joe strummer

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mercoledì 21 maggio 2014

Vecchio

Siamo agli sgoccioli della campagna elettorale e finalmente abbiamo ricevuto la nostra polpetta avvelenata. Ce l’ha confezionata Bosisio, paladino della vecchia DC e delle vecchie cooperative edilizie, che, nonostante tutto, hanno ancora la loro visibilità locale, per aver costruito negli anni d’oro un buon numero di alloggi sul nostro territorio. Si è ricandidato sindaco mettendo insieme una lista di persone discretamente giovane e anche presentabile, dove però tra candidato sindaco e capolista (penso il massimo dei consiglieri cui possa aspirare la sua lista) l’età media è 66 anni. Non voglio misurare tutto con la retorica renziana dell’anagrafe, però questa è la realtà. Poi mi smentiranno i fatti …. La sua candidatura è arrivata dopo essersi messo in lista con Comasini la scorsa legislatura (allora la lista era UDC, oggi ci dice che la sua lista è slegata dai partiti…. uhm … come passa il tempo …)  e non essere riuscito ad essere eletto e, soprattutto, dopo una carriera sui banchi democristiani del consiglio che parte dalla notte dei tempi, che ha avuto il suo culmine con l’assessorato nella giunta Mattavelli. Parliamo di una nomina avuta 20 anni fa. Comasini ora ha fatto il salto della quaglia nel nome della poltrona, lui no, fedele alla linea e alla vecchia guardia di sodali. Coerente, bisogna dirlo.
Però, di una coerenza di cui non si sentiva la necessità. Più che altro, a me sembra di vedere un attaccamento morboso ad un mondo che non esiste più, radicato ciecamente al proprio  piccolo mondo antico, fatto delle cose, che personalmente ho trovato spesso discutibili, che la sua amministrazione ha fatto. Già, ma quale amministrazione? Al nostro piace raccontare del “clima di straordinaria partecipazione popolare”, chi c’era ci racconta invece di un clima un po’ diverso, in cui tutto veniva deciso davanti al caminetto da un manipolo di potenti e la base del partito stava a guardare, in cui si usavano metodi dittatoriali e il dissenso veniva gestito con la fatwa e la scomunica,  e potrei proseguire molto oltre, ma non servirebbe.  La vera domanda è: ma ci interessa davvero tutto ciò? A me sembra di aver già sentito questa tiritera già tre volte: nel 1999, nel 2004 e nel 2009. Sempre uguale la canzone, sempre uguale la risposta dei cittadini, che hanno sempre mandato a casa questi signori.  Si chiamassero Mattavelli, Longoni, Comasini o Bosisio , alla stessa domanda la risposta è sempre stata la stessa. Proseguire nello stesso modo sembrerebbe poco produttivo, ma si sa, ognuno fa i conti a casa propria.
Ciò che mi fa un po’ paura per chi vuole raccogliere gli interessi dei cittadini, ma umanamente anche un po’ tenerezza,  è il fatto che per questi signori la storia del nostro paese è rimasta immobile. In cinque anni il mondo si è trasformato e anche il nostro comune ha visto mille cambiamenti nella propria struttura sociale, nelle abitudini, nel bisogno dei luoghi di aggregazione, nei flussi migratori, su come e dove le persone pensano il proprio futuro, nel relazionarsi con il proprio lavoro, nel bisogno di rappresentanza. Per noi progettare un programma in questo contesto è stato difficile, perché significa non solo leggere il presente, che non è comunque banale, ma anche immaginarsi le future evoluzioni.  Il Bosisio invece ci tiene ancora a raccontare delle mille firme che IpA raccolse contro il parco Aldo Moro (io ricordo che furono contro la palazzina del ristorante, che ha poi dato mille problemi che il nostro finge di non conoscere, però io allora non c’ero …), del consumo di suolo per il Polo Sanitario (era un “polmone verde” secondo il Bosisio, dal che deduco che fare le case in cooperativa non consuma suolo, fare il Polo Sanitario invece è un reato contro l’ambiente) e di quell’atto di pirateria politica che è il volantino dell’RSA firmato dal Gilardelli, di cui si è  evidentemente esplicitato il mandante
Insomma, Bosisio, sei bravo a fare il tuo mestiere di spezzapollici. Per te il tempo non è passato invano, hai imparato a pianificare tutto con scaltrezza per screditare i tuoi avversari, da destra e da sinistra, e hai saputo usare o far usare agli altri toni melensi e quelli duri, hai cercato di essere un po’ autoritario e un po’ buon padre di famiglia, come dovrebbe fare un vero centrista. Insomma, hai fatto il tuo mestiere, anzi, come diresti tu, il tuo “sporco” mestiere, come l’alleanza chi ti sei detto disposto a fare pur di mandare a casa IpA. Il problema è che sei rimasto sospeso in un mondo parallelo. Le tue parole non le capisce più nessuno, i tuoi riferimenti sono preistoria per la gente, il modello amministrativo che vorresti è stato asfaltato tre volte dai cittadini e non te ne sei ancora accorto, le case in cooperativa non le compra più nessuno perché il problema dei giovani non è dove investire 150mila euro, ma trovare 150 euro per l’affitto, il parcheggio di Omate ha cancellato una zona dove le maestre non volevano portare i bambini e permetterà di liberare la piazza dalle auto. Eccetera.

Semplicemente, Bosisio, hai del vecchio dentro. 

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