joe strummer

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giovedì 28 maggio 2009

Brunetta: il dramma dietro le comiche

Di primo acchito avrei voluto scrivere di questo simpatico mattacchione che periodicamente ci delizia delle sue massime sulla pubblica amministrazione, sui fannulloni e sui suoi infallibili metodi di gestirli. Logica conseguenza di questo sono le battute che potrete leggere, ad esempio qui , sui poliziotti panzoni e sul fatto che il nostro "ama tantissimo il tempo pieno". Mi accingevo a scrivere un articolo degno di queste amenità (e mi rotolavo dal ridere a pensare a un ministro in giacca e cravatta alto un metro e ventidue che pontificava sui "panzoni", mammamia....) quando, in fondo all'articolo che ho citato, ho letto delle dichiarazioni sull'antimafia e mi è suonato un campanello, anzi, una sirena. Stavolta riporto la dichiarazione per esteso, senza linkarla
"Secondo il ministro, infine, l'antimafia andrebbe sciolta: «Nel senso che mi piacerebbe che non ci fosse nemmeno lo specifico della mafia. C'è l'antimafia perché c'è la mafia. Se si rispettassero le regole, non ci sarebbe bisogno dell'antimafia, perché la mafia è una forma di criminalità e dovrebbe essere perseguita come tutte le altre. La mafia dev'essere affrontata in modo laico e non ideologico. Se della mafia facciamo un simbolo ideologico, con la sua cultura, la sua storia e così via, rischiamo di farne un'ideologia e come tale, alla fine, produce professionisti di quella ideologia proprio nei termini in cui ne parlava Sciascia, professionisti dell'antimafia»."
Mi pare che sia come dire che non vorrei neppure che ci fosse la polizia, perchè non vorrei che ci fossero i malviventi. Se del crimine facciamo un uso ideologico, con la sua cultura ecc rischiamo di farne un'ideologia. Forse, caro amico della cravatta, ti sei dimenticato che mafia, camorra e ndrangheta SONO un'ideologia in un sacco di zone italiane e che, per smantellarla, servono un sacco di interventi, di ogni ordine e grado, il più urgente dei quali è, evidentemente, quello repressivo (per quanto è naturale che senza educazione reprimere non serve proprio a niente). Trattare la mafia come un furto di mele al mercato è la cosa più tremenda che le istituzioni possano fare per condannare le persone oneste a conviverci senza alcuna speranza di redenzione. Tutto questo è esattamente nello stile di questi bei personaggi, secondo i quali i reati veri sono quelli che disturbano la vista e la pancia delle persone, mentre l'organizzazione e la struttura dello stato di diritto può tranquillamente essere messa a gambe all'aria. I diritti dei ricchi sono sempre garantiti, con qualche amico in più. Per gli altri, l'unica è sedersi in piazza aspettando qualcuno che venga a chiamarti. E chi è questo qualcuno, lo sappiano tutti.
Del resto, anche Johnny Stecchino ci ricorda che il male di Palermo è il traffico. E ricordiamoci che il suo compagno di merende Marcello Dell'Utri è stato condannato dal Tribunale di Palermo a 9 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Lo stesso tra le diverse chicche che ha infilato nella sua vita, ha recentemente dichiarato "L'antimafia costa troppo per quello che produce" (se non ci credete, leggete qui ). Ora il quadro, tra panzoni e cravatte, è più chiaro?

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