joe strummer

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sabato 9 maggio 2009

Noceto e la TV

Questo post per me ha veramente un sapore antico. Leggo qui una bellissima storia, che non conoscevo, di un paese che ciclicamente torna ad incrociare le mie giornate. Il paese è Noceto, in provincia di Parma, e ci ho passato un anno quando, da giovane neolaureato, la Patria mi chiamò (ehm) , nel lontano 1991, per passare un anno in una cooperativa che lavorava con disabili fisici e psichici. Con la mia bella laurea ancora fresca di inchiostro mi presentai e iniziai lì a capire che, come diceva il poeta, tra bufalo e locomotiva la differenza salta all'occhio. Dalle aule in cui si teorizzavano i perfetti investimenti finanziari a pulire il sedere di Gianni, capirete bene che il passaggio non è stato indifferente.

Finito l'anno di servizio civile, le strade mie e della cooperativa si sono lentamente allontanate, come è forse normale che sia quando ci sono così tanti chilometri da mordere e tanta quotidianità che chiede attenzioni continue. Da tempo non avevo notizie di questo paese fino a quando, pochi mesi fa, ho incrociato un produttore che attualmente fornisce il nostro GAS che ha sede proprio a Noceto. E oggi, questo articolo, improvvisamente, mi ha fatto riapparire un universo sommerso. Mi ha fatto ritornare in mente persone che avevo conosciuto, ho letto di nomi noti e sentiti al volo nei discorsi di altri, perfino il parroco è lo stesso di 20 anni fa. Ah, i bei tempi andati ...

Ma ho soprattutto letto di un paese sicuramente normalissimo, in cui c'erano certamente sensibilità sociali di rilievo, ma che altrettanto sicuramente non era abitato nè da folgorati sulla via di Damasco, nè da sociologi sinistroidi immunodepressi. Persone normali in un paese normale. Avete presente, vero? Esatto, proprio come il nostro paese. Lì, però, un fatto tragico è stato preso come esempio per crescere. Qualcuno deve essersi evidentemente fatto più di una riflessione e deve aver intuito una cosa molto banale, ma che tutti faticano a interiorizzare. Avere una scatola in casa che ti fa pensare con la testa degli altri e non con la tua non solo non serve a far crescere le persone, ma spesso crea dei vicoli ciechi dai quali non si torna mai indietro. A Noceto hanno cercato di creare delle vie di uscita partendo dal fondo per intercettarlo e, da quanto si legge, dei risultati li hanno avuti.

In campagna elettorale, chiunque si sgola e si straccia le vesti dicendo di volere "un paese vivo" e probabilmente vi proporra qualche ricetta fatta di sagre del melone coltivato in asciutto, di spettacoli teatrali in qualche dialetto ucraino o l'organizzazione della milionesima serata a bianchino, scala 40 e liscio. Io credo che da questi contadini della bassa abbiamo veramente da imparare non solo lo stile di vita, che è fatto non solo di cibo (e buttalo via, il loro!) e di lavoro meno frenetico, ma soprattutto di senso. Ecco, questo io vorrei. Un progetto per dare un senso anche alle nostre serate, come stanno facendo a Noceto. Noi, spero, non avremo mai un morto da piangere, ma spero che basti il loro per capire che anche (anzi, direi soprattutto) il tempo trascorso a casa è un tempo da coltivare e da far fruttare, un tempo per crescere e per comunicare.

Smettiamo di negarci il tempo per vivere. Spegniamo la televisione

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