joe strummer

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mercoledì 19 agosto 2009

Nessuno uscirà vivo da qui


Una volta tanto, prendo come spunto di riflessione non la bibbia del perfetto mangiatore di bambini ma un altro giornale di noti sovversivi, il Sole 24 ore, che, purtroppo in versione cartacea (ho cercato rapidamente l'articolo sulla versione online, non l'ho trovato ma non posso essere certo che non esista), pubblicava ieri un articolo di Roberto D'Alimonte nel quale si faceva la solta analisi del perchè il nano pelato sia sempre sulla cresta dell'onda. In sostanza, il nostro scopre l'acqua calda e dice che 1) avere 5 tv non basta da solo per mantenere un consenso, ma occorre altro 2) questo altro è stata la capacità di aggregare nazionalisti e secessionisti sotto un'unica bandiera (quella dei soldi, aggiungo io). Il ragionamento non mi pare particolarmente raffinato, ma mi sembra anche poco attaccabile, nella sua semplicità. Prosegue poi analizzando una ricerca di Itanes (chi era costei?) nella quale, in sostanza, emerge in numeri il fatto che la maggiore preoccupazione degli italiani riguarda l'economia (mavà...) e che, tra chi soffre di questa ansia, il 41% ha votato pdl e il 30% pd. Questo significa, che, vuoi con la tecnica delle paure, vuoi con lo stile dell'uomo forte, vuoi con la politica dei lustrini e delle paillettes, quest'uomo, che in tanto ancora si ostinano a definire un buffone o un imbonitore, ha trasformato il più grande problema del terzo millennio in una grandissima opportunità. In qualsiasi parte del mondo chi ha dovuto gestire la crisi ha perso consensi, in Italia, dove non è stato fatto in sostanza nulla se non operazioni di facciata e vendita di fumo il premier ci ha guadagnato. In termini di consensi, s'intende, non mi riferisco certo alla riproposizione di quella ignobile norma sullo scudo fiscale... Continuiamo a sfotterlo.

Il problema, come giustamente osservava il giornalista, è che, di nuovo, il nostro nano si trova a far la guerra contro nessuno, quindi ha gioco facile a proclamarsi vincitore. Lui in una settimana ha fatto il Pdl, il Pd sono 3 mesi che parla di un congresso che farà a ottobre. Lui ha scritto il programma su un postit, la fabbrica del programma sembrava l'enciclopedia britannica (se non vado errato, aveva 281 pagine). In qualche modo ammiro l'innocenza con la quale il Pd ha pensato di costruire un nuovo soggetto e penso che un confronto serio e un dibattito interno siano un indice di grande democrazia, di onestà e di trasparenza. Poi sarebbe carino che la stessa trasparenza si usasse in tutte le altre cose del partito, ma questi sono altri discorsi. Il problema principale è che questo stile, dando per scontata la buona fede di chi lo promuove, può essere apprezzato da chi questa cultura ce l'ha dentro. Se ti piace l'uomo forte, se ti interessano le cose pubbliche solo quando scopri di non poter alzare la tua villetta di un piano, se ti fai spiegare dal tg4 come va il mondo, se preferisci passare il tempo contando i tuoi soldi e pensando a come pagarne meno al fisco, allora forse non sono questi i discorsi più adatti.

Più passa il tempo e più mi convinco che ci rimane un'unica possibilità per cercare di cambiare i destini di questo paese, per sperare che si sollevi da questo inginocchiatoio dove sembra si sia accomodato da anni senza alcuna intenzione di muoversi. Senza un grande investimento in cultura, senza un grande movimento delle teste pensanti, senza un ritorno alla conoscenza, senza la presa di coscienza del fatto che il cambiamento passa singolarmente da ognuno di noi, senza un passaparola, senza poter fermare la gente per strada e parlarle, magari parlarle fino all'indigestione, ci terremo il nano pelato e i suoi figli fino alla centesima generazione. E più passa il tempo senza fare niente, più la gente continua a crescere a veline, tg4 e distruzione di ogni tutela per i cittadini più deboli. Finchè abbiamo i soldi, ognuno di noi potrà permetterselo. Poi, piano piano, ognuno di noi dovrà aprire gli occhi. Ne resterà uno solo.

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