Tra poche ore, finalmente, sarà tutto finito. Per ora,
diciamo che, se le cose vanno come tutti pensiamo, Ezio Colombo sarà sindaco
ancora per i prossimi 5 anni. Nel nostro Comune alle europee ci sono 1100 voti di differenza
tra il blocco di centrodestra e PD/Tsipras e penso che questa differenza alle
amministrative si muoverà ancora di più a favore nostro, con il serio rischio
di passare il 50%. Evviva! Il cambiamento continua con te, abbiamo detto. Ora
dobbiamo farlo e sono convinto che lo faremo
Ora manca la parte più complicata e più imprevedibile,
quella della conta delle preferenze. Ho sentito ieri diversi candidati
preoccupati, e lo sono anch’io, sia per chi può passare sia per chi rischia di
non farlo. Il pensiero del flop mi ha svegliato dopo 3 ore di sonno, ma
pazienza, per dormire c’è tempo anche domani (sempre di riuscire ad arrivarci).
Diciamo che, giunti a questo punto, non c’è dubbio, stare fuori mi dispiacerebbe. Un po’ perché ormai
stiamo assaporando la vittoria, un po’ per non poter proseguire le cose che ho
fatto in questi 5 anni, di cui sono convinto che qualcuno debba occuparsi, un po’ per
una forma di orgoglio personale che, purtroppo, nonostante tutti i miei buoni
propositi, non sono riuscito a cancellare, ma soprattutto perché mi
dispiacerebbe per le persone che si sono fatte un mazzo quadrato per spendere
il mio nome dovunque, con uno sforzo, una dedizione, una passione che
certamente io non merito. Ho provato a tenere qualche conto e, se anche dovessi
rimanere fuori, se non ho sbagliato i conti dovrei raccogliere almeno il 50% di
voti in più dell’ultima volta. Ora, davvero questo è un risultato di cui essere
soddisfatti e, senza esagerare, vorrei dire orgogliosi. E’ un risultato che,
soprattutto, dà un senso al lavoro dei miei amici, che mi tocca profondamente
ogni volta che ci penso, che mi hanno fatto conoscere presso tante persone che non sapevano neppure che esistessi, che hanno perso ore a parlare di me e a
imbucare volantini col mio faccione in ogni angolo del paese, e che, dulcis in
fundo, si sono meritati anche qualche scomunica da un autoproclamatosi talebano
della chiesa (rigorosamente con la c minuscola, trattandosi, la sua, di setta). I miei
amici sono tutte persone normali, che non hanno mai fatto controllo del
territorio, che non sono andati in giro come i venditori della Folletto o
mettendo il santino davanti alla signora ottantenne insieme ad una scatola di
biscotti, ma, molto più semplicemente, sono compagni di un viaggio che ho
iniziato anni fa e che, in modo per me sempre più sorprendente, hanno scelto di fare
insieme a me. Il volantino mio e di Giovanna è girato per tutto il paese grazie
al lavoro degli amici e non a quello di un ragazzo sottopagato, magari pure in
nero. Non ci abbiamo scritto frasi eclatanti, nè impegni vaghi o roboanti. Una
persona con un’indubbia esperienza della politica agratese mi ha detto di
essere rimasto sorpreso di non averci letto le mie competenze in materia gestionale
o “ambientalista” che pure, volendo,
avrei potuto vantare senza imbrogliare nessuno. “Può essere una scelta
strategica”, ha commentato (sottintendendo ben altro, ma ci mancherebbe, ognuno
è libero di pensare ciò che vuole nei miei confronti). Semplicemente, lì dentro
io ho voluto scrivere con sincerità di me, delle cose che mi interessano, dicendo
all’elettore “io sono questo, nudo e crudo” (si, lo so che potevo scegliere un’immagine
un po’ più poetica….) Questo mi permetterà di andare comunque in giro a testa
alta: dovesse andare male, non avrò cercato di abbindolare nessuno, dovesse
andare bene sarà ancora più importante sapere che un numero importante di
persone ha fatto proprie le mie idee e mi ha chiesto di portarle avanti per i
prossimi anni. Semplice, no? Insomma, i miei amici sanno che io so comportarmi solo
in questo modo e sono certo che loro approvino.
E’ stata una scelta da estremista, molti diranno. Forse si,
ma non voi, Amici. Di cuore, di tutto cuore, comunque finisca questa
storia, mi avete commosso. Mi perdonerete ancora una volta se, oltre a tutti i miei errori e le mie povertà, anche oggi non so dire altro che un grande e emozionato grazie.
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