Siamo agli sgoccioli della campagna elettorale e finalmente
abbiamo ricevuto la nostra polpetta avvelenata. Ce l’ha confezionata Bosisio,
paladino della vecchia DC e delle vecchie cooperative edilizie, che, nonostante
tutto, hanno ancora la loro visibilità locale, per aver costruito negli anni
d’oro un buon numero di alloggi sul nostro territorio. Si è ricandidato sindaco
mettendo insieme una lista di persone discretamente giovane e anche
presentabile, dove però tra candidato sindaco e capolista (penso il massimo dei
consiglieri cui possa aspirare la sua lista) l’età media è 66 anni. Non voglio
misurare tutto con la retorica renziana dell’anagrafe, però questa è la realtà.
Poi mi smentiranno i fatti …. La sua candidatura è arrivata dopo essersi messo
in lista con Comasini la scorsa legislatura (allora la lista era UDC, oggi ci
dice che la sua lista è slegata dai partiti…. uhm … come passa il tempo …) e non essere riuscito ad essere eletto e,
soprattutto, dopo una carriera sui banchi democristiani del consiglio che parte
dalla notte dei tempi, che ha avuto il suo culmine con l’assessorato nella
giunta Mattavelli. Parliamo di una nomina avuta 20 anni fa. Comasini ora ha
fatto il salto della quaglia nel nome della poltrona, lui no, fedele alla linea
e alla vecchia guardia di sodali. Coerente, bisogna dirlo.
Però, di una coerenza di cui non si sentiva la necessità.
Più che altro, a me sembra di vedere un attaccamento morboso ad un mondo che
non esiste più, radicato ciecamente al proprio piccolo mondo antico, fatto delle cose, che
personalmente ho trovato spesso discutibili, che la sua amministrazione ha
fatto. Già, ma quale amministrazione? Al nostro piace raccontare del “clima di
straordinaria partecipazione popolare”, chi c’era ci racconta invece di un
clima un po’ diverso, in cui tutto veniva deciso davanti al caminetto da un
manipolo di potenti e la base del partito stava a guardare, in cui si usavano
metodi dittatoriali e il dissenso veniva gestito con la fatwa e la scomunica, e potrei proseguire molto oltre, ma non
servirebbe. La vera domanda è: ma ci
interessa davvero tutto ciò? A me sembra di aver già sentito questa tiritera
già tre volte: nel 1999, nel 2004 e nel 2009. Sempre uguale la canzone, sempre
uguale la risposta dei cittadini, che hanno sempre mandato a casa questi
signori. Si chiamassero Mattavelli,
Longoni, Comasini o Bosisio , alla stessa domanda la risposta è sempre stata la
stessa. Proseguire nello stesso modo sembrerebbe poco produttivo, ma si sa,
ognuno fa i conti a casa propria.
Ciò che mi fa un po’ paura per chi vuole raccogliere gli
interessi dei cittadini, ma umanamente anche un po’ tenerezza, è il fatto che per questi signori la storia
del nostro paese è rimasta immobile. In cinque anni il mondo si è trasformato e
anche il nostro comune ha visto mille cambiamenti nella propria struttura
sociale, nelle abitudini, nel bisogno dei luoghi di aggregazione, nei flussi
migratori, su come e dove le persone pensano il proprio futuro, nel
relazionarsi con il proprio lavoro, nel bisogno di rappresentanza. Per noi
progettare un programma in questo contesto è stato difficile, perché significa
non solo leggere il presente, che non è comunque banale, ma anche immaginarsi le
future evoluzioni. Il Bosisio invece ci tiene
ancora a raccontare delle mille firme che IpA raccolse contro il parco Aldo
Moro (io ricordo che furono contro la palazzina del ristorante, che ha poi dato
mille problemi che il nostro finge di non conoscere, però io allora non c’ero
…), del consumo di suolo per il Polo Sanitario (era un “polmone verde” secondo
il Bosisio, dal che deduco che fare le case in cooperativa non consuma suolo,
fare il Polo Sanitario invece è un reato contro l’ambiente) e di quell’atto di
pirateria politica che è il volantino dell’RSA firmato dal Gilardelli, di cui
si è evidentemente esplicitato il
mandante
Insomma, Bosisio, sei bravo a fare il tuo mestiere di spezzapollici.
Per te il tempo non è passato invano, hai imparato a pianificare tutto con
scaltrezza per screditare i tuoi avversari, da destra e da sinistra, e hai
saputo usare o far usare agli altri toni melensi e quelli duri, hai cercato di
essere un po’ autoritario e un po’ buon padre di famiglia, come dovrebbe fare
un vero centrista. Insomma, hai fatto il tuo mestiere, anzi, come diresti tu,
il tuo “sporco” mestiere, come l’alleanza chi ti sei detto disposto a fare pur
di mandare a casa IpA. Il problema è che sei rimasto sospeso in un mondo
parallelo. Le tue parole non le capisce più nessuno, i tuoi riferimenti sono
preistoria per la gente, il modello amministrativo che vorresti è stato
asfaltato tre volte dai cittadini e non te ne sei ancora accorto, le case in
cooperativa non le compra più nessuno perché il problema dei giovani non è dove
investire 150mila euro, ma trovare 150 euro per l’affitto, il parcheggio di
Omate ha cancellato una zona dove le maestre non volevano portare i bambini e
permetterà di liberare la piazza dalle auto. Eccetera.
Semplicemente, Bosisio, hai del vecchio dentro.
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