joe strummer

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martedì 21 luglio 2009

Com'è dura l'avventura



E va bene, lo confesso: è una settimana che sono tornato, ma non so bene come ricominciare a scrivere. Non so da dove farlo, non so di cosa parlare esattamente, non so chi leggerà dopo una pausa di ormai tre settimane che, nel mondo del web 2.0, sono anni. Ma tant’è, facciamocene una ragione.


La sindrome del foglio bianco penso sia tanto più grave quante più cose occorre riordinare, razionalizzare e mettere in fila. Visto che non si è mai soddisfatti quando si pone mano a queste titaniche imprese (e più si aspetta, più la confusione si ingigantisce e minori sono le speranze di uscire vivi dal casino), a questo punto ho deciso di andare a ruota libera e scrivere quel che viene e quanto ne viene (occhio che ce n’è fino a domani notte…)


Allora, partiamo dalla cosa più facile. Due settimane a vedere un mondo a parte. Un mondo in cui la natura si è ritagliata una specie di proprietà privata in cui fare tutto quello che le passa per la testa, e vi assicuro che l’ha fatto. Un paese in cui la gente conserva la stessa dignitàsia quando mangiava pane e cipolla, sia quando si riempiva la casa di diavolerie elettroniche, sia ora che non sa più che pesci pigliare per pagare i propri debiti. La stessa gente che ora s’è risvegliata dal sonno della ragione american style e che ora sta facendo i conti con la realtà che si riprende tutto quello che ha regalato prima. Nonostante questo, nessuno si straccia le vesti, ma non per questo si rinuncia a protestare. Civilmente, ma incessantemente, da quasi un anno e ogni giorno, davanti al Parlamento, che loro chiamano Alpingishus, la gente ricorda a chi ha deciso di occuparsi delle cose altrui che servono soluzioni rapide e definitive per ridare speranza alla gente e vigore all’economia. Ma ce la immaginiamo la gente che, in Italia, protesta per un anno di fila davanti al parlamento? Noi abbiamo una crisi economica senza precedenti, con migliaia di persone che hanno perso il posto di lavoro e che lo perderanno in futuro, un governo che, in tanta difficoltà, non ha trovato di meglio da fare che qualche regalino aigli amici imprenditori, un presidente che si fa le leggi a suo uso e consumo, che possiede i principali i mass media d’italia, un’opposizione che balbetta quando deve far la voce grossa e che blatera all’infinito sugli stessi 3 argomenti da 10 anni senza arrivare ad una soluzione e noi, dopo 3 giorni al massimo di titoloni in prima pagina, parliamo di mostri di Garlasco, veline, di grandi fratelli, di mignotte da 5000 euro a notte (ma chiamiamole pure escort, ci mancherebbe…) e chi più ne ha, più ne metta. Abbiamo da imparare l’abc del senso civico probabilmente anche dagli antropofagi della Nuova Guinea. Sicuramente, da tutti i popoli del nord, che, rispetto a noi, sono avanti anni luce, anzi, secoli luce. Ma se non siamo capaci neppure di tenere puliti i bagni pubblici, come possiamo pretendere di insegnare ai nostri figli il rispetto dell’altro e la democrazia?


Ok, come al solito, m’è partita la penna, anzi, la tastiera. L’invidia è una brutta bestia, diciamocelo, e ogni volta che esco dall’Italia ritorno a casa con una rabbia che non riesco neppure a spiegare, sapendo che quella civiltà non abiterà mai neppure per un momento nel nostro paese. Che fatica essere italiani, che fatica…

3 commenti:

  1. Ben tornato!
    è sempre bello leggerti perchè, anche quando non sai cosa scrivere, riesci a mettere nero su bianco quello che a noi, almeno a me, passa per la testa.
    Le tue riflessioni, cioè di come noi italiani pensiamo di essere civili ma in realtà siamo ancora un popolo dell'era primitiva, mi ricollegano ad una notizia sentita stamattina: quanti italiani vivono all'estero, felici di esserci, perchè si vergognano del loro paese!
    Ebbene sì, anch'io quando parlo con i miei figli dico loro: "appena potete, andateve dall'Italia! E' un paese, o meglio un popolo, che non merita la nostra/vostra presenza"
    Non perchè si pensi di essere migliori di altri, ma per lo meno si tenta di essere un pò più civili perchè mi indegno (e mi vergogno) quando sento che siamo governati da certa gente ma, quel che è peggio, è che nessuno (almeno molto pochi) si scandalizzano di certe notizie!
    Allora è proprio vero quando si dice che ognuno ha il governo che si merita.

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  2. Devo essere sincero, quello che stanno facendo Repubblica e l’Espresso intorno agli scandali di Berlusconi mi provoca fastidio, il miserrimo livello raggiunto nel pubblicare le telefonate delle prostitute, è qualcosa di molto più profondo e arcaico, ce va a cozzare con il più intimo senso di giustizia della natura umana.

    O forse è un disperato gesto di ribellione, che nasce nel sentirsi manipolati al di là di ogni accettabile limite.

    O forse ancora è il fastidio per questa viscida ipocrisia, da parte delle suddette testate, nel travestirsi da “giornalismo” solo quando la cosa torna utile, ben sapendo di non aver mai assolto a quel compito per il resto dei giorni dell’anno.

    Insomma, deve essere qualcosa di profondamente grave, se una persona come il sottoscritto, che non ha mai provato la minima simpatia politica per Berlusconi, si ritrova oggi incapace di gioire per la sua ormai inevitabile discesa agli inferi.

    Sembra quasi che il vederlo sconfitto su un territorio così poco “politico”, dopo averlo visto scorrazzare indisturbato sulla carcassa della nostra nazione, ...

    ... non faccia che ricordarci tutto il male impunito a cui abbiamo dovuto assistere in tutti questi anni.

    Impunito, naturalmente, grazie alla connivenza del suddetto giornalismo di facciata.

    In certi momenti viene addirittura il sospetto che togliere di mezzo Berlusconi in questo modo - rumoroso ma in fondo innocuo - sia il supremo lasciapassare per un disastro sociale, economico e morale al quale i nostri “giornalisti” hanno assistito silenti sin dall’inizio – avallandolo quindi - e che mai a questo punto vorrebbero sentirsi ricordare.

    Qualunque sia l’ipotesi giusta, rimane questa pervasiva sensazione che i giustizieri siano mille volte più indegni, laidi e corrotti del giustiziato. Ed è questo che risulta inaccettabile.
    luigi

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  3. @ Giovanna: sicuro, a noi tocca la sorte peggiore di tutte. La "fuga dei cervelli" è letteralmente una croce, perchè per cervelli si intende il significato letterale: chi è in grado di capire in che società siamo, appena può alza i tacchi. Se non ci fosse stata una congiuntura sfavorevole, l'avrei fatto anch'io, quando ero giovane. Ma ormai...
    @ Luigi: temo di dover condividere, perchè, sempre allacciandoci al discorso di cui sopra, siamo capaci di pensieri piccoli e poveri. Ci interessano più le mignotte che la distruzione dello stato di diritto e della società civile. Sul fatto che i giustizieri siano peggiori, non sono poi così d'accordo, non perchè io li stimi, ma perchè penso che ci possano essere in giro poche persone che hanno fatto tanto male all'Italia come il nostro nano pelato. Però, la sensazione di generalizzato squallore è tanto intollerabile quanto ineludibile

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