joe strummer

joe strummer

venerdì 8 maggio 2009

Siamo tutti Rosa Parks


Per chi ha letto i giornali di oggi e ha un minimo di coscienza civile, è fin troppo facile scrivere questo post. Per chi non li avesse ancora letti, la notizia è questa : in sintesi, Salvini (Lega) propone che sui metro vengano messi vagoni o posti a sedere per i milanesi.

Penso che, comunque la si pensi politicamente, queste proposte facciano venire a (quasi) chiunque i brividi solo a leggerle. Da sinistra ma anche da destra sono piovute critiche feroci, come è giusto. Il fatto che questo signore rappresenta, sia in consiglio comunale a Milano, sia alla Camera, un gruppo politico e un'alleanza magari passa in secondo piano, ma non si può avere tutto dalla vita...

Mi piace però sfruttare questo episodio perchè riporta in auge un personaggio che a me piace tantissimo (chi mi conosce sa che non perdo occasione per citarla...) , una paciosa signora americana che si chiamava Rosa Parks. Rosa abitava a Montgomery, nell'Alabama, profondo sud degli Stati Uniti, dove un giorno, nel lontano 1955, salì su un autobus. Trovò un solo posto libero e si sedette, ma mal gliene incolse, perchè era un posto riservato ai bianchi, proprio come piace a Salvini. Quando un bianco (l'avente diritto!) salì, chiese a lei, nera, di alzarsi. Al suo rifiuto, l'autista fermo l'autobus, chiamò la polizia e la fece arrestare (nella foto è proprio lei, mentre le vengono prese le impronte digitali). Questo gesto fece partire la grande rivolta della popolazione nera guidata da un tale Marthin Luther King che portò alla conquista dei diritti civili per i neri americani che penso tutti conosciamo.

Caro Salvini, in qualche modo devo ringraziarti, sia perchè, una volta di più, ci aiuti a svelare cosa c'è dietro la sbandierata voglia di sicurezza e la tolleranza zero, sia perchè ci hai aiutato a tirare fuori dalla naftalina delle figure potentissime. Persone comuni, come chiunque di noi, che ci ricordano come anche un semplice gesto quasi istintivo, che chiunque di noi potrebbe fare in qualsiasi momento, possa far partire processi epocali.

Grazie, Salvini, perchè con le tue dichiarazioni farneticanti ci hai dimostrato che nessuno di noi, neppure i tuoi compagni di coalizione, sono disposti a giocare con la dignità delle persone. E' un buon passo per la politica.

3 commenti:

  1. è veramente triste leggere notizie di questo tipo!
    Spero che almeno ora si abbia il coraggio, la voglia di indignarsi!

    RispondiElimina
  2. purtroppo, la mamma degli stolti è sempre incinta!

    RispondiElimina
  3. QUANDO AD EMIGRARE ERAVAMO NOI

    Pubblichiamo un’agghiacciante relazione stilata dall’Ispettorato per l’immigrazione del Congresso americano nell’ottobre del 1912. Invitiamo tutti ad un’attenta riflessione. Dopo cento anni, siamo ora noi a pensarla così?

    1912 Congresso degli Stati Uniti - Rapporto sugli immigrati italiani
    “Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano anche perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno e alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi o petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti fra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare fra coloro che entrano nel nostro Paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali. Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione ”.

    RispondiElimina