joe strummer

joe strummer

mercoledì 16 dicembre 2009

Contro il clima d'odio, censura!

Ebbene si, lo confesso. Maroni, all'inizio, non mi stava neppure così antipatico. Sarà per quello spirito libero (vabbè, libero considerando il contesto in cui si colloca) che una volta lo spinse a bozzare di brutto con il suo capo e mio zio (salvo poi essere costretto a strisciare come un verme per essere reintegrato nelle fila dei valorosi padani, ma questo facciamo finta che non sia accaduto), sarà perchè, a sentirlo parlare, sembra quasi una persona normale, o forse per il suo secondo lavoro, quello di bluesman della padania, o forse perchè qualche anno fa aveva candidamente ammesso di fare quello che tutti fanno privatamente (no, il lettone di Putin stavolta non c'entra, ma c'entra lo scarico di musica con il p2p).
Però ogni favola dura poco e il vero volto razzista e reazionario di quest'uomo (un nome, un programma di vita, ma questo lo sanno anche i sassi) aspettava solo l'occasione buona per fare capolino. L'accanimento verso gli stranieri, che per molti, scafisti o no, è stata una vera condanna a morte, il pizzo sul permesso di soggiorno, l'introduzione del reato di immigrazione clandestina ma anche cose di casa (o cosa) nostra, come questa di cui ho parlato qualche post fa, sono tutte tessere che aiutano a comporre il vero volto di quest'uomo che probabilmente ha in mente il disegno di un mondo così fascista che neppure Larussa potrebbe sognare.
In questi giorni la volontà di imbrigliare la rete dà l'ennesima idea di cosa ci sia nella testa di costui. Filtri, censura, controlli nel mondo libero per eccellenza, quello in cui, se vuoi, trovi qualsiasi cosa. Il tutto,per porre rimedio ad un problema di iniaudita gravità, i gruppi di facebook che inneggiano a Tartaglia e alla sua statuina e che sviluppano il mitico CLIMA D'ODIO (quanto mi piace scriverlo maiuscolo) che è la vera e forse unica causa della difficoltà di questo governo e del suo degno capo.
Finalmente, il nostro governo, nel quale il partito più grosso non per niente si chiama popolo delle Libertà, potrà fregiarsi dello stesso livello di libertà dell'Iran e della Corea del Nord, tanto che, probabilmente, navigare dal Laos per un italiano potrebbe diventare un sogno di libertà. E chissà come mai, nessuno si preoccupa di controllare i siti in cui i pirati informatici si organizzano e si scambiano informazioni (parlo di quelli che trafficano in carte di credito e codici del remote banking, non ovviamente di chi si fa la copia a casa di Office o si scarica il cd di Ligabue), le comunicazioni web delle varie mafie, o semplicemente i siti di aziende di truffatori, o solo dei famigerati black bloc o dei negazionisti, che fanno bella mostra di sè e che sono accessibili anche con chiavi di ricerche molto ampie (una volta ci sono capitato pure io e vi assicuro che non è stata una gran bella esperienza). Ecco, tutto questo è legale. I gruppi di faccialibro che inneggiano a Tartaglia, quelli no, quelli fomentano la violenza. Ovviamente, nelle idee di questo campione di libertà, il limite lo decide il governo e non i magistrati. In perfetto stile berlusconiano, in base al quale voti = legge.
Per fortuna, però, il nostro bluesman sfizzero-padano evidentemente non capisce una beata mazza neppure di web perchè chiunque ha un po' di familiarità con la rete sa perfettamente che è quasi impossibile, a meno che non si tronchi dalla nascita il flusso, impedire che certi contenuti si diffondano. E' anche il motivo per il quale il p2p non si riuscirà a bloccare e perchè, in ultima analisi, la rete è così popolare. Nessuno la può fermare, amigo, neppure la Lega.
Quindi, magari, prima o poi anche questo blog potrebbe cadere sotto la censura del nostro piccolo Stalin verdolino.Quindi, prima che sia troppo tardi, o prima che mi tocchi spostare il sito su un dominio delle Isole Marshall, leggetelo ora!!

Nessun commento:

Posta un commento