joe strummer

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venerdì 25 settembre 2009

Nani e ballerine, ma arridatece le ballerine!


Ormai sono infinite le porcate che sta infilando questo governicchio. E' notizia di oggi, ma attività di luglio, l'abrogazione di fatto di alcune norme già approvate cosiddette antifannulloni. Quello norme che, di fatto, avrebbero creato disparità di trattamento tra i lavoratori pubblici e quelli privati in caso di malattia, aumentando le ore di reperibilità e indennità di malattia ridotta. Al solito, come si conviene a questo governo, anche la riforma della riforma è stata approvata con decreto legge, poi convertito in agosto.


Ormai le fanfaronate di Brunetta rasentano il livello di quelle del suo capo (forse perchè i due sono tra i pochi che riescono a guardarsi reciprocamente negli occhi) e ormai la gara è a chi la spara più grossa. "Sono più grande presidente degli ultimi 150 anni" contro "sono meglio di Padre Pio" oppure "non si può mandare in strada il poliziotto panzone che non ha fatto altro che il passacarte, perché in strada se lo mangiano". In effetti, Brunetta un po' di strada la deve ancora fare. Però, lui, anche se non sembra, non è un cretino e sa bene cosa può e non può fare. E' un docente universitario e conosce perfettamente il mondo delle regole. Aver fatto una riforma come la sua è una cosa di evidentissima malafede, dal momento che era evidentissimo a chiunque, e a maggior ragione a chi nel mondo della pubblica amministrazione, che le sue cosiddette riforme se le sarebbe dovute, presto o tardi, rimangiare. Secondo il tritissimo clichè che segue chi deve legiferare, le riforme si fanno con schiamatti, squilli di tromba e rulli di tamburi, la loro correzione si fa sempre quando l'italiano medio va in vacanza o ha il solito delitto di Garlasco di cui occuparsi. Ne ho già parlato qui a proposito di Maroni, ma ormai il gioco è talmente scoperto che l'hanno imparato anche i sassi.


La verità è che la vera riforma della pubblica amministrazione non la farà mai nessuno, perchè costa sangue sudore e lacrime, perchè, per una volta, bisognerebbe distinguere le persone tra bravi e cattivi e non tra amici e non amici, perchè costerebbe molto tempo e non porterebbe nessun vantaggio in termini elettorali, perchè, finalmente, bisognerebbe scoprire il pentolone delle consulenze, delle spese inutili, e anche, ovviamente, degli incompetenti e dei fancazzisti, che abbondano ma che si sono fatti una crassa risata di fronte alla cura Brunetta (magari perchè qualcuno lo ha pure votato). Basterebbe un semplice studio che pubblicasse degli indici di benchmarking in base ai quali iniziare a misurare, non dico tutto, ma alcune banali cose. Ne dico una qualsiasi, la prima che mi viene in mente, caro ministro. Nei comuni di Ragusa e Trapani, dove notoriamente la pubblica amministrazione raggiunge i suoi più alti livelli di efficienza, la spesa di personale per numero di dipendenti è intorno ai 55.000 euro annui, a Lodi 20.000. E' normale? 55.000 euro di costo medio di personale forse non ce l'ha neppure la Mc Kinsey e, così ad occhio, non ho notizie della stessa efficienza per il Comune di Ragusa. A Venezia le spese di personale sono intorno al 25% delle spese correnti, a Enna il 50%. E' normale? A Cosenza ci sono 138 dipendenti comunali ogni 10.000 abitanti, a Rieti 23. E' normale?


Insomma, caro ministro, non ci vuole molto a capire dove si potrebbero mettere le mani, senza neanche dover fare grandi studi. Certo, magari si potrebbe far studiare questo problema a qualche società di consulenza...


Ma guarda, ministrino, mi viene in mente anche un'altra idea (e sono 2 in 5 minuti). Si chiama italia.it ed è quel progetto, teoricamente interessante, nel quale sono stati buttati milioni di euro per non avere assolutamente niente. Parliamo di uno stanziamento iniziale di 45 milioni di euro più altri 25 milioni più altri 21 stanziati lo scorso anno e altri 10 stanziati quest'anno, il tutto per un totale di 101 milioni di euro (che fanno 200 miliardi di lire del vecchio conio) di cui 100.000 solo per preparare quello splendido logo che tutti potrete vedere accedendo al sito, il tutto per generare un sito internet orribile, nella sua versione iniziale pieno di bachi e perfettamente inutile. Andateci sopra e lo scoprirete per conto vostro. Quando è uscita la prima versioned el sito, un privato nel giro di poco tempo ha prodotto, gratuitamente, un risultato qualitativamente migliore, senza errori e GRATIS (se non ci crdete, guardate qui). E allora, caro ministrino, non è che per caso sarebbe il caso, ad esempio di andare a recuperare questa efficienza o questi soldi? Come dici? non si può perchè l'incarico era dato all'IBM e responsabile dello sviluppo era il ministro Stanca, ex AD dell'IBM e ora mammasantissima dell'Expo? Maddai!! Carramba che sorpresa!!


E allora, almeno, visto che proprio non possiamo fare altro, visto che invertendo l'ordined ei fattori dei nani il risultato non cambia, almeno arridatece le ballerine!

4 commenti:

  1. Trovo questo blog molto divertente. Oltre ai misfatti riguardanti il governo nazionale ed i suoi esponenti di spicco, perchè non ci racconta pure quelli del nostro governo cittadino visto che ora è consigliere comunale?

    saluti gBg

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  2. è troppo facile dire "perchè non ce ne sono"? :-D

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  3. Mai dire mai.
    Vorrà essere così gentile, comunque, ad annotarli su queste pagine qualora si verifichino.

    saluti gBg

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  4. Voglio essere sincero e per una volta fuori dalo scherzo (ma poi ci ritorno subito). Dovesse esserci un problema, mi pare che le regole della correttezza istituzionale e del lavoro di squadra implichino per prima cosa di parlarne con chi di dovere, visto che, per fortuna, il telefono del sindaco o di un assessore è più accessibile di quello di Brunetta o della Gelmini. Poi, è chiaro, dovessero esserci problemi che non si possono risolvere discutendone, penso avremo un problema più grosso di quello di cosa scrivere qui. In ogni caso, di certo cercherò in questa sede di essere trasparente e corretto. Non so se ci conosciamo, ma chi ha la sventura di avere avuto a che fare con me sa che non mi nascondo se devo prendermi una responsabiità, per quanto spiacevole possa essere. E poi, chi vivrà, vedrà!

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