Milano)



La cultura, a Milano, si sa, è sempre stata un fiore all'occhiello. Dai tempi della Milano da bere (o da pere, a piacere) abbiamo avuto il piacere di essere ignorati dai principali circuiti internazionali e in cambio abbiamo avuto eventi imperdibili, a livello di Mostra di Teomondo Scrofalo. i grandi eventi, per i quali la moratti ha nominato un apposito assessore, pullulano, è solo questione di scoprire dove sono (già...). C'è davvero da rimpiangere l'assessore Sgarbi, e non dico altro. Del resto, quando sei occupato a tempo pieno nel poltronismo e nella cementificazione di ogni atomo di terra è un po' difficile trovare risorse per il resto, soprattutto mentali. In questo modo, per l'ennesima volta, avanza la conservazione e impazzano gli alfieri del mondo più becero e ottuso, quello che identifica la politica con il nano pelato, la cultura col Bagaglino, il cinema con Vanzina, la musica con Amici ecc ecc. e che, soprattutto, si occupa della difesa ad ogni costo del proprio centimetro quadrato a ogni costo. E quindi, per far un bel servizio ai giovani, Milano viene abbandonata da tutti gli eventi musivali più importanti a causa degli assurdi divieti posti intorno all'uso di S. Siro per i concerti. I famosi 22 minuti di sforamento di Springsteen a S. Siro sono ormai entrati nella leggenda delle iniziative più demenziali e autolesionistiche del mondo. Oltre alla multa, ora pare che Trotta, promoter dell'iniziativa, rischi pure 3 mesi di galera per l'inosservanza dell'ordinanza sindacale, che 30 solerti cittadini milanesi (forse, ma dico forse, elettori della signora e, altrettanto forse, dotati di propaggini sporgenti in cima al cranio di ragguardevoli dimensioni) hanno denunciato. Chi c'era (come me...) ricorda allora un concerto veramente memorabile, sicuramente un evento da iscrivere nella storia del decennio musicale milanese. Ma il rispetto della quiete oltre le 23.30 per 30 trogloditi è ovviamente molto più importante. Morale, Milano ora viene rifiutata da tutti i tour più importanti. Ha detto picche il Boss (e vorrei pure vedere...), ma in questi giorni hanno rifiutato, a causa di limiti acustici, Madonna, gli AC/DC (li voglio vedere a suonare col volume a 1...) e anche Paul McCartney, noto metallaro dedito a riti satanici sul palco. In compenso, l'assessore ai grandi eventi ha assicurato (lo giuro, non è una battuta) la presenza del musical Renzo e Lucia di Michele Guardi. Ma ci rendiamo conto?? Probabilmente in 6 mesi qualche tv compiacente cercherà di pompare questo evento, ma paragonare un ex Beatles a uno spettacolo di un illustre sconosciuto (mi piacerebbe vedere una foto delle tribune, quel giorno...) non è come essere totalmente incompetenti, fanfaroni all'ennesima potenza o totalmente ciechi, muti e sordi. E', semplicemente, buttare il millesimo sacco di letame in faccia alla gente che, effettivamente, se ne prende già abbastanza ogni giorno e probabilmente neppure ci baderà più di tanto. Così, l'icona lumbard Renzo Tramaglino in difesa della sua bella e delle sue tradizioni verrà spacciata come l'evento dell'estate per le future giovani camicie verdi legaiole. Però, e qui ci posso scommettere quanto di più sacro ho, se la moratti può sfottere i milanesi, facendogli credere, accendendo quattro lampadine ogni tanto, di vivere in un paradiso terrestre e non in una città senza servizi, invivibile, strapiena di traffico e dedita solo ad accumulare i soldi, non riuscirà a far bere anche questa ai milanesi, che, sempre di più, si accorgeranno di quale povertà viene loro offerta, se non in materia culturale, sicuramente in termini di concerti, che sono materia che, almeno per ora, sopporta con difficoltà spot e passaggi televisivi fino all'indigestione. Chi frequenta i grandi concerti li vive come la fase terminale di un mito coltivato quasi ogni giorno, non un pacchettino propinato tra un detersivo e uno snackForse tutto ciò non le toglierà molti voti, ma certamente le farà guadagnare il disgusto di quelle persone che sono ancora in grado di indignarsi per questo modo di governare costruito a esclusivo uso e consumo dei ricchi e della conservazione di ogni loro privilegio, a qualsiasi costo.

sabato 9 gennaio 2010

Dove abiti, fratello?

L'anno si è aperto con un'ennesima chicca che il nostro spirito prostrato dalle faccende familiari non può far passare sotto silenzio. Donna Letizia, la donna che ha il merito di aver avviato il primo ufficiale smantellamento della scuola pubblica italiana, non avendo molta materia per far parlare di sè i giornali ha ben pensato di estrarre un coniglio dal cilindro e ha ben pensato di intitolare una via a Craxi.
Craxi. Solo il nome, penso faccia venire i brividi a molti di noi. L'uomo che è stato uno dei padroni d'Italia per molti anni, o almeno quello che ufficialmente prendeva la maggior parte delle decisioni più importanti (perchè chissà mai chi gli suggeriva certe cose...), l'uomo che, da un partito di comprimari, ha portato il suo Psi ad essere un colosso che muoveva non solo milioni di voti, ma posti di potere, consensi, e quindi forniture, servizi... insomma, una carovana di denari in libertà. E così, mazzetta dopo mazzetta, forse gli stessi personaggi che qualche mese prima avrebbero dato un braccio per lui, che si spacciava per il più grande statista del dopoguerra, lo hanno simpaticamente ricevuto a monetine in faccia davanti all'Hotel Rafael. Insomma, un uomo che ha fatto della corruzione la propria più rigorosa legge, che ha messo i propri esattori nei posti più importanti del paese, e tutti insieme hanno sottratto al paese una somma credo incalcolabile, ma soprattutto ha sottratto al paese la dignità, ha mercificato e dato un prezzo a qualsiasi cosa, a qualsiasi principio.
E allora, mi spiace dirlo, ma evviva Di Pietro che vuole, come è giusto, che sia scritto corruttore e latitante sulla targa. Naturalmente, i bolscevichi del Pd hanno ben altro da fare che sprecarsi sull'argomento, e quindi a fare opposizione su questa materia rimarranno solo le solite macchiette. Ci sono cose molto più importanti di cui occuparsi, come la immonda, veramente immonda telenovela della Puglia e tutti i giochietti di potere che si stanno consumando per determinare le candidature ad elezioni che solo loro non si sono accorti che hanno già perso ancora prima di aver cominciato la campagna elettorale, incapaci di guardare per l'ennesima volta oltre lo steccato delle spartizioni e la moltiplicazone di sgambetti e raccomandazioni.
Morale, probabilmente, tra un paio d'anni due commesse, un sistemista e un impiegato del catasto potranno orgogliosamente dire a tutti di abitare in Via Craxi 21. Come gli anni di galera che il nostro avrebbe dovuto scontare e che oggi il giudice Moratti, con il plaudente beneplacito del nostro presidente, vuole graziare.
Per la miliardesima volta, continuiamo a vedere come la distanza che c'è tra la politica e la gente è paragonabile solo a quella che c'è tra il cervello di Rubbia e quello di Gasparri. In che tempi siamo...

lunedì 4 gennaio 2010

2010 Augurken

Come tutti gli anni, non so se l’anno che finisce sia stato così disastrosamente peggiore rispetto agli altri. Per me personalmente, potrei anche essere soddisfatto: ho dato sfogo alle più segrete aspirazioni del mio ego costringendo diversi malcapitati a scrivere il mio nome su una scheda elettorale, ho conosciuto persone in gamba, finalmente ho realizzato il sogno della mia vita vacanziera, insomma non mi è mancato nulla. Tralasciando gli aspetti troppo personali, ci sarebbe di che essere soddisfatti.
Se guardo però alla vita fuori dalla porta di casa mia, come ogni volta che si cerca di tirare una riga lo scoramento è sempre più forte. Il nostro mondo ha conservato almeno su questo una indubbia coerenza: l’imperativo categorico è sempre imporsi, con qualsiasi mezzo. Per prima cosa, con i propri soldi o quelli che si cerca di avere anche a costo di fare carte false o di indebitarsi dalla pubertà fino alla pensione, almeno per chi ce l'avrà. Imporsi con l’arte di gestire il potere: se sei bravo, subdolamente, ballonzolando tra gli intrecci di palazzo e le dicerie dell’untore, seguendo uno stile alla D’Alema, mentre se sei un burino, il tuo stile non può che essere quello del nano pelato, che, con gesto del seminatore, getta dovunque germi del suo potere con sorriso benevolente ma le intenzioni di chi non ne può più di perdere tempo con gli straccioni. Ma anche con il sesso più da commedia scollacciata, con l’esibizione dei racconti e delle fotografie di quelle gentili signore che da quest’anno abbiamo imparato a chiamare escort, con buona pace dei fan delle auto vintage, ai quali ormai rimane, presumo, poco più dell’Alfasud. Se negli anni scorsi abbiamo imparato che molti dei parlamentari italiani non sanno cosa sia il Darfur, ora abbiamo imparato che il parlamento non serve più a nessuno, dal momento che il nostro governo legifera al suo posto a colpi di decreti legge e di voti di fiducia, pur disponendo di una maggioranza che raramente si ricorda in epoca repubblicana. Una volta di più i nostri politici sembrano non aver altra occupazione che mostrare quale siderale distanza si può mettere con un sistema di potere che ormai sembra arrivato al collasso. Il (meraviglioso) racconto di Saramago in Cecità (se non l’avete letto, mettetevelo quanto prima sul comodino), che molti chiamerebbero fantapolitica sembra che sia ogni giorno più vicino. Abbiamo imparato, anche quest’anno, quanti regali Tremonti può fare agli evasori fiscali con l’ennesimo condono, che quest’anno si chiama scudo fiscale e, a differenza dell’evasione fiscale semplice, stavolta ha aiutato pesantemente anche mafia e camorra, che ha potuto far rientrare al proprio servizio quantità enormi di denaro nella perfetta legalità, senza nessun controllo e nessun problema ma, anzi, con tanti ringraziamenti da parte del governo, che così potrà quadrare i propri conti. Ora, mi aspetto la depenalizzazione del reato di mafia e il raddoppio della pena per l’accattonaggio e il furto dei torsoli di mela. Abbiamo anche imparato che i beni confiscati alla mafia, finalmente, potranno ritornare alla mafia stessa che se li potrà ricomprare, sputando in faccia così alle tantissime iniziative di associazioni e cooperative che hanno cercato di riprendersi un po’ del territorio che la mafia ha divorato. Ora la mafia ha imparato quella lezione che anche noi abbiamo capito ormai da tempo. Basta pagare. Quindi, se mai qualche affare dovesse andare male, avrà solo bisogno di un po’ più di soldi per recuperare quello che qualche impudico magistrato potrà sottrargli. Se poi penso che dell’Utri, nume tutelare e inventore di forza Italia nonchè riverito parlamentare da n legislature, ha preso 9 anni e mezzo di galera in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, forse mi si chiarisce qualcosa.
Insomma, su queste materie ho imparato troppo. Ora vorrei un po’ dimenticare, o, meglio ancora, imparare altre materie. L’onestà, la legalità, lo spirito di servizio, l’attenzione ai poveri, la giustizia sociale, la pace, il rispetto reciproco, la presa di coscienza del proprio ruolo da parte di ogni cittadino. Auguriamoci per il 2010 questo per il nostro povero paese, auguriamocelo anche per Agrate, che ne ha comunque bisogno. Mammamia che fesso, eh….